Il presidente Dellai è pregato di…
L’Austria sta rispettando la Convenzione delle Alpi, la Provincia di Trento un po’ meno...
Vogliono costruire nuovi impianti turistici nel Parco dello Stelvio o a Folgaria? Attenzione, signori. Esiste una cosa chiamata "Convenzione per la protezione delle Alpi (Convenzione delle Alpi)", ratificata anche dall’Italia (1999).
"Consapevoli che le Alpi costituiscono uno dei più grandi spazi naturali continui in Europa, un habitat naturale e uno spazio economico, culturale e ricreativo nel cuore dell’Europa…; considerando che il crescente sfruttamento da parte dell’uomo minaccia l’area alpina e le sue funzioni ecologiche in misura sempre maggiore ...; convinti che gli interessi economici debbano essere armonizzati con le esigenze ecologiche...", l’Italia, l’Austria, la Germania ed altri paesi alpini ed anche l’Unione Europea hanno firmato e ratificato questa Convenzione. (www.convenzione dellealpi.org)
La solita bella dichiarazione di intenti senza alcun valore pratico? Nossignori. Nella primavera del 2004, quando alla sede del governo provinciale di Innsbruck si riunì un gruppo di lavoro di vari esperti per discutere un nuovo piano provinciale per le funivie turistiche (ne dà atto il verbale, venne debitamente registrato con l’apposito numero di protocollo dell’amministrazione provinciale, Ic-1.1160.04/25.04), il rappresentante dei cementificatori minacciò di lasciare la seduta nel caso che qualcuno si ostinasse nel riferirsi a questa benedetta convenzione.
E perché mai? La Corte Costituzionale, il 22 settembre del 2003, aveva sentenziato che questa convenzione, così com’è, fa parte del diritto nazionale vigente, e va applicata da tutte le istanze amministrative e giuridiche, poiché con la ratifica da parte di entrambi i rami del Parlamento e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il testo – compreso quello di tutti i protocolli aggiuntivi – fa parte dell’ordinamento giuridico nazionale. La stessa cosa, il ministero competente (dell’ agricoltura e dell’ambiente) l’ha detto con una circolare del settembre 2003. E l’ha scritto anche un esperto del diritto amministrativo per la Germania negli "Bayerische Verwaltungsblätter" del 15 marzo scorso.
L’Austria, insomma, pare abbia capito che non si può ricorrere alla Convenzione quando si litiga con l’Unione per quanto riguarda il traffico dei Tir, e ignorarla quando si vogliono costruire nuovi impianti turistici.
Cosi, tanto per fare alcuni esempi, la giunta provinciale tirolese, già nel giugno del 2003, aveva interdetto "trasporti speciali di persone" per sciare in "territorio vergine" sul Piz Val Gronda (Silvretta). Nello stesso mese, la costruzione di nuove piste da sci nella valle Zillertal, un’importantissima regione turistica, è stata vietata. Nel febbraio di quest’anno, la giunta di Salisburgo ha vietato, in base all’art. 16 del Protocollo Turismo, "il trasporto ed il deposito di persone in aeromobile a fini sportivi".
Anche Innsbruck è stata "colpita" dalla Convenzione. Per il "rinnovamento" (leggi: l’ampliamento) di impianti e piste vicine alla città, il Consiglio aveva già votato alcuni milioni di aiuti; e sembra avesse trovato anche uno strumento per eludere il divieto europeo di aiuti statali per impianti turisticiMa il tribunale amministrativo-ambientale della Repubblica, con sentenza del 22 marzo 2004, ha voluto cancellare la concessione garantita dalla giunta provinciale basandosi sul Protocollo "Difesa Suolo" (articolo 14, comma 1, divieto di costruzione di impianti sciistici su "suolo instabile"). Uffa.
A volte, pare, le convenzioni internazionali non sono prive di valore "tecnico". Quando, dunque, la CIPRA, protestando contro nuovi progetti turistici, si riferisce alla Convenzione Alpina, non fa altro che richiamare l’Italia, paese firmatario, alle sue responsabilità.
Prossimamente, nel mirino delle associazioni degli ambientalisti, come pure del Club Alpino, i progetti di nuove superstrade transalpine. Il Protocollo Trasporti impone infatti di "astenersi dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino" (articolo 11, co. 1). Non sarà mica facile, quindi, trovare argomenti a favore dell’autostrada "Alemagna" o simili!
Per evitare guai, il Presidente Dellai - il quale, quando era sindaco di Trento, si era impegnato a potenziare la Comunità di lavoro "Città delle Alpi" (vedi www. cittalpi.net/ ) - farebbe bene a visitare il sito della Convenzione e rileggersi i testi dei Protocolli.