Per dare soldi alla finanziaria della Curia, si costruisce una biblioteca universitaria decentrata, più piccola, inadeguata, altrettanto costosa. Per l’Università provincializzata e per il dopo Dellai, un pessimo inizio.
L’ipotesi di allargamento della zona a traffico limitato scatena le polemiche dei commercianti in difficoltà. Ma il Piano Urbano della Mobilità, approvato dalla Amministrazione Miorandi, indicherebbe un nuovo progetto di città proprio come risposta alla crisi.
Basta con il consumo di suolo, centralità del paesaggio, semplificazione burocratica.
Ottime intenzioni e risultati incerti dell’innovativa legge urbanistica dell’assessore Daldoss.
Ugo Rossi va avanti nella costruzione del Nuovo Ospedale. Ma sulla localizzazione vince (per una volta) il Comune di Trento e, soprattutto, la razionalità.
Ancora acquisti immobiliari dai religiosi, progetti costosissimi e strampalati, sempre all’insegna dello spreco. Mentre sul resto si taglia senza pietà.
L’allegato a QT: la storia dell’area ex-Michelin, destinata al pubblico e finita in una speculazione immobiliare; forse fallita, comunque rifinanziata dal pubblico denaro. 18 anni di documenti, che spiegano chi a Trento comanda per davvero.
Inaugurata la nuova biblioteca universitaria. Bella, ma non un polo d’attrazione. Si possono fare i conti: costata come la biblioteca di Botta, è grande la metà, in mezzo al nulla. Le autorità cercano giustificazioni, ma ha perso la città, ha perso l’università. Ha guadagnato Isa, e questo sembra sia quello che conta.
Sulla biblioteca di Botta si cerca di riscrivere la storia: “Il Comune non ce la lasciava fare”. Ma la verità e le responsabilità sono altre: ecco i documenti
e le testimonianze.
Arco: un convincente convegno sull’utilizzo del suolo. Le distanze siderali tra i proclami e la pratica; e il grande esempio di chi riesce a praticare razionali politiche urbanistiche
La presunta carenza di infrastrutture, lamentata dal rettore, nasconde forse la volontà di realizzare un campus universitario all'ex area Michelin con l'acquisto dell'invenduto di Isa?
Come si spiega e cosa ci insegna la tragedia di Dimaro, le montagne, per loro natura, scendono a valle; siamo davvero certi di saper impedire che ci cadano addosso?
Il tradimento delle aspettative della città, che sull’area si attendeva un parco fluviale, ricreazione, cultura e ricerca, non un quartiere per ricchi… Ora bisognerebbe svendere ma sarebbe banale ed umile per i poteri forti abituati a spadroneggiare
Gli studi, le carte dei rischi, le (troppo) grossolane sviste, le mancate applicazioni. Cosa ci insegna una tragedia purtroppo replicabile; e come si può rimediare.
Passata l'inondazione, che poteva essere un'ecatombe, si continua a discutere sui risarcimenti invece che sulle responsabilità e su come evitare in futuro che succeda la stessa cosa anche in altre zone
Ancora una volta, per spiegare un disastro ambientale, si invoca l’imprevedibilità della natura. Ma a Dimaro la colata di fango e pietre era prevista. E non si sono presi i dovuti provvedimenti
Dopo anni di silenzio – o di progetti falliti – si avanzano nuove ipotesi per dare nuova vita a un grande complesso edilizio abbandonato. Ma non mancano le perplessità.
Due consiglieri comunali propongono un cambio di rotta urbanistico nell'area delle ex caserme che rimette in discussione molte cose. Intervista ad uno di loro: Alessandro Dalrì.
La sbandata si Pinè per una cattedrale nel deserto, e la svendita a Riva del fascino del lungolago: due esempi di perniciose incertezze sulla propria identità.