“Finalmente!”
Lona Lases ha eletto un sindaco: c'è da festeggiare?
“Finalmente, finalmente!” esultava, mostrando i pollici verso l’alto da dietro il bancone del suo ristorante, una nota signora di Lases intervistata dal Tg3 il giorno dopo l’affermazione elettorale della lista “Lona-Lases Bene Comune”. Esultanza comprensibile, avendo il risultato elettorale allontanato lo spettro di una Commissione d’accesso che avrebbe potuto vagliare gli atti assunti dall’amministrazione comunale durante gli anni nei quali alcuni soggetti, oggi condannati in primo grado per associazione mafiosa, occupavano seggi in Consiglio comunale, uno dei quali giungendo ad essere nominato nel 2005 assessore esterno alle cave proprio dal nipote della signora, vale a dire dall’allora sindaco Marco Casagranda.
Quella Commissione d’accesso inviata nel giro di poche ore a Bari per via del voto di scambio di un consigliere comunale (eletto col centro destra e poi passato al centro sinistra) e negata a Lona-Lases a fronte anche di un sindaco per il quale apprendiamo che la Procura aveva già chiesto il rinvio a giudizio lo scorso 22 novembre.
Chissà se la signora ha esultato anche venendo a conoscenza, in questi giorni, della richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura. Di sicuro sappiamo che tra gli elettori che hanno dato il loro consenso alla lista guidata dall’avv. Giacomelli prevalgono in questi giorni le bocche cucite. Così è stato anche nella seduta di insediamento di Consiglio comunale e Sindaco: nessuno dei consiglieri eletti ha aperto bocca, e pensare che durante la campagna elettorale si leggeva sui giornali di una comunità “in fermento”!
Il silenzio è d’oro, si sa, tanto che si vorrebbe addirittura imporlo anche ai pochi che fin qui hanno osato aprir bocca. Ne è prova il fatto che perfino sul comunicato post elettorale affisso dal C.L.P. è comparsa la scritta “SIETE 4 PIANTATELA!”, barrando il tutto con una X affinché a qualcuno non venisse la tentazione di leggere, a testimonianza del fastidio che certi soggetti provano di fronte al parlar franco.
Questo nonostante un risultato elettorale che, riportando la comunità indietro di 25 anni, sancirà lo status quo fino al 2030. Risultato che testimonia quanto sia difficile per la comunità locale emanciparsi dal controllo ancor oggi esercitato dal radicato connubio di interessi costituitosi in questi decenni, che va ben oltre i confini comunali di Lona-Lases. Controllo esercitato mediante il bastone e la carota: vale a dire mediante il ricatto e la minaccia di ritorsioni da una parte e il massiccio uso di pratiche clientelari dall’altra.
Tuttavia, se quella richiesta di rinvio a giudizio fosse stata resa nota prima delle elezioni, c’è motivo di dubitare che forse anche stavolta il quorum sarebbe stato raggiunto, e l’essersi fermati al 54% evidentemente non tranquillizza del tutto coloro che sono tornati in sella dopo aver attraversato tutte le compagini che hanno amministrato il Comune nell’ultimo quarto di secolo prima del suo commissariamento. Un’affermazione elettorale tuttavia festeggiata trasversalmente da tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, i cui esponenti non hanno lesinato i complimenti al neo eletto sindaco.
Tra essi anche quella Mariachiara Franzoia alla quale manifestavano (senz’altro a sua insaputa) la loro simpatia, partecipando alle bicchierate elettorali in occasione della sua candidatura al Parlamento del 2018, alcuni dei condannati in primo grado per associazione mafiosa (come documentato nell’indagine condotta dai Carabinieri del ROS e riportato nell’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP).
Un’affermazione elettorale, quella dell’avv. Giacomelli, suggellata significativamente anche dai complimenti via Facebook dell’ex presidente del Tribunale Guglielmo Avolio (coinvolto nell’indagine “Perfido” in quanto frequentatore dei ritrovi culinari di tale Giulio Carini) e dell’ex senatore Mauro Ottobre (che compare nella richiesta di rinvio a giudizio per voto di scambio politico mafioso).
Questo per rendere l’idea di quanto radicale sia la contrapposizione tra i neo eletti e le precedenti amministrazioni, quelle, per intenderci, al cui interno si sono infiltrati in modo silente alcuni dei soggetti condannati in primo grado per associazione mafiosa. Quelle amministrazioni che hanno sempre avuto un occhio di riguardo per gli interessi particolari della lobby dei concessionari, mettendo in secondo piano, quando non calpestando platealmente, il “Bene Comune”.