E Nicoletti criticò Dellai
Il segretario del PD osa presentare un programma che prende le distanze da Dellai su investimenti inutili e speculazioni immobiliari. E si trova solo. Ma è proprio così?
“In Trentino centralità quasi ossessiva del ‘momento edilizio’”. Il denaro pubblico che non deve arricchire chi è più ricco, cosa da “valutare attentamente anche in relazione alle operazioni immobiliari dell’ente pubblico, ad esempio all’ex Michelin o all’ex Italcementi”.
Considerazioni normali per QT. Esplosive invece se a dettarle è il segretario del Partito Democratico, Michele Nicoletti, in un’intervista al Corriere del Trentino. E Nicoletti non si limita a questa che, lo si voglia o no, è una denuncia: la inserisce in una visione globale, la lotta alle disuguaglianze che il PD dovrebbe promuovere. Disuguaglianze di genere (opportunità per uomini e donne), generazionali (tra le fasce d’età con la precarietà occupazionale per i giovani) dovute a discriminazioni (etnia, religione) rispetto alle generazioni future (che hanno diritto a un ambiente non inquinato) e sociali.
Dal punto di vista politico sono state queste ultime a scatenare le polemiche, perché Nicoletti le ha legate all’urbanistica e alla speculazione edilizia, temi su cui Dellai ha da anni una vistosa coda di paglia. Anzi, è nudo come il re della fiaba, ma nessuno - della maggioranza - osa rilevarlo: non sarebbe dibattito politico, ma lesa maestà.
E infatti il giorno dopo Dellai interviene (Corriere del 17 marzo) con durezza: in parte a ragione (rivendicando una serie di meritori provvedimenti sociali come il reddito di garanzia), in parte alzando cortine fumogene (come quando parla del nuovo Muse all’ex Michelin o del presunto “polo integrato della nuova istruzione tecnica” all’ex Italcementi, dove le meraviglie della cultura dovrebbero cancellare le speculazioni foraggiate dal pubblico), ma comunque con sprezzante arroganza: “Pensavo che Nicoletti conoscesse meglio quello che facciamo”. Ma Dellai è Dellai: punto sul vivo, scatta, lo si sa.
E il PD? Difende il suo segretario? Ne dibatte le idee? Il PD tace. Anzi, no. Uno parla, l’eterno vice di Dellai, il vicepresidente Alberto Pacher, in sostegno del suo capo: Dellai naturalmente. Che ha capacità e sensibilità per tutti gli ambiti, dunque si dovrà procedere nel suo augusto solco, dando “importanza ai temi sociali, ma anche completando gli investimenti della Pat come l’ex Michelin e l’Italcementi”: dove il veltroniano “ma anche” ben evidenzia il vuoto di politica dietro le formulette (“Siamo per l’uguaglianza sociale, ma anche per la speculazione”).
La lotta alle disuguaglianze
E Nicoletti, che pensa di questa accoglienza? Ci tiene a precisare che il suo è stato un discorso “di tipo generale, in vista della Conferenza programmatica che abbiamo fissato per il 28 maggio. Stiamo elaborando le idee per il Trentino di domani, perché per le provinciali vogliamo partire dai programmi, e solo dopo parlare di alleati, squadra, leader”.
Ottimo proponimento. Che difatti in genere rimane nel limbo dei buoni propositi.
Nicoletti va avanti deciso: “Come filo conduttore del nostro programma abbiamo individuato la lotta alla disuguaglianza. Perché è nella nostra storia, ma è anche il problema dei nostri giorni a livello nazionale, dove la tendenza mondiale all’aumento della disuguaglianza risulta accentuata; e noi non vogliamo una società ingiusta e disuguale. In Trentino il tema è lo scollamento tra gli investimenti pubblici e gli esiti in termini di uguaglianza: i soldi spesi in formazione e poi il reale assorbimento dal mercato del lavoro (e per questo abbiamo puntato sulla pubblicità delle nomine pubbliche, per valorizzare i nostri giovani talenti); o ancora la mancanza di una rete di servizi adeguata, che penalizza le donne nel mondo del lavoro...”.
E poi la centralità dell’edilizia, la cui denuncia è stata la pietra dello scandalo: “Dobbiamo chiederci: alla fine di un intervento pubblico, qual è la distribuzione sociale delle risorse? Per questo l’ossessione edilizia’, che è dell’intera società trentina, non solo della giunta, può portare ad effetti distorsivi, vedi i prezzi degli appartamenti e degli affitti, e una preminenza della rendita sul lavoro: se per un imprenditore è più conveniente investire in immobili invece che nella sua azienda, non andiamo avanti”.
Facciamo l’esempio della scuola: la giunta ha appena annunciato investimenti per 380 milioni nei muri delle scuole (alcuni dei quali del tutto inutili, come le nuove Iti); e contemporaneamente tagli sui docenti.
“È un bell’esempio. In Germania si investe sull capitale umano, molto più che in strutture”.
