Stelvio: un miope piano parco approvato col sostegno della SAT
Un parco che tutela gli impiantisti e non l'ambiente
Il piano parco del settore trentino dello Stelvio è stato approvato dal Comitato provinciale di coordinamento e indirizzo.
Piano parco? - si chiedono gli ambientalisti trentini. No, a loro dire si tratta un banale copia-incolla dei piani regolatori dei comuni interessati. Con diffusi regali agli impiantisti, l’ampliamento delle aree sciabili. Non vi si trova traccia invece verso una qualche attenzione alla tutela delle acque, dei ghiacciai, delle caratteristiche morfologiche del territorio, nessuna previsione di politiche tese alla conservazione.
Eppure l’assessore provinciale Mario Tonina è raggiante. Ricorda le linee guida adottate nel 2018 e successive modifiche (allora costruite grazie al contributo concreto dell’ambientalismo e della SAT). Ma sono proprio quelle linee guida a venire disattese, specie nella totale assenza di visione della gestione del parco come territorio complesso e unitario. Il linguaggio dei sindaci e della Provincia è ormai consueto nella sua retorica banalità: “... un passaggio fondamentale… con l’obiettivo di trovare il coerente equilibrio tra protezione della natura e consapevolezza delle interrelazioni con l’uomo”.
Tonina non ha accolto bene il voto contrario del rappresentante delle associazioni ambientaliste: ha definito il pronunciamento un lavoro contro i tecnici. Ma questo piano parco non è opera dei tecnici, quanto piuttosto delle imposizioni dei sindaci, degli agricoltori, degli impiantisti. Il voto contrario ha basi solide. Nel piano non si trova alcuna azione tesa a mitigare gli effetti del riscaldamento globale sulla fragile montagna e a limitare l’attività dello sci, mentre si impone un bike-park. Come d'abitudine, Tonina ha bypassato la Cabina di regia delle aree protette. Quindi prosegue l’azione dell’amministrazione Fugatti nella demolizione degli istituti partecipativi.
La SAT invece ha votato a favore del piano. Dalla Translagorai in poi la SAT si è allontanata in modo netto dal confronto con l’ambientalismo trentino, una circostanza che deve preoccupare. Su tutte le emergenze affrontate in questa legislatura la SAT ha assunto posizioni sempre più distanti dalle sensibilità protezionistiche. È possibile che evidenti incompatibilità nel gruppo dirigente pesino su questo percorso