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QT n. 3, 11 febbraio 2006 L’editoriale

La soluzione è la tolleranza

Scherzare con i santi di un'altra religione: scriteriata imprudenza o consapevole scelta ideologica? Ma l'Occidente delle guerre preventive è anche quello della tolleranza come ricerca delle ragioni del diverso.

La libertà, questo prezioso gioiello della nostra civiltà, ha un gemello altrettanto prezioso, la responsabilità. Anzi, per restare nella metafora, sono più esattamente due fratelli siamesi. La libertà non può mai essere disgiunta dalla responsabilità.

Responsabilità significa rispondere delle conseguenze dei propri atti liberamente compiuti, e quindi essa comporta l’obbligo di rappresentarsi gli effetti delle proprie azioni prima di metterle in atto. Questo è il pedaggio che bisogna pagare al sublime privilegio della libertà. Ha adempiuto, quel giornalista danese che ha pubblicato le vignete satiriche su Maometto, a questo inderogabile dovere? Quale scopo si era proposto di raggiungere con quella pubblicazione? Quale risultato si attendeva da una tale iniziativa?

Per quanto mi sforzi in congetture ipotetiche, non riesco a vedere cosa di positivo una persona di normale intelletto poteva immaginare scaturisse da una così strampalata idea. Già l’antica saggezza dei proverbi ci ammonisce di scherzare con i fanti ma di lasciare stare i santi. A maggior ragione è pura stoltezza, se non vera e propria protervia , scherzare con i santi di un’altra religione, tanto più in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

Una moltitudine smisurata di esseri umani fusi in un credo religioso intensamente partecipato, disseminati su vaste zone del pianeta, travagliati da condizioni economiche a dir poco precarie e tuttavia padroni di gran parte delle risorse energetiche indispensabili al nostro benessere, percorsi da fanatismi così esasperati da generare manipoli di terroristi suicidi, tutto questo è uno scenario esplosivo che non poteva essere ignoto a colui che ha deciso di pubblicare quelle maledette vignette satiriche. E allora perché lo ha fatto? E’ stata una colpevole e scriteriata imprudenza o una consapevole scelta ideologica?

Temo purtroppo che sia vera la seconda ipotesi. Essa è coerente con la predicazione di Oriana Fallaci e di Giuliano Ferrara. E’ in perfetta sintonia con la guerra preventiva scatenata da Bush in Afghanistan ed in Irak come irata risposta all’attacco terroristico dell’11 settembre. Si armonizza con la tattica delle pregiudiziali poste ad Hamas dopo la vittoria elettorale conseguita in Palestina contro Al Fatah. Corrisponde alla perentoria pressione contro l’Iran perché rinunci si suoi progetti di arricchimento dell’uranio. La temperie complessiva è quella che prelude alla scontro di civiltà, alle guerre di religione. Il punto di arrivo non può essere che un esito catastrofico.

Eppure la nostra civiltà occidentale custodisce un valore davvero supremo e che può essere risolutivo in queste drammatiche situazioni. Non consiste nella superiorità della nostra religione o della nostra civiltà rispetto alla loro. E’ il valore della tolleranza intesa non solo come il contrario della intolleranza, ma anche come capacità di cercare e capire le ragioni dell’avversario.

Le icone della loro fede non devono essere oggetto di dileggio.

Le guerre preventive abbattono i dittatori ma con l’ecatombe di civili innocenti seminano l’odio e lo spirito di rivalsa.

Hamas è sorto per distruggere Israele ma ha vinto le lezioni perché Al Fatah era corrotto, e assumendo il governo del suo popolo dovrà trattare con Israele ed in tal modo sarà costretto ad accettarne l’esistenza.

Ahmadinejad dice cose orrende, ma è stato eletto dal suo popolo anche se in una democrazia vigilata dai supremi sacerdoti islamici. E’ giusto impedirgli di dotarsi della bomba atomica, ma la pretesa sarebbe più convincente se all’atomica rinunciassero tutti, a cominciare dai cinque stati che nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU dispongono del diritto di voto ed ancor più quegli altri che gli sono vicini, come l’Egitto, il Pakistan, l’India ed Israele. Stati non meno aggressivi dell’Iran. Tanto più se si considera che l’unico governo che nella storia dell’umanità ha sganciato una bomba atomica, anzi due, su popolose città è stato il democratico presidente degli Stati Uniti d’America. E’ una pura illusione sperare che la cultura della tolleranza possa infine prevalere?