Canova, alla prova dei fatti
Il quartiere di Canova, a Trento nord, è probabilmente il più sfortunato della città: un edificato informe, stradine del tutto insufficienti, le due barriere della strada del Brennero e della ferrovia a impedire l’accesso a Gardolo a est e a Roncafort a ovest. Quando nel novembre di tre anni fa avevamo svolto un’inchiesta, ne era sortita da una parte la forte richiesta di servizi da parte degli abitanti, restii a pensarsi in un ghetto; e dall’altra il Comune a elaborare qualche compensazione urbanistica. E qui si inseriva l’estensore del PRG Joan Busquets che, tra le poche cose buone, quelle fasulle (l’interramento della ferrovia) e le corbellerie (la sostituzione dei sovrappassi di Trento nord con rotatorie, che avrebbero definitivamente collassato il traffico delle tangenziali) prevedeva per Canova un dimezzamento degli esiziali 400.000 metri cubi di cemento previsti (bene), ma in compenso si dimenticava dei servizi, viabilità, luoghi di aggregazione e introduceva uno strampalato alternarsi di strisce di condomini e di strisce di residua campagna, che facevano presagire il peggio (prima si costruisce nelle strisce riservate ai condomini, e poi si procederà in quelle a campagna, senza alcun riordino).
Il Consiglio Comunale, sull’onda delle proteste dei residenti, rettificava Busquets, ma di poco: prevedeva qualche servizio, una scuola, una piazzetta con attorno attività commerciali, migliorava la viabilità; manteneva però l’impianto a strisce, stranamente troppo rispettoso delle supposte idee geniali dell’architetto catalano. La crisi dell’edilizia poi congelava tutto, e ogni velleità speculativa sulle aree.
In questi giorni è approdata in Commissione urbanistica, per conto del gruppo immobiliare Pisetta, una proposta di variante urbanistica sul lembo settentrionale del quartiere. Vediamola nel dettaglio, confrontandola con quanto previsto dal Prg recentemente modificato.
La proposta dei privati prevede innanzitutto, nell’area più a nord, a ridosso della prevista nuova rotatoria, la sostituzione dei previsti tre condomini con un centro commerciale; e nell’area a sud una diversa dislocazione di altri tre condomini.
Il discorso del centro commerciale è quello più sballato: sorgerebbe a fianco del Super Poli di Gardolo, bene quindi per la concorrenza, male per la vivificazione di Canova. Anche perché il Comune ha previsto che il centro del quartiere sia l’antica piazzetta, riqualificata anche attraverso la dislocazione di attività commerciali. “Ma oggi si vendono solo centri commerciali, è l’unico modo per costruire qualcosa” è stata la motivazione dell’imprenditore. La Commissione urbanistica sembra orientata a rispondere picche. E ci mancherebbe.
Positiva invece sembra la risposta in merito ai tre condomini più a sud. E qui c’è da discutere. Il progetto dell’impresa infatti sposta la dislocazione dei condomini più all’interno dell’area verde, la campagna residua vagheggiata da Busquets. Non sarebbero più allineati in fila lungo una stradina, ma avrebbero tra l’uno e l’altro discreti spazi verdi, peraltro pubblici. Una soluzione quindi più ariosa, ma pagata con il terreno pubblico. C’è da discutere quindi. E in ogni caso si conferma quanto paventavamo: la campagna di Busquets servirà ai privati.