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QT n. 10, ottobre 2021

Il pasticcio Translagorai

Il futuro delle malghe secondo la confusa, contraddittoria delibera dell'assessore Tonina

Le tesi degli oppositori al progetto provinciale di trasformazione delle malghe insistenti sul percorso della Translagorai vengono confermate in una clamorosa e confusa delibera dell’assessore provinciale all’Ambiente Mario Tonina del 17 settembre. Nella sostanza, dall’intera vicenda ne esce con le ossa rotte la SAT provinciale. Il sodalizio era convinto, non dubitiamo, in buona fede, che in quota non si debbano più costruire bivacchi (mentre il CAI continua a inaugurare bivacchi su tutte le montagne italiane) e che le malghe vadano rivitalizzate trasformandole in strutture ricettive; questo per sostenere il reddito dei pastori. Affinché ciò avvenga, in modo per nulla trasparente la SAT si era resa disponibile (2017-2018) a permettere il dirottamento di denaro pubblico di un progetto europeo LIFE dal settore conservazione a quello meramente edilizio. In pratica, un insieme di speculazioni. Ad oggi la Corte dei Conti sul tema mantiene una incomprensibile assenza di verifica.

Ma cosa afferma l’assessore nella nuova delibera, scritta con un lessico di difficile interpretazione e mentre i lavori sono in gran parte in corso?

Anzitutto vengono ridotti i tempi di apertura, da cinque mesi a tre, di due malghe: Valsolero (Comune di Telve, vedi QT gennaio 2021) e Cadinello (Magnifica Comunità di Fiemme). Per le esigenze dell’alpeggio si sottolinea. Quindi l’obiettivo del sostegno economico ai pastori naufraga. Si cancella la demenziale disposizione che imponeva di riservare almeno il 50% dei posti letto di tutte le strutture agli escursionisti in transito sulla Translagorai. Ammettendo quindi di fatto che tali ristrutturazioni (lo ricordiamo, ben 6, con 3 milioni e 600 mila euro di previsione di spesa di molto incrementati) nulla hanno a che fare con lo storico percorso della Translagorai. Per Valmaggiore (Magnifica Comunità di Fiemme) si cambia la distribuzione degli spazi per garantire la disponibilità di un alloggio per il gestore e i pastori.

Per sconfessare in modo pieno le residuali idealità della SAT si elimina l’obbligo di apertura tutto l’anno dei locali invernali. Perché? Per evitare possibili vandalismi risponde la delibera. Una ulteriore conferma che il progetto Translagorai non aveva la minima intenzione di incontrare le esigenze degli escursionisti in alta quota. Translagorai è stato solo un pretesto per elargire denaro pubblico a enti privati (Magnifica Comunità di Fiemme) e pubblici (i comuni), fondi altrimenti non recuperabili da altre voci del bilancio provinciale (agricoltura e turismo). Gli effetti delle ristrutturazioni si sono visti subito, già nella estate trascorsa: gli ultimi tre chilometri della strada che porta a Valmaggiore si sono trasformati in un succedersi incredibile di parcheggi: le auto, centinaia al giorno, sono arrivate fino in prossimità del portone dello stallone.

Ora veniamo a Malga Lagorai, l’unico edificio sul quale è ancora possibile intervenire per una sua parziale tutela. Si rendono disponibili spazi di alloggio per il gestore e l’eventuale pastore, non più relegato nella casera. Si parla esplicitamente del bisogno di fornire il servizio idrico attingendo a una sorgente a nord, mentre non vengono chiarite le modalità di erogazione di altri servizi essenziali, quali lo smaltimento dei reflui e la produzione di energia elettrica.

Valmaggiore: lo stabile in via di ristrutturazione. Il legname di Vaia, comodo da recuperare e di alta qualità, viene lasciato a terra: prima si presta attenzione al cemento, poi alla natura.

Ma la sorgente posta a nord dell’edificio è sufficiente a garantire questi servizi? Le sorgenti a nord veramente sono tre, tutte minimali. Chi ha appurato la loro efficacia e la sicurezza che non scompaiano non appena intaccate dai lavori? Nel progetto iniziale si parlava di utilizzare il rio Pieroni, posto a sud. La delibera non specifica nulla riguardo a questi cambiamenti sostanziali. Inoltre, la cucina diventa zona ristoro: è sparita l’attività di ristorazione? Come del resto sembrano sparire gli ulteriori posti letto dallo stallone con relativi servizi e magazzino; il gestore diventa figura evanescente, non contemplata. Ma allora perché si confermano i due cameroni con 20 posti letto se il complesso sembra destinato a diventare solo una malga? Il prossimo passo sarà quello di cambiarne la destinazione d’uso? Dubbi legittimi, non chiariti nella delibera.

Non una parola viene spesa nemmeno su come si possa garantire la qualità delle acque del lago (posto a nord) e riguardo una reale tutela della mulattiera d’accesso. Si rimane aperti ad ogni possibilità, la più probabile delle quali è che anche questa malga venga trasformata in tempi brevi in modo simile a quanto accaduto per Valmaggiore e Sadole.

Insomma, una delibera confusa, contraddittoria rispetto alle progettualità iniziali. Sui social si è scritto che sembra proprio scritta e approvata con i piedi.