Nei cinque giorni della rassegna, a cavallo tra musica, cinema e danza, sul maestro della musica minimalista, riproposte con successo ed intensità le tensioni artistiche degli ultimi trent'anni
La coreografia di Angelin Preljocaj, attraverso invenzioni scenografiche, l'utilizzo di costumi ed oggetti fantasiosi, rivisita in chiave vitalistica la partitura di Vivaldi, comunicando eccitazione e/o leggerezza.
Su una rapina in banca, Spike Lee fa un film dalle tante sfaccettature, alla ricerca di verità più profonde dall'insieme di tante verità, storie, persone.
Maschere, costumi e filmati dai più caratteristici e trasgressivi carnevali di montagna. A cura del Museo degli Usi e Costumi di San Michele all'Adige.
Gli ampi spazi del castello prestati a una personale di grandi opere ad hoc realizzate. XIV edizione affidata all'artista trentina, con il titolo "Fuori luogo comune".
Impeccabile esecuzione al Mart di Rovereto di "Untitled" di Lucinda Childs, presente a un apposito incontro. Però, se non si pubblicizza il tutto, si creano solo eventi flop.
Di Werner Herzog l'inquietante film ricavato dai video di un appassionato studioso di orsi. Un discorso disincantato e tragico sul rapporto tra uomo e natura, con la narrazione che pietosamente si arresta, in un momento di intensa umanità, sul limitare della tragica conclusione.
Personale del grande fotografo trentino recentemente scomparso: 200 scatti suddivisi in tematiche, sulla gente e il paesaggio trentino, che parlano un linguaggio internazionale.
La Haydn chiude il ciclo delle sinfonie di Beethoven (e la stagione) con l'opera più classica: la mitica Nona. Diretta da Gustav Kuhn in maniera entusiasmante.
Al Mart una mostra sul rapporto (a dire il vero quasi sempre poco felice) del cinema con il fumetto: ma gli oggetti in mostra sono di scarso interesse, e le lacune molte. Un'esposizione non all'altezza del Museo.
Almodovar qui fa un film forse esasperato in un femminismo troppo unilaterale; e forse di maniera, secondo un suo stile che ormai è un clichè. Eppure è un film vero, drammatico e comico, che sa emozionare e divertire.
Come, in un artista non credente, la contemporaneità irrompe nel racconto evangelico. L'arte sacra di Winkler, che un tempo scandalizzava, riproposta oggi in una mostra al Museo Diocesano: che non lascia indifferenti.
La storia di un lobbysta delle multinazionali del tabacco: caustica ed efficacissima satira del cinico debordare del business ad di sopra di ogni valore.
Alla 26ª edizione della rassegna roveretana, centralità dell'Africa: attraverso una danza che contamina ritmi e riti tribali con la coreografia e la musica occidentale; e attraverso le mostre e incontri collaterali.
Al Castello del Buonconsiglio la mostra-evento dell'estate: il pittore bresciano Romanino, autore del ciclo di affreschi del Castello, riproposto in una monografica che ne spiega ed esalta l'anticonvenzionalità manierista. In esposizione anche altri autori rinascimentali: il Moretto, Dosso Dossi, Marcello Fogolino, Lorenzo Lotto, Tiziano.
L'affascinante percorso artistico-naturale di quest'edizione di Arte Sella, culminante nel nuovo "Teatro vegetale". Con un problema: il troppo successo, il pericolo dei grandi numeri, in una manifestazione che vive di un raro equilibrio con la natura.
Mirabile film di Stephen Frears sulla regina Elisabetta alle prese con il fastidioso fenomeno mediatico "Lady D": le contraddizioni tra sentimenti e razionalità, austere tradizioni obsolete e modernità volgare.
Ultima delle rivisitazioni di Mario Martone della trilogia mozartiana, il "Figaro" al Sociale di Trento diverte e ancora convince. Anche se realizzato con impegno minore di quello profuso nelle altre due opere.
Mostra sui grandi protagonisti della Secessione Viennese: non porta novità, non farà avanzare gli studi; presenta però grandi e piccoli capolavori, e sarà un successo di pubblico.
Un racconto di innocenti errori che generano disgrazie e disperazione e in un crescendo che porta a un tragico caos, una dolorosissima mancanza di senso. Il messicano Alejandro Gonzáles Iñárritu, intrecciando abilmente diversi fili narrativi e spazi temporali crea un film angoscioso ed elegante.
