Nel mondo globale anche commozione e solidarietà si fanno planetarie. Occorrerebbe qualcosa in più: la consapevolezza sugli effetti perversi della diseguale distribuzione di ricchezza e tecnologia.
Dal male della guerra irakena sortisce il bene di una pur limitata, ma significativa, prova di democrazia. Ma il giudizio complessivo sulla guerra di Bush non può cambiare.
Riflessione dopo la morte di Nicola Calipari, uno tra i tanti orrori irakeni, solo per noi più doloroso. E la causa prima di tutto è sempre quella: la guerra preventiva.
E intorno, un’America in difficoltà, che però non può, tirarsi indietro, un’Europa interventista che rimpiange di non aver ascoltato la saggezza di Chirac e Schroeder, e una Russia che rialza la testa. E una Cina che incombe.
Scherzare con i santi di un'altra religione: scriteriata imprudenza o consapevole scelta ideologica? Ma l'Occidente delle guerre preventive è anche quello della tolleranza come ricerca delle ragioni del diverso.
Il passato e il presente dei rapporti fra Islam e Cristianesimo. Da sempre i musulmani rispettano e venerano la figura di Gesù, vedendosi in cambio, da sempre, il loro profeta insultato e sbeffeggiato. Quanto all'oggi...
L'invasione dell'Irak, un'avventura criminale, per di più fallita. E non serve a nulla piangere i morti: il nuovo governo faccia l'unica cosa saggia e doverosa, andare via.
Se lo scopo è distruggere i Taleban, 30.000 soldati sono assolutamente insufficienti. Se è invece la pacificazione, l'azione militare di stranieri ferisce l’autonomia di un popolo e ne perpetua la disgregazione. E allora?
La realtà del mondo islamico, dall’Iran al Pakistan, sta imponendo all’America un’inversione di 180° nella strategia. E il nuovo governo (di destra) israeliano?
La primavera araba sta portando al potere i partiti islamici “moderati”: un errore dell’Occidente che ha sostenuto le rivolte o un suo preciso calcolo politico?
Mentre l’embargo imposto da Obama strangola l’Iran, il paese è in fermento. Fra posizioni reazionarie del vecchio potere politico e religioso e una società civile che vuole emancipazione e democrazia, germoglia la “primavera iraniana”?
Di fronte alla “invasione” di questi anni, l’Europa ha urgente bisogno di una ideologia, di un’utopia che parli al cuore e alla pancia dei suoi cittadini. Altrimenti...