Da sentiero a strada? Forse un falso allarme
Iniziati i lavori per il ripristino del sentiero che arriva a Malaga Spora dopo i danni provocati dalla tempesta Vaia
Malga Spora, o meglio, i lavori in corso lungo il sentiero SAT n. 302 che la collega con la strada forestale che sale da Spormaggiore, sono al centro di una polemica tra l’amministrazione comunale di Spormaggiore, il consigliere provinciale del PD Luca Zeni e il presidente del Parco Adamello Brenta.
Seppur marginalmente rispetto alle aree orientali del Trentino, la tempesta Vaia ha lasciato pesanti segni anche in qualche tratto del gruppo di Brenta.
Malga Spora è una delle due malghe ancora attive nel territorio del comune di Spormaggiore e sorge in un luogo particolarmente ameno. Sul tratto di sentiero che la collega con la strada forestale sottostante e che rappresenta l’unico accesso percorribile dagli animali per raggiungere l’alpeggio, Vaia ha abbattuto numerose piante anche di grande dimensione che hanno ostruito e scardinato ampi tratti del tracciato. La caduta degli alberi ha pure distrutto la piccola teleferica che serviva per l’approvvigionamento per la famiglia del malgaro che durante la breve stagione dell’alpeggio risiede nel rustico. Negli ultimi anni sono saliti al pascolo 12-13 mucche da latte (si produce formaggio), qualche manza e qualche asino, in tutto circa 20 capi. Si tratta di un prato piuttosto piccolo che nel tempo si è anche ridotto per l’avanzare dei mughi. Nel 2019, causa Vaia, la malga non è stata monticata. Sopraggiunta la bella stagione, il comune di Spormaggiore ha approvato il progetto e messo a gara (lavori per circa 70.000 €) le opere di ripristino e messa in sicurezza del sentiero; un intervento ancora in corso.
Il consigliere Zeni, dopo aver sottolineato l’importanza dell’alpeggio per la montagna trentina e la bellezza dei luoghi, dichiara di aver raccolto segnalazioni preoccupate sulle modalità di ripristino del sentiero, specialmente nel primo tratto, con allargamenti della traccia esagerati rispetto alla larghezza prevista e tali da far sospettare intenzioni diverse da quelle autorizzate. Il consigliere ricorda che da qualche tempo il comune aveva auspicato di poter raggiungere la malga con mezzi meccanici, ipotesi però sempre rigettata dall’ente parco. A fronte di tale diniego, Zeni chiede se gli ampliamenti del sentiero non rappresentino un primo passo per aggirare il divieto di costruire la strada. Da noi sentito, Zeni, fa notare che il suo intervento ha provocato l’allertamento del parco, che avrebbe compiuto dei controlli con la conseguenza che da metà sentiero in poi i lavori sarebbero proseguiti rispettando le prescrizioni, mentre la parte sottostante dovrebbe essere ripristinata.
La SAT centrale era stata coinvolta dal comune assieme alla sezione di Spormaggiore nella fase di consultazione precedente la progettazione.
Quasi subito, avuta notizia del fatto, ha eseguito un sopralluogo il 30 settembre con due volontari della Commissione Sentieri. Sull’esito del sopralluogo, ci ha precisato la presidente Anna Facchini, è stata fatta una relazione dettagliata, da cui risulta che i lavori sono eseguiti in conformità con quanto stabilito nel progetto e non vi sono situazioni allarmanti. Anche i satini di Spormaggiore (abbiamo sentito uno di loro) confermano la regolarità dei lavori e anzi hanno manifestato un certo fastidio per l’intervento del consigliere provinciale. Fastidio e sconcerto che appare anche nella lunga lettera che il sindaco di Spormaggiore, Mirco Pomarolli, ha pubblicato sul sito del comune e inviato alla stampa. Il sindaco segnala che sarebbe stato sufficiente, tra Enti, consultarsi e compiere un sopralluogo sul cantiere per smentire ogni dubbio; si meraviglia in special modo della pubblica presa di posizione del presidente del Parco, istituzione di cui anche il comune fa parte, circostanza che avrebbe dovuto facilitare un naturale confronto istituzionale. Nel merito, il comune smentisce le supposizioni del consigliere negando la volontà di aprire una strada in luogo del sentiero e segnala che il cantiere è stato oggetto di verifiche anche da parte delle guardie forestali proprio nei giorni precedenti gli articoli di stampa. Sottolinea che la rimozione delle ceppaie e dei massi pericolanti ha inevitabilmente provocato punti in cui le dimensioni del tracciato risultano in questo momento più ampie di quelle di progetto, ma che le misure devono essere valutate a sistemazione definitiva.
Il comunicato termina invitando Zeni e il presidente del Parco a un sopralluogo (che non è avvenuto). Per dare un taglio definitivo alla polemica, il comune di Spormaggiore ha programmato a brevissimo una ricognizione ufficiale con ente Parco e corpo forestale dalla quale dovrebbe uscire (il sindaco ne è sicuro) un verbale condiviso che attesti la regolarità dei lavori di ripristino.