Le capitali alpine dello smog: Bormio, Cortina e Moena
Sono sinonimo da sempre di villeggiatura estiva in montagna. Ma quest’anno proprio loro, Bormio (Sondrio), Cortina d’Ampezzo (Belluno) e Moena (Trento), mete per antonomasia del turismo alpino, si guadagnano il titolo di capitali alpine dello smog.
E’ quanto emerge dal dossier sulla qualità dell’aria ad alta quota prodotto dalla Carovana delle Alpi 2005, la campagna di Legambiente realizzata con il contributo del Ministero dell’Ambiente, che ogni anno nel periodo estivo effettua un vero e proprio ‘check-up’ di tutto l’arco alpino.
Dai nostri rilevamenti emerge che il biossido di azoto è sopra i limiti indicati dalla legge in tutte e tre le località.
Il benzene è fuori controllo a Moena e presenta livelli preoccupanti a Bormio, pur rimanendo al di sotto della soglia di legge.
Il PM10 invece sfora a Cortina.
In montagna si va di solito per respirare aria buona, ma in realtà in estate si rischia che sia peggio di quella che si respira in grandi città come Milano o Torino.
Due gli imputati principali: i troppi mezzi pesanti in circolazione e un turismo tutto motorizzato. C’è chi, come nelle località della Val di Fassa, ha preso coscienza del problema e sta pensando a come porvi rimedio e chi invece preferisce far finta di niente: è il caso di Cortina, dove ci sono in progetto nuove strade che, se realizzate, riverseranno nella conca ampezzana e in Cadore una valanga di TIR e auto.
Il monitoraggio su ozono, biossido di azoto e benzene è stato effettuato tra il 2 e il 23 agosto in località tra loro omogenee per la forte presenza di turisti e per la localizzazione nel fondovalle, che le rende simili dal punto di vista della circolazione atmosferica. I rilevamenti sono stati compiuti con campionatori passivi e hanno registrato i valori di concentrazione media su base settimanale dei diversi inquinanti. Quest’anno, per la prima volta e in via sperimentale, anche i livelli di PM10 sono stati messi sotto controllo dalla Carovana delle Alpi. Le misurazioni sono state fatte nei giorni tra il 5 e il 9 agosto con un misuratore ottico, funzionante sul principio della diffrazione della luce di un raggio laser quando viene attraversato dalle particelle in sospensione.
Più di 700 persone hanno partecipato ai trekking che abbiamo proposto proprio per sottolineare che un turismo alpino senz’auto non solo è possibile, ma pure più bello, perché permette di scoprire itinerari sconosciuti e di avere un rapporto più autentico con il territorio.
Con più di 50 appuntamenti tra iniziative, blitz, mostre e convegni, a cui hanno partecipato oltre 5000 persone e più di 200 amministratori locali, il bilancio dell’edizione 2005 della Carovana delle Alpi è più che positivo.
Vogliamo che le istituzioni tornino ad occuparsi di Alpi come di una priorità. Siamo l’unico Paese dell’Unione Europea a non aver ancora ratificato i protocolli attuativi della Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale per la gestione delle risorse naturali e del territorio alpino. Questo per noi è inaccettabile.
La Carovana delle Alpi assegna ogni anno le Bandiere Nere e le Bandiere Verdi, con cui segnala le cattive o buone pratiche nella gestione del territorio alpino. Quest’anno una delle Bandiere Nere è stata assegnata proprio a Camera e Senato, che si palleggiano dal 2002 il provvedimento di ratifica della Convenzione a suon di stralci ed emendamenti.
La scelta di concludere la Carovana delle Alpi con la presentazione dei dati del dossier sulla qualità dell’aria a Torino, sede dei Giochi Olimpici Invernali del 2006 non è casuale. In questi ultimi anni abbiamo duramente criticato interventi che oggi si rivelano fallimentari, come i trampolini e la pista per il bob. Abbiamo denunciato le speculazioni edilizie che hanno degradato ambienti straordinari, come la conca di Pattemouche a Cesana Torinese.
Il Piemonte ha perso l’ennesima opportunità per innovare il turismo della propria montagna. Non a caso le Olimpiadi si chiamano "Torino 2006". Ancora una volta le valli piemontesi hanno subito le scelte e gli orientamenti della città e del suo sistema industriale, che ha imposto grandi poli invernali e grossi affari immobiliari, anziché un sistema di ricettività capace di distribuire gli arrivi nel corso dell’anno e di far crescere un’economia radicata localmente.
I dossier completi sulla qualità dell’aria ad alta quota e sulle Bandiere Nere e le Bandiere Verdi della Carovana delle Alpi sono disponibili su: www.legambiente.com.