Questa Asia, questo Trentino
Testimonianze, dibattiti, musica, cucina: una kermesse dedicata all'Altro Mondo. Che pur è così vicino e presente.
Faceva caldo, sabato 13 maggio: verso le due, turisti e indigeni passeggiavano compiaciuti per Trento, scollacciati e muniti di grossi gelati; cosicché ognuno di essi ha potuto di tanto in tanto soffermarsi a osservare alcuni eleganti atleti concentrati nel gioco del cricket, in piazza Duomo. L’una contro l’altra opposte, una squadra trentina e una di pakistani residenti in Italia: una proposta originale, che la nostra piazza, abituata a tollerare ospiti ben più invadenti, ha accolto degnamente.
Nello stesso pomeriggio, a palazzo Thun, "Ricamare l’identità", mostra di tessuti preziosi indiani, nepalesi, guatemaltechi e peruviani. All’inaugurazione, con il sindaco Pacher, una trentina di persone ha potuto ammirare i manufatti esposti e ascoltare le voci degli artigiani e dei disegnatori tessili presenti. Infine, con le sue spiegazioni gastronomiche l’infaticabile Elena ha poi accompagnato gli ospiti nella degustazione delle deliziose vivande offerte dal buffet ivi allestito.
I due eventi preannunciavano l’apertura della kermesse primaverile "Asia. QuestAltroMondo", finestra aperta sulle "lontane" culture di cui sono portatori anche i nostri vicini di casa, lavoratori immigrati e residenti, organizzata dal volontariato trentino.
Il 15 maggio, in una gremita Sala della Cooperazione, i monaci tibetani dell’Handong Kamtze si sono esibiti in suggestive danze tradizionali, creando la giusta atmosfera per il clou della serata, la conferenza della World Social Agenda, intitolata "Asia. Oltre la paura". Quattro donne - Kezevino Aram, membro della Conferenza mondiale delle religioni per la pace; Meera Batharai, membro del commercio equo nepalese; Chea Vannath, presidente del Centro per lo Sviluppo Sociale cambogiano e candidata al premio Nobel per la pace 2005; Maria, birmana, studentessa universitaria a Trento - hanno risposto alle domande della moderatrice, la giornalista Annamaria Borghese, esprimendo le loro opinioni sulla situazione dei diritti civili, sulla partecipazione femminile alla vita pubblica nei loro Paesi d’origine, sui problemi della democrazia e della riconciliazione sociale dopo le numerose guerre.
Appassionata e incisiva, la dott. Aram ha esposto chiaramente i termini del problema dello sviluppo in Asia: non c’è sviluppo senza emancipazione femminile. Troppe donne in India vivono ancora in condizioni di scarsa tutela, marginalizzate e vittime di un’economia che nel migliore dei casi le sfrutta, lasciandole in povertà. Il commercio equo e solidale, ha poi spiegato Meera Bhattarai, soffre ancora di pregiudizi relativi alla qualità dei prodotti messi sul mercato; è necessario migliorare il marketing ed aumentare il volume di scambio delle informazioni e delle competenze; ha insistito sull’attenzione richiesta dal design, che va adattato al gusto dei potenziali acquirenti europei. Chea Vannoth, cambogiana, ha raccontato a grandi linee la storia della sua patria, il proprio esilio, la difficile situazione economica della Cambogia; ha auspicato che il turismo europeo trovi maggior stimolo nell’intraprendere una conoscenza da cui al Paese ospitante deriverebbero considerevoli vantaggi, stimolando lo sviluppo dell’artigianato e dell’imprenditoria turistica locali. Infine, Maria, giovane birmana, ha raccontato in italiano le proprie esperienze ed opinioni sul suo Paese, oppresso da una dittatura militare e ben lungi dal rispetto dei diritti umani. Una sua frase ingenua ed emblematica, ha colpito il pubblico: "Quando in Italia mi hanno spiegato il significato dell’espressione ‘votare alle elezioni’, ho impiegato diverso tempo per capirne il significato".
Nei giorni successivi le "Cene dell’Altro Mondo", come di consueto, hanno attratto la curiosità e la golosità di tutti i convenuti, impegnando i volontari in una frenetica attività per ottemperare a tutte le richieste e per snellire le lunghe code di affamati. Tra e sotto i capannoni persone di ogni età hanno goduto della temperatura mite, dedicandosi a conversazioni, a picnic sull’erba, mentre i musicisti di turno li intrattenevano dal palco. La sera di martedì 16, con la simpatica presenza degli scolari di Martignano, le "Cene" sono state pertanto inaugurate (anche qui era presente il sindaco), con la partecipazione gastronomica di cucinieri tailandesi e tibetani; il giorno seguente è stata la volta della cucina palestinese e israeliana, mentre il Maram Oriental Ensemble eseguiva dal vivo piacevoli musiche orientali di varia nazionalità; l’ultima sera, giovedì 18, è stata la volta della gastronomia pakistana e cingalese, con il sottofondo musicale del gruppo multietnico Surtala.com, melodie asiatiche contaminate con il gusto moderno.
Come negli anni passati, la manifestazione ha avuto il merito di richiamare l’attenzione su temi sociali e politici importanti, mettendo in risalto l’importanza del necessario avvicinamento, della comprensione e della valorizzazione delle culture a noi meno note.