Direttore ed ex direttore del Festival della Montagna rispondono sulle prospettive della manifestazione. Film a soggetto sì o no? Dove finiscono tutti questi documentari? E’ vero che si vuole privatizzare il Festival?...
I due atteggiamenti del Festival: il desiderio di nuovo, l'approccio spettacolare ed effimero alla natura da una parte; il fiducioso attaccamento alle tradizioni dall'altra.
La grande mostra (oltre 400 opere esposte) del Mart sulla montagna e le sue interpretazioni artistiche. Semplice sfondo, soggetto naturalistico, fulcro della poetica del sublime e fonte di sperdimento: dal 1400 al 2003 l'evoluzione del rapporto tra uomo/artista e montagna/natura.
I recenti assurdi divieti nella pratica dello scialpinismo, contro la montagna e la libertà. Rispondere con forme di disubbidienza civile? Intervista a Mauro Giongo.
La Convenzione delle Alpi è il più importante, vasto ed organico progetto internazionale di sviluppo sostenibile; per la salvaguardia di risorse strategiche (acqua, foreste, energia, biodiversità) decisive anche per la pianura. Eppure in Italia, Francia, Slovenia, non se ne vuole parlare.
L'alpinismo come conquista, successo, pettegolezzo. La cultura mummificata della montagna come emerge dalle scomposte celebrazioni del CAI della conquista del K2 con corollario di massiccia spedizione.
Le città alpine nell'era dell'innovazione: come possono realtà usualmente conservatrici investire in originalità e ricerca? La montagna è luogo di isolamento o spazio di relazioni? Delle domande forti e un dibattito fecondo.
Maurizio Nichetti, neodirettore della rassegna, ha impresso una svolta netta: positiva e riuscita (a parte qualche mugugno degli alpinisti più duri e puri).
E’ terminato nella più totale delusione il lavoro per la candidatura all’Unesco delle Dolomiti come Patrimonio dell’umanità: cime dimenticate (il Sassolungo!!!) lavori secretati, ossessiva preoccupazione di salvaguardare non la montagna, ma il turismo più aggressivo.
L’attrazione verso il Trentino ha motivazioni precise: l’assenza in Veneto di una politica per la montagna. Purtroppo anche in Trentino, ultimamente si guarda proprio al modello Nord-Est...
I motivi veri per cui si può rivendicare la specificità del Trentino: l'autogoverno secolare, la cura del territorio, il volontariato, le sperimentazioni politiche... Ma sono proprio i valori annacquati nella rincorsa di modelli altrui.
Di Werner Herzog l'inquietante film ricavato dai video di un appassionato studioso di orsi. Un discorso disincantato e tragico sul rapporto tra uomo e natura, con la narrazione che pietosamente si arresta, in un momento di intensa umanità, sul limitare della tragica conclusione.
Tita Piaz fuori dal mito.
Luciana Palla, Tita Piaz a confronto con il suo mito, Istitut cultural ladin e Museo storico in Trento, Trento 2006, pp. 288, 18.
A cura di Roberto Festi. Venezia, Marsilio, 2006, pp. 192, € 45.
Un libro sul lavoro del massimo fotografo trentino, cantore del mondo contadino di montagna: fotografie che documentano il passato e ci parlano del presente.
Mutamenti climatici: i ritardi del Trentino nell’offrire risposte adeguate alle nuove domande del turismo del futuro. Il caso della Valle di Fiemme nelle parole degli addetti ai lavori.
I problemi che vengono al pettine: la mancanza, in Italia e nelle Regioni ordinarie, di una politica della montagna; e il parallelo attenuarsi delle motivazioni delle Regioni a statuto speciale. L’intreccio, non chiarito, delle due problematiche, alla luce della tentata fuga dal Veneto dei comuni di montagna.
Dal vincitore "Primavera in Kurdistan", alla "Febbre dell'oro" musicata dal vivo, alla "Vita e morte di Guido Rossa": la 55ª edizione del Festival della Montagna conferma la riuscita dell'impostazione (una montagna con meno sport e più umanità) della direzione Nichetti.
113° congresso della SAT: “Il futuro non ha bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno del futuro”. L’impegno dell’ associazione perchè si affrontino con umiltà e realismo i problemi epocali.