Ex-Nones, una fine annunciata
i disastri della Tecnofin
E' di questi giorni la notizia del rovinoso crack del gruppo Sis: 100 miliardi di lire, a fronte di un attivo oscillante tra i 10 e i 20 miliardi. Il fatto ci riguarda, perché la Sis è il gruppo che in Trentino controllava l’Alpe Sis (ossia la ex-Nones), attualmente in attesa di concordato preventivo. E la rovina del gruppo illumina con luci ancor più sinistre la già triste vicenda della Nones ed evidenzia una colossale incapacità della Tecnofin a svolgere decentemente il proprio mestiere.
Ripercorriamo la vicenda. Agli inizi degli anni ’90 la Nones, azienda leader in Italia nel settore delle chiusure metalliche (porte e portoni, soprattutto tagliafuoco) pensa di attrezzarsi per l’imminente concorrenza europea dando vita ad una holding che, raggruppando varie aziende italiane del settore, sia in grado di reggere il nuovo mercato. Progetto ambizioso ma sbagliato: oltre ai bilanci, in Italia ahimé non sempre attendibili, c’è la realtà, e i nuovi partner si rivelano una serie di aziende praticamente decotte; la holding entra in crisi; vi si sovrappone la verticale caduta della domanda come conseguenza di Tangentopoli; la Nones in breve versa in una drammatica crisi finanziaria.
Ma l’azienda è sana, anzi è invidiata in Italia e all’estero: le sue linee di produzione sono all’avanguardia. E questo dovrebbe essere il campo d’azione specifico della Tecnofin: salvare le aziende sane ma in crisi finanziaria, impedendo che si disperda l’importante patrimonio collettivo - di competenze, organizzazione, capacità produttive - che esse rappresentanto.
Al capezzale della Nones accorrono due soccorritori.
Anzitutto l’azienda tedesca Novoferm, colosso europeo delle chiusure metalliche, che ben vedrebbe integrarsi nella propria orbita produttiva l’interessante azienda trentina; e in proposito presenta un dettagliato piano industriale, che prevede il totale mantenimento degli occupati, anzi un prossimo incremento. Alla Novoferm si contrappone la Sis di tal Luciano Stefanoni, discreta azienda del mantovano che opera negli infissi in legno (settore del tutto diverso dalle chiusure metalliche). La Sis non presenta un credibile piano industriale, però - a differenza dei rigidi tedeschi della Novoferm - si dichiara disposta a sanare la situazione debitoria della Nones. E questo basta alla Tecnofin, che - nonostante le diffuse ed esplicite perplessità, tra cui quelle espresse da questo giornale opta per l’azienda mantovana.
La storia ha purtroppo ora pienamente dimostrato l’assurdità di quella scelta. Ai debiti Nones si sono aggiunti i debiti Alpe Sis; l’azienda è distrutta, l’occupazione persa, il patrimonio collettivo dilapidato.
La finanziaria pubblica ha dimostrato di non saper distinguere tra una proposta industriale di un grande collaudato gruppo internazionale e l’avventurismo di un piccolo imprenditore rampante. Anzi, in successive spiegazioni ha persino teorizzato di "dover" scegliere chi, nell’immediato, sembra offrire di più.
Anche alla luce di questa vicenda una profonda verifica della Tecnofin sembra proprio indispensabile.