Il riconoscimento di patrimonio dell’umanità è stato gestito solo in vista del marketing turistico. E il confronto con le richieste ambientaliste è stato impossibile.
Parcheggi, demenziali piste da skiroll, un poligono di tiro e in prospettiva le inevitabili strutture di appoggio. Così il Trentino ricerca l’eccellenza turistica.
Ancora una volta, per spiegare un disastro ambientale, si invoca l’imprevedibilità della natura. Ma a Dimaro la colata di fango e pietre era prevista. E non si sono presi i dovuti provvedimenti
Opporsi alla volontà degli impiantisti di aggredire la Marmolada dal versante trentino Punta Rocca ed il collegamento verso Arabba col circuito di Superski Dolomiti
Dopo Vaia in tanti territori si è sprecato il legname disponibile: sono le debolezze di una filiera del legno mal strutturata. E' ora di iniziare a vedere le foreste come una ricchezza.
Una storia che parte dalla Marmolada, passa per Dubai e torna in Trentino, sull’altopiano di Brentonico. Una storia di siccità, miopia e scelte sbagliate. Che rischiamo di pagare carissimo.
I comuni lombardi e veneti che volevano passare con Trento e Bolzano vennero tacitati con elarginazione di fondi. Ma ora l’assessore Gottardi nicchia:
“Quei soldi servono a noi”.
Nel numero di aprile avevamo recensito il romanzo breve “Il predatore” di Marco Niro. Un libro che, partendo dalla fobia dell’orso, dipinge un quadro fosco della realtà delle nostre valli: conformista, chiusa in se stessa, facile preda non dell’animale, ma di se stessa, del più cinico dei suoi faccendieri e politicanti. E’ questa la realtà? Oppure è un’esagerazione? O, peggio, una favola negativa, descritta da chi vive in città? Abbiamo invitato i lettori, soprattutto di valle, a rispondere a questi quesiti. Un tema che, come il libro, ha interessato, e ci sono arrivate alcune risposte che qui, con piacere, pubblichiamo. Altre ne presenteremo nel prossimo numero