Film low cost di Corrado Guzzanti: un'ottima, filologica parodia dei cinegiornali del millennio; e al contempo una centratissima satira sui temi dell'oggi. Guzzanti, oltre che grande interprete, si rivela grande autore.
"Prima pagina", di Ben Hecht e Charles Mac Arthur, sulla stampa cinica: cose risapute e battute vorticose ma inconsistenti. Ed è un peccato, perchè gli attori (Gianmarco Tognazzi e la Compagnia delle Indie Occidentali) offrono una buona prova.
Il "Vuoti a rendere" di Maurizio Costanzo: una serie di banalità televisive, una carrellata di triti rimpianti. Propinati a Paolo Ferrari e Valeria Valeri, che si meriterebbero molto di meglio.
La compagnia di Michele Abbondanza, con la drammaticità di "Polis", ultimo atto della trilogia classica sul sacrificio, e l'apertura alla speranza di "Try", chiude un ciclo e ne apre un altro, entrambi all'insegna dell'intensità emotiva.
Padri e bandiere, elementi stantii da retorica patriottarda. E invece Clint Eastwood, rinunciando a imporre il suo punto di vista ma restando aderente ai fatti, riesce a fare un film intenso e toccante.
Film che, narrando un episodio di stregoneria, vorrebbe presentare uno spezzone di storia del Trentino. Ma il carattere troppo amatoriale, oppure smaccatamente pubblicitario, fanno naufragare l'opera nel ridicolo.
La classica formazione del quartetto all'interno della musica del '900: questo il tema, ambizioso e stimolante svolto dall'Arditti, celeberrimo e, alla Filarmonica di Trento, all'altezza della fama.
Al Mart una mostra sull'automobile: il mito della macchina proposto acriticamente, e solo attraverso l'esposizione di auto. Troppo banale (anche se di successo) per un museo dalle ambizioni del Mart. Alla Galleria Civica una personale di Lome, poliedrico artista ideatore, tra l'altro, del Bosco dei Poeti.
Pippo Delbono e la sua ultima, difficile sfida: trasferire nel cinema il suo teatro, fattp delle vicende e della presenza scenica di "attori" presi dalle strade e dai manicomi. Un azzardo; ma riuscito.
A Trento il Balletto Nazionale della Georgia e la Honvéd Dance Company di Budapest, portano la ricchezza e il fascino delle danze popolari, momento di riappropriazione di cultura e tradizioni. Attraverso i due filoni: la ricerca filologica, e l'evoluzione stilistica.
Il film di Kaurismaki riprende e rielabora i temi di Chaplin: sulla positività dei perdenti, sull'affetto per i diseredati, sulla felicità che non è promozione sociale.
All'Auditorium di Trento un Samuele Bersani in formato intrattenitore, che per un'ora parla di sé e spiega le sue (non certo complesse) canzoni. Peccato, perchè quando poi canta, non è niente male.
Un documentario di Davide Ferrario e Marco Belpoliti, che ripercorre oggi la strada di Primo Levi dopo Auschwitz. 6.000 chilometri nel postcomunismo, in una realtà irreale, accompagnati dalla lettura di brani de "La tregua".
"L'uomo e lo spazio", mostra con notevole dispiegamento dei grandi nomi della pittura soprattutto italiana dagli anni '20 ai '50. E con avarizia di spiegazioni per il visitatore.
"Tootsie" di Maurizio Nichetti è uno spettacolo agile, disinvolto, che affronta non banalmente un tema complesso; e Columbro regge il confronto con il mostro sacro Hoffmann. Poi, visto che tira, si vuole fare quello che non si sa, il musical...
Dopo “Flags of our fathers”, Clint Eastwood racconta la battaglia di Iwo Jima dal punto di vista dei giapponesi. E pur all'interno di un buon film, ineccepibile, il regista non riesce a volare così alto e scavare nel profondo come aveva fatto con il punto di vista americano.
Commistione di tradizione (le percussioni delle tablas indiane) e innovazione (tonalità interpretate da un mixer audio) classico (Mozart) e contemporaneo (una prima assoluta) gli italiani del Quintetto Bibiena e l'anglo-indiano BC Manjunath.
Musica di alto livello a scuola, al Liceo "Rosmini" di Trento: questa volta di scena la musica di Piazzolla e i ballerini di Tango: per uno spettacolo encomiabile.
Decisamente interessante al Mart di Rovereto la mostra sul design italiano, dall'Art nouveau alla contemporaneità: con approfondimenti come l'evoluzione del gusto, il rapporto con l'economia, il dialogo tra le varie arti...
