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QT n. 10, ottobre 2022 Trentagiorni

Adamello-Brenta: un parco a intermittenza

Il presidente Walter Ferrazza: tra doppio lavoro e via libera alle Ferrari nel Parco

È proprio un innovatore l’attuale presidente del parco naturale Adamello Brenta, Walter Ferrazza. Non riuscendo a spiegare la presenza di 65 Ferrari in una delle valli gioiello del Parco Adamello-Brenta, val di Genova, durante l’estate giustamente chiusa al transito di traffico privato, se ne è uscito con una frase emblematica: “Quando il Parco non c’è, è una strada normale”. Fantastico, l'italica fantasia ha inventato anche il parco a intermittenza: l’ente è parco per due mesi all’anno, quanto è sufficiente per favorire il turismo di massa e poi quel territorio, nella visione di Ferrazza, perde ogni valore. Ecco allora che può accogliere ogni assalto: potenziamento di piste di sci, nuovi bacini di innevamento, musiche sparate da ogni locale, e ovviamente le macchine di lusso.

Walter Ferrazza

Fin dal suo insediamento alla presidenza del parco Walter Ferrazza è stato coinvolto in polemiche. Non solo e non tanto perché sia cacciatore. Ma perché il suo lavoro (ufficio tecnico) nel municipio di Pinzolo è ritenuto confliggente con gli scopi di un parco e perché nel passato era stato pagato per un doppio lavoro. Interessato da un giudizio contabile, la Corte dei Conti rilevava la possibilità che Ferrazza avesse cagionato al Comune di Valdaone un danno erariale di oltre 200 mila euro. Questo a causa di un rapporto di lavoro ritenuto illegittimo, seguito da false dichiarazioni e da comportamenti, anche dopo l’assunzione, non proprio trasparenti.

Ferrazza, invece di difendersi, ha preferito, legittimamente, accedere al rito abbreviato, concordando il pagamento di una somma a lui molto favorevole, 36.000 euro. Anche il possibile reato penale è stato evitato, avendo egli chiesto la “messa alla prova”, cioè l’inserimento in lavori di pubblica utilità a favore di un ente pubblico. Certamente Ferrazza non risulta essere colpevole, ma è altrettanto certo che ha rinunciato alla possibilità di dimostrare la sua innocenza. Per una persona chiamata a sostenere ruoli pubblici rilevanti come la presidenza di un parco naturale e l'essere sindaco a Bocenago, vi è un evidente cedimento nei valori etici. Col suo agire ha anteposto interessi privati a quelli degli enti pubblici che è chiamato ad amministrare. Se quella descritta è un’ombra pesante, vi si somma il suo comportamento nell’autorizzare l’uso di ambiti pregiati del parco per scopi che non rientrano nella gestione dell’ente, come l'aver aperto porte e valli al passaggio delle Ferrari e dei loro senza dubbio facoltosi proprietari. Anche l’onorabilità viaggia sui binari dell’intermittenza. (l.c.)