La proposta di spendere oltre tre milioni di euro puzza molto di dono "elettorale" e cozza con l'esigenza di preservare una delle ultime zone selvagge presenti in Trentino
Il legname resta a terra preda di parassiti, le aste di vendita rimangono deserte, la burocrazia la fa da padrona, mentre nel vicino Alto Adige ne hanno già raccolto la metà
Lanciati gli "Stati Generali della montagna" escludendo il mondo ambientalista locale, pare che gli obiettivi non abbiano nulla a che spartire con la qualità del vivere o del turismo
Il riconoscimento di patrimonio dell’umanità è stato gestito solo in vista del marketing turistico. E il confronto con le richieste ambientaliste è stato impossibile.
Migliaia di persone si sono ritrovate in difesa del parco naturale regionale della Lessinia che si vuole ridurre l'area protetta di quasi il venti percento
Parcheggi, demenziali piste da skiroll, un poligono di tiro e in prospettiva le inevitabili strutture di appoggio. Così il Trentino ricerca l’eccellenza turistica.
Forse è il segno di una inversione di tendenza, non solo politica ma anche culturale, vedremo nei prossimi mesi le scelte dei nuovi sindaci sui temi climatici, della mobilità e dell'assistenza sanitaria
Fiumi ridotti a canali, sponde malamente “ripulite” e acque addomesticate e sfruttate senza necessità. Perché la natura, se non serve immediatamente al turismo, è un intralcio
Dopo Vaia in tanti territori si è sprecato il legname disponibile: sono le debolezze di una filiera del legno mal strutturata. E' ora di iniziare a vedere le foreste come una ricchezza.