La Translagorai infiamma il confronto
La proposta di spendere oltre tre milioni di euro puzza molto di dono "elettorale" e cozza con l'esigenza di preservare una delle ultime zone selvagge presenti in Trentino
Quanto è accaduto questo mese attorno alla proposta della Provincia di spendere 3 milioni e 600 mila euro per sistemare un lungo sentiero (di 85 km.) della già esistente Transalgorai accende speranze. In soli due giorni il sito su Facebook “Giù le mani dal Lagorai” ha avuto oltre 5.000 adesioni. I commenti, severissimi (l’assessore Mauro Gilmozzi li definisce “violenza”) mettono in risalto la necessità di preservare da qualunque attacco una delle ultime zone selvagge ancora presenti in Trentino.
Va ricordato che solo 100 mila euro sono destinati al ripristino del sentiero. Gli altri denari verrebbero investiti nella ristrutturazione di tre malghe della Magnifica Comunità di Fiemme (lontane dal percorso) e su malga Volsolera. Con tale investimento si copre l’80% delle spese di ristrutturazione degli stabili, alcuni dei quali viene trasformato in rifugio con pernottamento e ristoro, situazioni, tutte che difficilmente porteranno a risultati economici di gestione positivi.
Dalle reazioni della Magnifica Comunità di Fiemme, dello stesso assessore che definisce le polemiche dell’ambientalismo “stucchevoli” e del presidente della società funiviaria Cermis, Misconel, si capisce invece quali siano gli interessi in gioco. Nonostante le smentite del Presidente e del direttore delle funivie Silvano Seeber - guarda caso anche vicesindaco di Cavalese - dal Cermis parte un attacco complessivo alle alte quote del Lagorai (via ferrata, segnaletica discutibile, potenziamento di sentieri che scendono a quote basse, percorsi ciclabili, aree park). Nessuno dei soggetti citati ha affrontato il tema degli impatti ambientali, eppure siamo nel cuore di aree tutelate dalla direttiva europea Habitat e da Rete Natura 2000.
È il rancore, la sfrontatezza, la malcelata rabbia che emerge dagli interventi dei soggetti citati ad alimentare i dubbi sul futuro del Lagorai. Contemporaneamente, dalla parte opposta, il comune di Scurelle delibera l’asfaltatura di una strada già discussa, perché trafficata fino a Passo Cinque Croci. Una nuova facilitazione all’accesso ai mezzi motorizzati. Ma è l’urgenza con la quale la Magnifica Comunità ha deliberato il via libera alle ristrutturazioni delle sue malghe ad alimentare il conflitto. L’impressione che se ne ricava è che l’assessore provinciale uscente Mauro Gilmozzi, sempre sensibile agli interessi del gruppo Misconel e dello sviluppo del Cermis, prima dell’abbandono istituzionale abbia voluto lasciare alla sua valle un dono significativo. Senza dubbio bene accetto dai poteri locali, ma, come si è letto nelle reazioni sui social, ben poco condiviso anche dalla popolazione locale.