Compagni che sbagliano
Alle recenti elezioni per le comunità di valle il Pd ha ottenuto il suo migliore risultato in Giudicarie, dove ha aumentato i propri voti nonostante la bassa affluenza e dove si rafforza come primo partito. Portabandiera di questo successo è sicuramente Gigi Olivieri, instancabile tessitore di alleanze e strategie non sempre raccomandabili, portatore di voti per se stesso e per il partito. La spregiudicatezza del buon Gigi è altrettanto nota. Stavolta in campagna elettorale ha giocato tutte le sue carte facendo una corsa a sé, personalizzando (o taroccando) i santini che il partito aveva standardizzato e formando una squadra di gregari rendenesi. Se il partito suggeriva di votare una donna e lasciava uno spazio bianco per indicare una preferenza, Olivieri, come si vede in fotografia, campeggiava solitario sui suoi santini, oppure faceva coppia bloccata con i suoi candidati nessuno dei quali, ovviamente, è stato eletto. Risultato? Olivieri supera le 500 preferenze.
Ilaria Pedrini, già candidata del PD alle scorse provinciali, in una lettera si lamenta di questo metodo e anche del fatto che l’avvocato non rappresenta sicuramente una novità. In valle volano i coltelli con accuse e contro accuse che fanno capire quanto il Gigi sia amato ma soprattutto temuto. Questa polemica finisce anche sul Trentino, dove la Pedrini, democristiana di origine e cattolica doc, viene definita nel titolo come “compagna”.
La morale della favola può essere la seguente. Olivieri poteva fare la campagna che voleva, spendere quanto voleva, ignorare l’invito a far votare una donna. Poteva e lo ha fatto. Incredibile però resta il fatto che il PD giudicariese sembra aver fatto proprio la logica che abbiamo visto all’opera nel caso Veronesi: basta vincere, a qualsiasi costo. E chi critica è un compagno che sbaglia.