Dolomiti in svendita
Volete comprare un pezzetto di Rosengarten? Costa poco...
C’era una volta il rifugio Passo Santner, piccola e graziosa baita di legno. Situato proprio sul passo, aveva 12 camere. Costruito nel 1956 da una guida alpina di Predazzo soprattutto per le guide e ristrutturato nel 2006, era stato poi chiuso nel 2013. Nel 2018 il rifugio è stato comprato da un privato, proprietario di un altro rifugio, responsabile per i rifugi privati all’interno della potente associazione degli albergatori. E funzionario SVP.
Gioia degli alpinisti e delle guide che pensavano che il vecchio amato rifugio fosse riaperto. Ma i nuovi proprietari avevano ben altro in mente. E presentarono subito dopo (o forse prima) la richiesta di ampliamento della struttura e anche della teleferica che porta materiali e rifornimenti. I due primi progetti vennero bocciati, dopo che la commissione paritetica sui rifugi di CAI e Alpenverein li avevano esaminati. Il terzo progetto, ora realizzato, non è stato sottoposto alla valutazione delle due associazioni alpinistiche. Le camere da 12 diventano 36, doppie o per sei. Ora la cubatura è 8 volte l’originale, da 319 a 2.708 metri cubi, l’edificio ha 3 piani, da rifugio ad albergo.
Lo sgomento di CAI e Alpenverein è grande. La primavera scorsa, chi camminava nella neve che copre la strage di boschi distrutti da Vaja a Nova Levante, e alzava gli occhi, si accorgeva di un’enorme gru lassù, proprio nel giardino di re Laurino. Oggi spunta un enorme triangolo di metallo, visibile anche da Bolzano, artificialmente inserito fra le vette. Nel giugno 2022 era apparso un articolo su salto.bz che aveva raccolto l’allarme delle associazioni alpinistiche e degli amanti della montagna. Vi si leggeva: “Il valico tra le rocce, a quota 2734 metri sul livello del mare, ospitava dal 1956 un rifugio di quelli iconici, una casetta in legno completamente sepolta dalla neve d'inverno. Ora, però, l'edificio ha lasciato il posto a una nuova struttura in metallo, decisamente più grande, decisamente più impattante”.
L’ampliamento ha portato a una sostituzione del concetto di rifugio. La sintesi di Carlo Alberto Zanella, del CAI, è illuminante: “Ormai non ci sono più confini all’ingordigia umana”. Già con il rifugio Fronza alle Coronelle/Kölner Hütte, le associazioni alpinistiche e paesaggistiche avevano dovuto lottare per evitare la costruzione di un’enorme torre di vetro (e forse non è ancora finita). E non è valsa neppure la loro opposizione alla funivia Tires-Malga Frommer, pagata in gran parte dalla Provincia (11 milioni su 15) e costruita superando di gran lunga la cubatura autorizzata.
Il Sudtirolo si sta trasformando radicalmente: dal modello di piccoli alberghi familiari ai nuovi hotel a 5,6, 7 stelle. E un boom di impianti di risalita, ora che la neve manca e le temperature e la mancanza d’acqua mettono in dubbio nel futuro anche quella artificiale. Da un lato il governo locale ripete gli slogan dell’ambientalismo e si dice sempre d’accordo con i giovani che manifestano per la questione climatica, dall’altro accompagna e finanzia ampiamente coloro cui “non basta mai”.
A Passo Santner, hanno scritto le associazioni alpinistiche, “al posto della gloriosa piccola capanna eretta per dare ricovero ad alpinisti e soccorritori, il nuovo rifugio, una tenda di cristallo triangolare, struttura avulsa dall'ambiente circostante, con una stazione di arrivo della teleferica che fa pensare di più a quella di una funivia con cabina per trasporto persone che a quella per il semplice rifornimento del rifugio".
Il proprietario dell’albergo ex-rifugio ha respinto le accuse di voler fare arrivare i turisti direttamente con la nuova funivia. Ma tutti sanno che proprio lui ha sempre sostenuto, all’interno dell’associazione albergatori, e proponendolo direttamente al presidente della giunta provinciale, che le teleferiche dovrebbero portare anche persone.
