Il test di QT sulle elezioni
3.076 cittadini hanno risposto alle nostre domande su Trento e Rovereto. Il confronto con le risposte dei candidati e con i risultati elettorali
3076 sono stati i cittadini di Trento e Rovereto che hanno compilato il nostro test on line. Risultato molto buono, nonostante ci fossimo auto-boicottati, pasticciando con il QR-Code, che avrebbe dovuto portare al test e invece dopo due giorni non portava a nulla, rendendo quindi difficile l’accesso e inutile il materiale pubblicitario.
È stato comunque un risultato decisamente incoraggiante, anche perché la stragrande maggioranza ha compilato il test con serietà. Abbiamo infatti escluso 376 test in cui il cittadino impiegava meno di due secondi a risposta, cioè cliccava senza neanche leggere la domanda. Sono alla fine rimaste 2.281 risposte valide per Trento – molto bene, i rilevamenti statistici si fanno su campioni molto più ridotti – e 376 per Rovereto; meno bene, ma ci si può accontentare, anche perché, come vedremo, le risposte hanno una stringente logica interna.
Possiamo quindi concludere che l’approccio da noi proposto - avvicinarsi alle elezioni partendo dai problemi della città, valutarne le soluzioni, e poi confrontare le valutazioni dell’elettore con quelle dei candidati sindaco (che, ricordiamolo, avevano precedentemente fatto anch’essi il test) – sia largamente condiviso. O perlomeno ritenuto interessante, più delle dispute politologiche sui giri di valzer delle alleanze e candidature.
Per comodità del lettore riproponiamo le nostre domande – 16 per Trento, 12 per Rovereto – in questo articolo.
Adesso, a voto effettuato, possiamo vedere le risposte dei cittadini; e confrontarle sia con quelle dei candidati, sia con il responso delle urne.
Prima però, una premessa: quanto è rappresentativo il campione dei nostri 2.657 elettori? Non è che rispecchia troppo l’orizzonte culturale (di sinistra) di QT, promotore dell’iniziativa? Domanda più che legittima, e difatti noi parliamo di test, non di sondaggio. Ma è uno scrupolo che a nostro avviso non deve condizionarci più di tanto: a parlare e riproporre l’iniziativa sono stati diversi altri media, dal Corriere a radio e tv, nonché, con link immediato, Facebook e soprattutto Il Dolomiti. E i risultati infatti parlano chiaro: il candidato sindaco di Trento che risulta più vicino ai nostri elettori (vedi grafico) è sì Franco Ianeselli del centro-sinistra, ma secondo è Andrea Merler del centro-destra, esattamente come risultato nelle votazioni. Insomma, i 3.076 non sono tutti lettori di QT e rappresentano uno spaccato abbastanza attendibile dell’elettorato.
Trento: le risposte
Sono a nostro avviso confortanti le risposte dei cittadini. Anche nelle critiche implicite agli anni del sindaco uscente Andreatta; come pure nel dare risposte ragionate su temi su cui ci si potrebbero aspettare atteggiamenti più ingenerosi, o viscerali.
Iniziamo da un argomento a nostro avviso scottante, e invece sotto traccia – guarda un po’ - in campagna elettorale: il rapporto tra urbanistica e speculazione edilizia. Lo abbiamo proposto attraverso due domande molto concrete: l’ente pubblico deve acquistare l’invenduto delle Albere? (n° 2); si può aumentare l’edificabilità in collina? (n° 12). Nonostante quest’ultima domanda fosse posta in termini insidiosi (si portava il paravento della residenza per le giovani coppie), che sono poi quelli che nella realtà vengono usati per intortare i cittadini, questi ultimi hanno risposto in maniera decisa: l’opposizione va oltre il 60%, e diventa molto netta sull’acquisto alle Albere. I candidati sono sostanzialmente sulla medesima linea, moderatamente pro speculazione è solo Silvia Zanetti, e – curiosamente – la pentastellata Carmen Martini.
