Cani da battaglia
I Pit Bull: l'"addestramento", il business. Da "Lo spettro", quindicinale di Aversa.
L'American Pit Bull Terrier ("toro da combattimento") è un vero e proprio animale da laboratorio. E' un incrocio ottenuto negli Stati Uniti fra il Bull Terrier e l'American Staffordhire Terrier. Oltre ad avere una potenza mascellare devastante, questi cani sono una perfetta macchina da guerra, con caratteri di cattiveria, resistenza, potenza ed obbedienza. Tutte caratteristiche create dall'uomo, che istiga ed addestra i Pit Bull con metodi crudeli e violenti, allo scopo di renderli sempre più aggressivi. Prima del loro arrivo in Italia i combattimenti venivano praticati con mastini, doberman, pastori tedeschi ed altri cani da difesa.
Nel luglio del '92, nella zona di Lago Patria, furono censiti decine di ring. Le spiagge del litorale domizio erano percorse dal tamtam pubblicitario di tali gare, il tutto con tanto di videoclip promozionali per gli appassionati. I combattimenti si svolgevano nei cortili delle vecchie masserie, tra le rovine della seminterrata Liternum e i terreni intorno a Lago Patria.
L'allenamento è un momento di particolare importanza, dal quale dipende la nascita o meno di un campione. I cani vengono addestrati prima per sviluppare la muscolatura, con la corsa estenuante dietro ai motorini, poi, in un crescendo sadico e raccapricciante, si passa alla dentatura.
Ed ecco le prese sui copertoni legati sino a dieci metri dal suolo, che obbligano il Pit Bull a stare sollevato nel vuoto con il rischio di sfracellarsi al suolo; il pezzo di carne legato ad un filo di acciaio, che viene tirato mentre il cane sta per azzannare il cibo, cosicché l'animale serra le mascelle sul ferro; le cannole piene di ferro tenute in bocca per delle ore.
Non manca l'uso di collari elettrici: ogni volta che un cane non si comporta come esige l'istruttore, è punito con una scarica di corrente".
Le sevizie più gravi servono per insegnare ai Pit Bull particolari segnali di attacco: a questo scopo, ad esempio, si spegne sulla loro testa il mozzicone di una sigaretta, si provoca la cattiveria dell'animale con le botte, chiudendolo in un sacco e picchiandolo con spranghe e calci per farlo infuriare.
Non mancano casi in cui questi cani vengono progressivamente drogati con anabolizzanti e con anfetamine.
Infine i primi approcci contro gli animali. Giorni di digiuno che hanno la loro conclusione quando i Pit Bull vengono nutriti con animali feriti appositamente, quasi sempre gatti, vengono aizzati contro cani da passeggio, tenuti al guinzaglio dai loro proprietari.
Dopo l'allenamento, arrivano i primi incontri. A finire tra le mascelle dei Pit Bull come cavie sono i randagi, animali riscattati di qualche canile privato o rubati. Le scelta cade su cani di media e grossa mole, che vengono legati ad un palo e aggrediti dai giovani Pii Bull. In alcuni casi le vittime d turno sono rozzamente addestrate ed altrettanto rozzamente acconciate, con taglio di orecchie e code o, addirittura, vengono cavati loro i denti per evitare che azzannino gioielli degli allevatori.
Un buon cane, non ancora campione, viene venduto i un prezzo che va dai 5 a 10 milioni. I cuccioli sono valutati 2-3 milioni. I pezzi migliori, provenienti dalla California, 50 milioni. Nei grandi incontri si puntane anche 50-60 milioni, ed un campione combatte una, massimo due volte l'anno. Il resto del tempo t necessario per la guarigione delle ferite riportate nell'incontro prece dente e per l'allenamento.
L'indotto economico coinvolgi bookmakers, veterinari, medici infermieri, farmacisti, produttori video, proprietari di capannoni o terreni, negozianti di prodotti ani mali.
Anzitutto Campania, ma anche Puglia, Calabria e Sicilia sono li regioni dove la criminalità organizzata punta al business dei cani d; combattimento, ma il fenomeno i in espansione in Veneto, Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Lazio.
Purtroppo, come nei casi di aggressione all'ambiente, la nostra legislazione è carente nella repressione di questo fenomeno. Per i momento, contro il crescente i vorticoso business dei combatti menti fra cani si potrebbe modificare la legge 13 dicembre 1989, n 401, estendendo alle scommessi su questa giostra crudele le sanzioni (da sei mesi a tre anni di reclusione) attualmente previste per il Toto nero.