Quando l’APPA era amica dell’ambiente, e del cittadino
L'APPA è stata istituita a fine anni '80 e consolidata dalla politica di Walter Micheli all'inizio degli anni '90. Al suo interno vi erano figure multidisciplinari che sapevano far dialogare competenze fra loro diverse, anche negli approcci: si pensi agli ingegneri con i naturalisti, gli architetti con chi deve interpretare e applicare le normative nazionali e provinciali.
Per noi ambientalisti, in quegli anni, entrare in APPA significava trovare risposte e sollecitazioni, correzioni di rotta, dialogo. A volte entravamo con una posizione e si usciva con posizioni diverse. Perché? Perché i dirigenti ti mettevano a tuo agio. Ti aiutavano a comprendere la complessità dei progetti, ti mettevano sul tavolo di studio tutto, anche quanto non conoscevi del progetto.
Poi è arrivato Dellai. Alcuni di r igenti storici sono stati messi all'angolo. Per vedere i progetti dovevi seguire procedure burocratiche sempre più tortuose. Ma comunque ancora venivi aiutato. Per qualche anno ancora.
Da troppo tempo APPA è lontana. Quando chiedi un documento devi essere preciso e ti viene offerto alla visione solo quello che hai chiesto. Vieni lasciato solo. Non c'è dialogo fra il cittadino (o l’associazione) e la componente tecnica, non appena entri percepisci di rappresentare un fastidio.
Alla situazione in APPA si accompagna un identico comportamento negli altri uffici, con una burocrazia separata da te cittadino, sia che si parli di uffici del servizio foreste che della conservazione o urbanistica.