Su ecologia e sostenibilità le domande non volevano essere scontate: l’argomento era lo sviluppo internazionale dell’Interporto (n° 13), in genere auspicato dalla politica; la mobilità sostenibile, cioè più bici e bus (su cui tutti in teoria concordano), ma meno parcheggi attorno al centro (e qui spesso casca l’asino) - domanda 9. Infine il limite di velocità a 100 km/h sul tratto urbano dell’Autobrennero (n° 16). Anche qui i cittadini dimostrano una forse inaspettata maturità: quasi all’80% sono contro il maxi Interporto e per la mobilità sostenibile; non passa invece il limite sull’autostrada (come peraltro a Rovereto, a sottolineare la coerenza delle risposte), evidentemente un sacrificio ritenuto dai più poco utile, essendo il tema stato pochissimo trattato (e sarebbe ora di farlo). Tra i candidati la distinzione destra-sinistra ha un qualche significato: più ambientalisti sono Ianeselli, Pantano, Martini, meno Merler, Zanetti e soprattutto Bruno, destrorso verace non per iscrizione partitica ma per istinto.
Il discrimine destra\sinistra, ritenuto da tanti desueto, compare poi con chiarezza su altri due punti, con esiti a nostro avviso positivi: la moschea (n° 8) approvata da 3 elettori su 4 e cassata dalla destra (Merler, Bruno naturalmente, e l’ex 5 Stelle Degasperi); e il Centro sociale Bruno (n° 3), per la cui sede dovrebbe spendersi il Comune secondo il 50% degli elettori e il centro-sinistra, ma non secondo i candidati di destra più Degasperi.
Questa visione larga, inclusiva, dei cittadini, si riscontra anche sui temi sociali: e se il consenso sulla spesa sociale (n° 14) poteva essere scontato, non altrettanto ci si poteva aspettare sull’iscrizione anagrafica per i senza fissa dimora (n° 15), una provvidenza generosa, sulla quale forse inaspettatamente concorda il 75% degli elettori, ma non la destra di Merler, Zanetti e il solito Bruno.
Ci sono poi i temi della vivibilità nel centro, su cui le consiliature targate Andreatta hanno effettivamente balbettato, subendo gli attacchi delle opposizioni e poi le “discontinuità” invocate in campagna elettorale da Ianeselli. Pure i cittadini invocano questa discontinuità: si dichiarano a larghissima maggioranza (95%) favorevoli agli spettacoli serali nei locali del centro storico (n° 7), all’85% favorevoli a maggior repressione allo spaccio (n°5), mentre meno convinti (50%) nella repressione degli schiamazzatori notturni (n° 4). I candidati, che evidentemente – c’è da esserne contenti – hanno una certa sintonia con le opinioni dell’elettorato, sono altrettanto favorevoli a questa linea, tranne Pantano (di Rifondazione Comunista, non eletto) e in misura minore, Silvia Zanetti.
Altrettanta sintonia candidati-elettori c’è sulla determinazione della repressione degli affitti in nero (n°6), sulla collaborazione ma distinzione urbanistica rispetto al Comune di Rovereto (n° 10). Mentre sui soldi pubblici alla funivia Trento-Bondone (n° 1) c’è un relativo favore, quasi al 60%, dei cittadini; i candidati invece, probabilmente timorosi dei carrozzoni mangia-soldi, sono contrari, tranne i 5 Stelle, Zanetti e Bruno.
Infine un ultimo punto: la contrapposizione da noi (artificialmente) creata tra Festival dell’Economia e dello Sport (n° 11). I cittadini difendono, con larga maggioranza, oltre il 60%, il Festival dell’Economia e il clima di discussioni attorno ad esso, evidentemente non scalzato, nonostante una certa elitarietà e la vaghezza dell’attuale credibilità degli economisti, da una kermesse più popolana come quella sullo sport. I candidati la pensano analogamente, tranne la destra (Merler e Bruno) e la sinistra anticapitalista (Pantano). E il dato ha la sua logica.
