Le liste di Bindi, Letta, Veltroni: in tutto 63 nomi, divisi sui quattro collegi, da cui dovranno essere eletti i 21 delegati trentini all’assemblea costituente del nuovo partito.
L’inaspettato numero dei votanti e la qualità del voto, aprono nuovi problemi. Soprattutto alla Margherita, i cui elettori, in barba alle indicazioni dei leader, si sono ripartiti sulle tre liste. Dimostrando di credere loro, più dei capi, al nuovo partito. Da un’analisi del voto, l’insperata risposta dei cittadini e delle valli. E adesso?
L'uso e l'abuso del localismo, da parte della Margherita e della politica trentina: ormai ha portato alla frammentazione della rappresentanza e alla legittimazione di ogni interesse settoriale. Una deriva a cui non si vedono, oggi, alternative.
Dai Codici Etici in soffitta, alle candidature dei voltagabbana, alla riconferma di tutti i notabili: il Trentino politico si distingue per l'assenza di ogni novità.
La doppia anomalia della politica italiana: Berlusconi politico improbabile; il centro-sinistra con il segretario-disoccupato che è persona diversa dal premier (cui fa le scarpe). Ma ora si può sperare in un'evoluzione, in quanto...
Diciamolo, la sinistra ha perso perchè ha governato male: su fisco, economia, giustizia, istruzione, infrastrutture, ambiente, non ha saputo trasmettere alla nazione una direzione di marcia. I limiti delle capacità e della cultura di governo, l’abbandono dei luoghi di lavoro, il distacco dai ceti popolari. La lunga lista degli errori e le possibili nuove prospettive.
Partito Democratico a Roma: il "dialoghismo" con Berlusconi, il buonismo ad oltranza hanno silurato Prodi e snervato l'identità del partito. Ma non è solo Veltroni, è l'establishment di centro-sinistra profondamente inadeguato.
Il responsabile del “marcio” in Comune candidato a Sindaco del PD. Quando la politica se ne infischia dei risultati e bada solo alle alleanze interne. Per fortuna sembrano all’opera alcuni anticorpi.
Margherita Cogo è giuridicamente prosciolta perchè falsificare una fotocopia non è reato, e truffare i Ds che non querelano, nemmeno. Ma politicamente è colpevolissima, e così il partito che, pur sapendo, l’ha proposta e promossa.
Ma se nel Pd c’è qualche segnale di risveglio etico, preoccupa l’insieme della politica e dei media: che prima di sganciarla quando ormai indifendibile, l’assessora sbianchettatrice la hanno difesa ad oltranza
La magistratura appura le responsabilità, l’elettorato chiede rigore, ma il PD se ne impippa. La solidarietà di casta prima di tutto. Ma il rinnovamento arriverà, ci dicono.
Dalle Acciaierie di Borgo alla riforma Dalmaso: la perdita verticale di credibilità delle strutture della Pat, il devastante debordare della politica, i disastri causati dai dirigenti proni e incompetenti. Ora la palla dovrebbe passare al Pd…
Arco, elezioni 2005: accordo sottobanco fra il sindaco Veronesi (oggi PD) e la destra dura. Voti in cambio di poltrone. E’ proprio così? Al PD, cui arriva la denuncia, per ora si nicchia.
Con queste parole la magistratura ha bollato l’alterazione di un documento da parte di Margherita Cogo (Pd) per non pagare soldi dovuti al proprio partito.
Ma la casta se ne frega e ora la propone alla Presidenza del Consiglio Provinciale.
Il segretario del PD osa presentare un programma che prende le distanze da Dellai su investimenti inutili e speculazioni immobiliari. E si trova solo. Ma è proprio così?
Per la presidenza della Provincia accordo sotterraneo per la staffetta Dellai-Pacher, all’insegna dell’assoluta continuità. Anzi, dell’immobilismo. C’è invece chi dice che bisogna cambiare, e ci spiega perché.
La rinuncia del vice-presidente, la sua beatificazione sulla stampa e il problema vero, una manifesta inettitudine alla leadership. Ma ora il PD - e il Trentino - possono affrontare i problemi veri.
Primarie provinciali: la volontà dei cittadini o un accordo fra i capipartito? Dopo il successo delle primarie nazionali, quelli che vogliono innovare, quelli che temono di rimetterci.
Dopo assemblee e primarie, sulle candidature il PD cede a tutte le richieste, anche a quelle arroganti e controproducenti, degli alleati. Lo sconcerto della base, le motivazioni dei vertici.
Come e perchè il Trentino dellaiano, con un bilancio fortemente ridotto, non è più proponibile. È un modello politico-sociale che non può più funzionare. Ma la politica (e anche la società?) non si pone il problema.
“Dobbiamo cambiare tutto” proclama Ugo Rossi.
Ma persone, idee, pratiche sono finora le solite.
E ora arrivano le scelte decisive, su cui spingono i poteri forti: a iniziare da Isa/Albere
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