Malghe, bovini e Provincia
Appare sui giornali di oggi la notizia dell’arresto di tre notissimi allevatori del Bleggio, accusati di truffa nei confronti dell’Unione Europea per il non piccolo importo di tre milioni e mezzo di euro, grazie ad un vivace traffico d’importazione di bovini dall’Europa orientale.
Non sono in grado ovviamente di pronunciarmi sulla fondatezza dell’accusa. Osservo tuttavia come il caso, a quanto mi risulta, sia tutto fuorché recente. Segnalazioni e denuncie sul cattivo uso delle malghe affittate (assai numerose), su animali morti di stenti e lasciati a marcire, o quantomeno assai frettolosamente sepolti, sulla totale incompatibilità dei vitelli importati, per precedenti cattive condizioni fisiche o per altra causa, con l’allevamento in montagna, sono emerse più e più volte sulla stampa locale e in altra sede. Nessuna sorpresa quindi per la denuncia.
Vorrei tuttavia essere meglio informato sul ruolo e sull’atteggiamento assunti dalla Provincia Autonoma, e segnatamente dall’Assessorato all’Agricoltura e Foreste, in tutta questa vicenda. Mi sono arrivate infatti in questi mesi notizie sull’uso dell’elicottero per il trasporto dei manzi nelle più isolate malghe delle nostre montagne, su sopralluoghi e forse servizi di accompagnamento effettuati dai forestali, su di un insufficiente controllo relativamente alle cattive condizioni igienico-sanitarie del bestiame monticato. L’Assessore competente era magari all’oscuro di questi fatti?
Se ne era informato, quali provvedimenti sono stati adottati?
Mi scusi per l’indiscreta curiosità