Il testo di Warren Adler dimostra i suoi limiti di scontatezza. E in questi casi, un'ottima messa in scena (di Ugo Chiti) e un'ineccepibile recitazione (Zanetti e Lattuada) possono ben poco...
Un documentario su un'intervista a Pasolini sul set di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”: un discorso lucido, crudele ed attuale sul sadismo, sull'imbarbarimento dei giovani, sull'opera corruttrice della televisione.
Intenso, poetico lavoro di Castelli su storia e memoria, della propria famiglia e della guerra.. L'artista trentino, qui affabulatore originale (rispetto a Marco Paolini) ha raggiunto una piena maturità. Pubblico convinto e commosso.
In mostra 45 fotografie (dai negativi originali) tra gli anni 1936-46, del grande reporter/artista americano. Il mondo crudo della New York notturna documentato da un osservatore (solo apparentemente) implacabile e disincantato.
Di Saverio Costanzo un film sulla vita in convento: un ambiente attraente eppur angosciante, narrato con pochissime parole e un uso sapiente della macchina da presa.
"Musica, maestro" di Loredana Cont messa in scena dalla "Filogamar" di Cognola, un bell'esempio del tradizionale teatro amatoriale trentino: dispositivi comici più che collaudati, ma risultato fresco e vivace.
La riscrittura in chiave contadina della Bibbia della pur benemerita Arca Azzurra Teatro non convince. Al di là della stucchevole ricerca dello scandalo (da parte della stampa locale) per un seno nudo.
Militarista, grondante di retorica patriottarda e fascistoide, il film-fumetto su Leonida alle Termopili può essere letto come una chiara allegoria politica: pro interventismo americano. Se si passa sopra a tutto questo, e al compiacimento verso una violenza continuamente esibita, si può trovare una narrazione tesa ed incalzante, in un prodotto ben confezionato.
Frana nel ridicolo l'ultimo film di un grande regista come Ermanno Olmi: con alla base un anti-intellettualismo di maniera (con gli italiani messi in guardia dalle troppe letture!) che appare solo un vezzo masochista.
Fiorella Mannoia in versione simil-brasileira ci prova, a far sognare i patiti del Sudamerica. Ma, nonostante l'ottimo repertorio, non ci riesce proprio.
La vita, gli studi, le opere del Soprintendente alle Belle Arti di Trento e Bolzano, che approfondì la storia dell'arte regionale e pose le basi per la sua tutela e valorizzazione: una mostra al Buonconsiglio di Trento.
Il "Galileo" versione Antonio Calenda (regista) e soprattutto Franco Branciaroli (interprete) fa sempre riflettere su scienza e potere; un teatro della parola che comunque riesce ad avvincere lo spettatore.
Di Danny Boyle un film di fantascienza (filone apocalittico) dal grande impatto figurativo e che dice qualcosa di nuovo anche sul rapporto uomo-macchina. Peccato che frani nell'ultima mezz'ora...
Il festival roveretano "Futuro Presente" dedicato a Bernardo Bertolucci: aveva senso? Non è un regista che ha dato il meglio quaranta anni fa e poi si è annacquato? Al termine della rassegna possiamo dire che...
Alla Galleria Civica di Trento un progetto che sembra sospeso tra l'antropologico e il banale: il monumento alla famiglia-tipo, individuata tramite analisi sociologica. Ma Gillian Wearing è artista non convenzionale e di sicura fama...
Dal vincitore "Primavera in Kurdistan", alla "Febbre dell'oro" musicata dal vivo, alla "Vita e morte di Guido Rossa": la 55ª edizione del Festival della Montagna conferma la riuscita dell'impostazione (una montagna con meno sport e più umanità) della direzione Nichetti.
Film prezioso, profondo, coinvolgente, sulla DDR e la Stasi; e soprattutto sull'umanità che si deve adattare a convivere con sistemi politici intollerabili.
Da David Fincher un altro appassionante ed amaro film su un serial killer: ma soprattutto sulla sconfitta delle investigazioni, cioè sull'estrema difficoltà di interpretare la realtà. In una metropoli che tutto nasconde ed omologa.
In pietra, ferro, reti metalliche, le sculture geometriche di Zavagno, si relazionano con l'ambiente e il paesaggio, fino a compenetrarsi con esso. Anche per questo, particolarmente suggestiva l'esposizione negli spazi del Castello di Pergine.