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QT n. 7, luglio 2022 Trentagiorni

Boschi rossi da morire

Il bostrico sta devastando le nostre foreste. Le cause e le responsabilità

Altrove, non lontano da noi, i boschi bruciano per la la siccità. Nel Triveneto le foreste sono rosse e chiazzate perché gli alberi, in massa, sono attaccati dal bostrico. È terribile osservare i versanti una volta coperti dalle foreste. Colpisce il cuore, siamo disarmati davanti a tanta diffusa distruzione. L'irresponsabile gestione del dopo Vaia sta acuendo i danni che sempre, dopo schiantate di conifere causa il vento, il bostrico diffonde. Ma se in paesi alpini a noi vicini, Svizzera o Austria, i danni successivi alle tempeste si aggirano sul 30-40% della quantità di legname schiantato, nel Triveneto ormai è assodato chetra il 2021 e il 2023 si supererà il 100%. Se Vaia ha provocato oltre 10 milioni di metri cubi di schianti, il bostrico ne provocherà perlomeno altri dieci milioni. Infatti se percorrete le vallate vedrete ampi spazi di bosco di abete colorati di rosso, grandi macchie di piante rinsecchite, aree sempre più ampie. Risulta impossibile per i proprietari pubblici e privati porre un argine a questa distruzione. Bisognava pensarci prima. La Provincia e i servizi forestali invece di perdere tempo e risorse economiche nel costruire nuove strade forestali, per lo più inutili nel tempo, dovevano intervenire subito con il recupero intensivo del legname. E laddove si è lavorato, si doveva impedire alle imprese boschive di lasciare nel bosco decine di migliaia di metri cubi di legna (cimali, ramaglia e tasti) accatastati in foresta e lasciati marcire, come recitano le più elementari norme silvocolturali. Perché questi diffusi ed enormi depositi di legname hanno fatto da esca e quindi da diffusori del bostrico. Ad oggi c’è stata una prima generazione di diffusione dell’insetto, anticipata nel tempo causa il caldo. E ve ne saranno quindi sicuramente altre due: non avevamo proprio bisogno del sommarsi del fattore climatico.

Nel frattempo diverse aziende usano la ricostruzione dei boschi devastati da Vaia come cornice pubblicitaria. Ne è un esempio W?rt Italia, ma non solo. Con poche migliaia di alberi che si regalano ad enti, come la Magnifica Comunità di Fiemme, imponendoli al territorio facendosi accompagnare da atleti di spicco, quali Dorothea Wierer, testimone inconsapevole del raggiro culturale, e da amministratori sprovveduti, ci si costruisce una immagine green. Mentre si sottolinea giustamente che ogni albero è in grado di assorbire tra i 7 e i 33 kg di CO2 all’anno, si impiantano quattromila alberi, provenienti da chissà dove. Metà dei quali morirà nei primi anni. Un investimento quindi ben poco efficace e per di più in contraddizione, proprio pensando ai cambiamenti climatici, con la necessità di favorire la rinascita di foreste naturali e non artificiali. Sommerso da tanta interessata e demagogica informazione- disinformazione, il cittadino rimane sempre più indifeso. E rimane convinto che piantare alberi ovunque significhi sostenibilità.