Un “Barbiere” pieno di spirito
Prima opinione sull'edizione ridotta del "Barbiere di Siviglia" al Santa Chiara: divertente ed efficace.
Il Centro S. Chiara ha proposto ai melomani trentini una versione ridotta del “Barbiere di Siviglia”», per la regia di Cristina Pietrantonio. Regista accorta e abituata a lavorare con pochi mezzi, la Pietrantonio ancora una volta è riuscita a dare una veste teatrale a un’opera, servendosi semplicemente di alcune porte di colori diversi, disposte sullo sfondo del palcoscenico, e di qualche tavolino da night-club con le rispettive sedie. I costumi, adattati alla lettura modernizzata del testo – con cantanti e ballerine di un bal-tabarin – hanno poi provveduto ad assimilare l’opera ad un musical hollywoodiano, sia pure nel pieno rispetto di partitura e libretto.
In realtà – e qui sta il nocciolo della proposta musicale – gli allievi del corso di composizione del Conservatorio “Bonporti” di Trento hanno provveduto a ridurre la strumentazione prevista originariamente, adattandola per un’orchestra di soli dodici elementi, e dunque intervenendo sulla partitura medesima. Un esercizio utile, proficuo e, come s’è visto, efficace.
Nella prima serata, mercoledì 7 febbraio, cui abbiamo assistito, diretti dal M° Dini Ciacci, i musicisti dell’orchestra giovanile “J. Futura” (fondata nel 2006 dallo stesso Dini Ciacci e dall’imprenditrice Paola Stelzer) hanno intepretato con apprezzabile diligenza quanto proposto loro dai colleghi compositori, mentre in scena, da par loro, i giovani cantanti hanno assolto con impegno il loro compito di interpreti vocali. Tra di essi, abbiamo il piacere di sottolineare la prova recitativa e canora di Francesca Micarelli (Rosina), potente e a suo agio nelle vesti di vamp; Stefano Spada Menaglia (Bartolo), farsesco e indovinato manigoldo; Raffaele Prestinenzi (Il Conte d’Almaviva), dal piacevole vibrato; Gabriele Spina (Figaro), ben ripresosi dopo un incerto avvio con la celebre cavatina, e successivamente molto ben calatosi nella parte; Monica Zeni (Barta), anch’ella altrettanto efficace e avvenente comprimaria di Rosina; misurati e bene in parte Vladimer Mebonia (Basilio) e Silvano Ceolin (Un Ufficiale). Divertenti, anche se non sempre apprezzati da tutto il pubblico, gli interventi della guest star, Mario Cagol alias Supermario, in qualità di elettricista-narratore, incaricato di raccontare le parti soppresse dello spettacolo.
Il pubblico, numeroso, ha gradito la proposta-esperimento; per il Centro S. Chiara e il Coordinamento teatrale trentino, sarà dunque opportuno proseguire in questa direzione, portando avanti i progetti formativi - “Il Piacere dell’Opera” e “Opera Discount” - da cui è scaturito lo spettacolo, con l’obiettivo di “rendere l’Opera accessibile a tutti”.