Sindacato e poteri forti
Queste valutazioni, oltre alla pronta replica di Dellai e del vice, hanno trovato un fragoroso silenzio nel mondo politico. Cerchiamo allora al suo esterno delle valutazioni, su una linea programmatica che a noi sembra decisamente interessante. E abbiamo iniziato dal sindacato, coinvolto sia nel discorso della lotta alle disuguaglianze, che vuol dire salari e occupazione, sia in quello della centralità edilizia, che vuol dire livello degli affitti, ma anche un settore ad alta intensità occupazionale ma assistito ed ipertrofico (vedi QT di gennaio, “I grandi sprechi”).
“Sono pienamente d’accordo con Nicoletti, anzi, mi sono congratulato con lui - premette Lorenzo Pomini, segretario provinciale della Cisl - Si continuano ad investire molti, molti soldi nel cemento. E dopo l’intervista di Nicoletti la Giunta Dellai ha aggiunto ancora centinaia di milioni. Le motivazioni sono diverse. Alcune positive, perché sono investimenti che in effetti hanno una forte ricaduta sull’occupazione. Ma producono realizzazioni tangibili e quindi preziose sul piano elettorale; e sono contigue ai poteri forti, come insegna il caso Michelin e quello Italcementi. Ed ecco i dati negativi: la discutibilità di insistere nel privilegiare in questa maniera il settore; l’aumento dei costi degli immobili e degli affitti, che mette in ginocchio il ceto medio; il giro dei soliti noti, come all’Italcementi dove l’ente pubblico si dice non interessato all’acquisto e allora compera per 100 l’Isa di Schelfi, che rivende per 150 alla cooperazione con sempre Schelfi presidente; che rivende poi per 200 alla Pat, che a questo punto si dice interessata. È un tema anche di potere, con Schelfi che, essendo contemporaneamente in Isa e alla cooperazione, di chi fa gli affari? Di Isa o di LaVis? Come voi di QT avete evidenziato, la risposta è disarmante”.
“La spesa pubblica in costruzioni è un dato della storia del Trentino - afferma Ermanno Monari, segretario della Uil - Si prendono due piccioni con una fava: si dà uno stimolo all’economia e si ha un riscontro elettorale. Questo talora a prescindere dall’utilità della realizzazione; abbiamo quindi avuto opere di grande utilità (vedi i collegamenti viari, senz’altro migliori di quelli delle regioni a noi vicine), ma altre più discutibili, con la speculazione sempre in agguato, vedi i passaggi Isa/Cooperazione/Pat all’Italcementi. Nella scuola abbiamo un esempio classico: i quattrini per alcune cose si trovano, per altre no; il politico che investe in strutture ha qualcosa di visibile da mostrare, fa felice l’impresa, genera occupazione; se invece investe in insegnanti rischia di essere meno popolare. Per questo, anche se noi del sindacato ci troviamo a dover fronteggiare la crisi dell’edilizia, capisco e condivido il segnale dato da Nicoletti, cui si dovrà prestare attenzione”.
Diverso invece l’approccio della Cgil: “L’indice di Gini, classico indicatore delle disuguaglianze dei redditi, dà per il Trentino risultati lusinghieri - dice Franco Ianeselli - Con un valore di 0.244 siamo i meno disuguali in Italia e tra i meno disuguali in Europa, al livello della Svezia. Ma al contempo abbiamo un reddito medio tra i più bassi del nord Italia; insomma, il problema oggi - anche grazie ai recenti provvedimenti in tema sociale - non è la disuguaglianza, ma la crescita. Poi su alcune questioni, come la politica immobiliare o la trasparenza delle società controllate dalla Pat, riteniamo importanti l’attenzione e i rilievi mossi da Uil e in particolare da Cisl. Così per gli investimenti in strutture: bisogna superare il discorso per cui le spese in conto capitale (ad esempio gli immobili) sono positive, e quelle correnti (gli stipendi) sono negative. Spendere soldi in strutture superflue non è positivo; lo è invece avere una adeguata rete di servizi con un opportuno numero di lavoratori. È il discorso del capitale umano, che spesso viene sottovalutato”.
E nel PD?
Insomma, grande attenzione a Nicoletti nel sindacato. E nel suo partito, il PD? Abbiamo sentito la consigliera provinciale Sara Ferrari: “Ritengo che il segretario abbia fatto bene a mettere il dito in una serie di questioni aperte, delle quali il PD deve avere piena consapevolezza. Non c’è dubbio che in questi anni alcuni settori produttivi siano stati più sostenuti di altri; è il caso di quello edilizio. Questo ha arricchito gli immobiliaristi ed ha anche creato posti di lavoro; il problema è che se tutto ciò è avvenuto con una forzatura del mercato, oggi ne paghiamo le conseguenze. Come esponente del PD mi piace pensare che chi ha sbagliato i conti sulle Albere, debba assumersene la responsabilità, e se oggi restano invenduti gli appartamenti, non è etico che l’ente pubblico ne copra i costi. Finalmente si comincia a ragionare di incentivi alle imprese non più a pioggia, ma legati a requisiti di innovazione e di sostenibilità dei progetti. Quanto agli investimenti nella scuola, il sistema scolastico trentino è d’eccellenza rispetto a quello nazionale anche per gli edifici scolastici: l’elemento strutturale non può quindi avere la priorità rispetto alle spese per le risorse umane”.