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QT n. 11, novembre 2021 Trentagiorni

Olimpiadi: non nel mio nome

Il 24 ottobre l'ambientalismo e l'alpinismo delle Alpi orientali si sono ritrovati a Cortina d'Ampezzo in una manifestazione importante, nella cornice di montagne illuminate da una stupenda giornata di sole. Oltre 400 persone sono sfilate per il centro e si sono ritrovate nel fondovalle a discutere, in rappresentanza di 50 associazioni, denunciando i tanti sprechi che circondano l'appuntamento olimpico 2026. Sprechi di denaro pubblico, disattenzioni verso il sociale e specialmente ulteriore consumo di suolo, fino alle quote più alte, sui passi dolomitici. Nonostante i tempi ristretti, gli ambientalisti hanno saputo approfondire temi complessi, come i cambiamenti climatici, le loro conseguenze sulle montagne, la situazione delle foreste, delle risorse idriche, la cultura del limite, temi tradizionali dell'ambientalismo; ma anche progetti contro lo spopolamento delle vallate, per la salute, il lavoro, la qualità del vivere in montagna, il paesaggio, il ruolo delle istituzioni sui temi della democrazia diretta e della trasparenza. Già l'indomani il presidente della Regione Veneto Luca Zaia veniva messo in difficoltà da un suo importante assessore. Il presidente aveva appena confermato i finanziamenti ai collegamenti sciistici di alta quota da Cortina verso Superski Dolomiti, ma il suo assessore Federico Caner (FI) con competenze su turismo e ambiente lo ha sconfessato sulla stampa triveneta annunciando che i tre grandi collegamenti sciistici previsti e finanziati non si faranno.

Si tratta della prima vittoria della mobilitazione delle associazioni. Sul tema rimangono però da valutare altre situazioni impattanti: gli alberghi di lusso, il collegamento sciistico dal parco dello Stelvio verso Livigno, gli sperperi su tangenziali e circonvallazioni.

Zaia, imperturbabile, ha pensato bene di recuperare sulla pista di bob, uno dei temi centrali della contestazione ambientalista. Ha ribadito che la pista si farà, e costerà molt omeno di quanto dichiarano gli ambientalisti, solo 60milioni. Fra le righe ammette però che altri 25 saranno necessari per la sua gestione nei successivi 15 anni. Il totale porta a 85milioni, come specificato nella delibera della sua giunta regionale del marzo 2021: quindi conferma le cifre che erano state rese pubbliche e che indispettiscono il CIO stesso. Poi, tanto per continuare a mentire, aggiunge che qualora le gare di bob e slittino si tenessero a Innsbruck, si dovrebbero sborsare circa 40 milioni per rendere efficienti gli attuali impianti.

Ma Innsbruck ha da pochi mesi ospitato gare internazionali, la struttura è quindi in piena efficienza. La pista di bob, se venisse realizzata, ammettendo anche che vi si svolgano mille discese fra allenamenti e gare delle diverse specialità, costerebbe ai contribuenti 60.000 euro a discesa, o meglio, 85mila. Ammettendo anche che in Italia vi siano 20 atleti federati, andremmo a spendere 4 milioni e 200mila euro per atleta.

Per non fare perdere la faccia a Zaia in questi giorni la Camera ha votato la legge sulle infrastrutture, la n° 121/2021, nella quale la pista di bob viene inserita fra le opere di interesse pubblico, così l'iter progettuale e dell'appalto sarà commissariato, e lo si sa, i poteri commissariali impediranno ogni azione di trasparenza e renderanno vani i ricorsi al TAR o al Consiglio di Stato. Ovviamente il commissario straordinario sarà un leghista, l'ing. Franco Gidoni, già consigliere regionale del Veneto e direttore, fino alla chiusura della struttura nel 2008, delle gare sulla pista di bob. Un commissario che vede lontano: trasformerà la struttura in un parco ludico- sportivo.