A metà febbraio, Paul Köllensperger del TeamK ha fatto due esposti, alla Procura e alla Corte dei Conti, dopo avere presentato una lunga e documentata interrogazione per chiedere alla giunta provinciale chiarimenti su aspetti inquietanti dell’operazione. Köllensperger, nella conferenza stampa ha indicato nel caso Santner un nuovo esempio di quel “sistema Sudtirolo”, venuto clamorosamente alla luce l’anno scorso con la pubblicazione del libro “Freunde im Edelweiss”: chi è vicino al partito dominante può fare ciò che vuole, anche l’incredibile.
Due sono i punti critici rilevati dal TeamK. Primo: il terreno per il nuovo albergo non è stato dato in concessione, ma venduto. Si possono vendere le Dolomiti?
Secondo: il prezzo richiesto dalla Provincia è ridicolo: 27.450 euro per 900 metri quadri: 30,5 euro a metro quadro, all’interno di un monumento ambientale, Patrimonio dell’Unesco, che ha un valore inestimabile. Incredibile è anche che l’Ufficio per i beni culturali abbia dato il suo benestare alla vendita, e che l'abbia fatto 15 giorni prima che venisse consegnata la domanda di acquisto.
Molto pericolosa è la motivazione con cui la Provincia ha venduto il terreno demaniale. La delibera della Provincia cita una legge provinciale, secondo la quale i beni demaniali “che non siano più utilizzati ai fini istituzionali, possono essere venduti”. Concludendo che quei terreni, nel cuore del Catinaccio, il Rosengarten di re Laurino, “non hanno un fine istituzionale”. Ciò significherebbe che tutti i terreni demaniali, e quindi ad esempio tutti quelli in cui si trovano più di 98 rifugi nella provincia di Bolzano e in tutta l’area dolomitica, secondo la Provincia possono essere venduti a privati.
Köllensperger fa notare che i fini di questi terreni nel Catinaccio è sempre stata ed è ancora, senza interruzione, da almeno un secolo, la stessa: “I fini istituzionali delle Dolomiti sono sempre stati e sono ancora quelli della conservazione e del godimento da parte della popolazione, del godimento del paesaggio da parte della comunità, il che obbliga a una protezione particolarmente attenta”. E chiede: in che modo dall’11 giugno del 2019 (data della delibera di giunta n. 484) questa parte del Catinaccio avrebbe perso di colpo la sua funzione istituzionale? E quale altra funzione istituzionale svolgeva fino a quel giorno, che da quella data non svolgerebbe più?
Il TeamK ha promosso una raccolta di firme su change.org e ha annunciato che farà una richiesta alla Provincia di acquisto di un terreno, allo stesso prezzo, al fianco del rifugio-albergo a passo Santner.
A decidere il TeamK a rivolgersi alla giustizia è stata la bocciatura, senza ragioni convincenti e in modo del tutto affrettato, già in commissione, del loro disegno di legge, in cui si chiedeva di vietare ulteriori svendite di terreno demaniale in aree protette e in cui si prevedeva che “nel caso di motivata necessità di ampliare i rifugi, il terreno in futuro venga dato in concessione e non venduto”.
La maggioranza e soprattutto la Svp ha dimostrato di voler continuare con la politica di sostegno ai grandi progetti: aeroporto, cliniche private, palazzi con appartamenti di lusso, alberghi di lusso, grandi opere anche dannose, come quelle stradali previste per le olimpiadi invernali (contro il ponte di Olang/Valdaora si sta formando una forte opposizione civile), mentre quelle urgenti vengono posposte di decenni. Permessi sul filo della legge o aiutati da emendamenti ad hoc, e anche finanziati generosamente con denaro raramente proveniente da una giusta tassazione.
La Provincia ha un fiume di denaro. Risparmia sulla Sanità pubblica (la provincia di Bolzano è l’ultima in Italia per i LEA, i livelli essenziali di assistenza), sulle persone sole e sugli anziani impoveriti dall’aumento senza controlli del costo della vita, sulle scuole per l’infanzia, sulla città capoluogo, sulle abitazioni per i giovani lavoratori.
Così il rifugio di lusso sul passo Santner è un esempio di ciò che sta davvero a cuore al governo della Provincia di Bolzano: la difesa e anzi la sovvenzione del privilegio, sia per censo che per amicizia.