Conclusioni? Dicevamo confortanti, a nostro avviso. I Trentini sembrano affrontare con maturità i problemi della città, e prendere le distanze dalle pavide non-decisioni dell’epoca Andreatta (a iniziare dalla vivibilità del centro, ma anche sulla moschea, sempre boicottata per timore delle reazioni leghiste). Su queste lunghezze d’onda si sintonizzano abbastanza i candidati, soprattutto però il centro-sinistra. E i risultati si sono visti nell’urna.
Le risposte a Rovereto
Anzitutto l’orgoglio della città È la “roveretanità” il tratto distintivo delle risposte dei roveretani. È l’orgoglio di una città piccola ma industriale, con un retaggio veneziano invece che vescovile, l’Atene del Trentino madre di intellettuali e artisti di levatura nazionale. Nel merito dell’identità cittadina gli elettori hanno le idee chiare. Per il 75% la città deve collaborare con Trento, ma rimanerne urbanisticamente distinta (domanda 2); per oltre l’80% non deve avere tentazioni isolazioniste, ma essere capoluogo rispetto agli altri comuni della Vallagarina (n° 7); ancora per l’80% deve “recuperare dignità rispetto a Trento” (n° 1) proposizione invero un po’ lamentosa; per il 60% e oltre non deve snaturarsi puntando ai 50.000 abitanti (n° 3). In quanto alla nuova identità di città dell’innovazione (Distretto Tecnologico, Manifattura ecc) in larvata competizione con la piccola impresa tradizionale (n° 10), viene approvata da più del 50%. Ma dove la roveretanità scatta di brutto, è sulle imposizioni leghiste, previste (la Valdastico, n° 6) respinta dall’85%, o già malamente in essere (Sgarbi al Mart, n° 4, rifiutato dal 95%, il picco di tutte le risposte, roveretane e trentine, del test). Dal momento che anche i candidati, pure del centro-destra, esprimono analoga decisa contrarietà (solo Zambelli sulla Valdastico è meno drastico), la giunta Fugatti dovrebbe pensare bene se sia opportuno continuare su questa strada.
Anche sulle altre domande che abbiamo appena visto, i candidati, con qualche secondaria eccezione, si ritrovano allineati all’interpretazione della città espressa dai cittadini.
Rimangono alcuni temi squisitamente urbani: il recupero o abbattimento degli edifici fatiscenti (n° 11), dove la maggioranza (60%) opta per il recupero, e ad essa si trovano allineate la destra di Zambelli e la sinistra di Canestrini, non gli altri. E l’interramento della SS 12 in corrispondenza della stazione (n° 5), voluta da una relativa maggioranza dei cittadini e pure dai candidati, tutti tranne il sindaco uscente Valduga, che sostiene che non è realizzabile.
Infine le domande uguali a quelle di Trento, sulla spesa sociale (n° 8 e 9) e sul limite dei 100 km/h sull’Autobrennero (n° 12). E qui – a riprova della serietà con cui hanno gestito il test - i cittadini roveretani danno le stesse risposte dei Trentini. La grande maggioranza, attorno al 75%, approva sia gli incrementi dei servizi dell’assistenza sociale, sia la residenza fittizia per i senza fissa dimora, ed è un gran bel segnale. Invece, come a Trento, il limite di velocità sull’A 22 viene sia pur di poco bocciato. E i candidati? Scatta la divaricazione sinistra\destra. I destrorsi Zenatti e Zambelli sono contro i senza dimora e contro il limite di velocità, gli altri a favore; ancora Zambelli è l’unico contrario all’incremento dei servizi di accoglienza.
Le risposte quindi ci danno un quadro vivo, e anche qui confortante, della cittadinanza roveretana, tesa a preservare la propria identità, eppur inclusiva.
Dove invece il test, a differenza che a Trento, evidentemente sbaglia, è nei risultati finali: viene dato primo il pentastellato Dalbosco e secondo il sindaco Valduga. Invece nelle urne primo è Valduga (centro-sinistra), che andrà al ballottaggio con Zambelli (centro-destra). Ma dall’analisi dei nostri risultati pensiamo di poter dire che i roveretani, sulla visione della città, sono più vicini al primo che al secondo. E questo dovrebbe riflettersi sul ballottaggio.