Biblioteca e Muse: la fregatura
Anche i conti vogliono la loro parte, perché a pagare è il contribuente, e perché sono molto istruttivi.
Quanto sono costati al Pubblico il Muse e la Nuova Biblioteca Universitaria? Quanto sarebbe costato realizzarli in altro modo o realizzare qualcos’altro? I lettori di QT e del supplemento “L’affare ex-Michelin” conoscono le perplessità di fondo su questa operazione immobiliare, organizzata attorno a un gruppo di potere, egemone, da noi presentato e investigato nei dettagli, in base ai dati ufficiali. Il fatto che tale gruppo di potere, coagulato attorno alla triade Isa-Itas-Fondazione Caritro, in questi ultimi mesi si sia andato sfaldando, è un altro discorso, di cui QT ha già dato conto e accenna anche nel servizio d’apertura.
Il Pubblico, in questo caso, sono la Provincia, il Comune e l’Università, tutti di Trento. E i dati da cui partire si attingono da quattro documenti.
Contratto 28 dicembre 1999: la spa Michelin Italiana vende alla spa Iniziative Urbane - poi spa Il Castello (ISA + ITAS + Fondazione Caritro + altri) – l’area di 113.902 mq sulla quale sorgeva il dismesso stabilimento – ora quartiere Le Albere - al prezzo di 49 miliardi di lire, pari a 25.306.000 euro. Sono 222,17 euro al metro quadrato. Questo in vista della variante 2001 al PRG di Trento, in corso di elaborazione, che avrebbe modificato la destinazione dell’area da industriale in alberghiera, commerciale, residenziale, culturale, verde.
Parere 12 febbraio 2008 del Comitato Tecnico Amministrativo dei lavori pubblici costituito presso la PAT: è dichiarato congruo il prezzo di 69.928.000 euro, oltre oneri fiscali, per l’acquisto del futuro Muse da parte della spa Patrimonio del Trentino (leggi PAT).
La somma comprende 8.082.880 euro per l’area edificabile di 7.782 mq sulla quale il museo sarebbe sorto, a 1.040 euro per mq (quindi oltre quattro volte quanto costato nel ‘99: i privati ci hanno guadagnato il 467% in 9 anni). Il prezzo finale rendicontato del Muse assommò poi a 73.966.215 euro, di cui 72.228.000 pagati alla spa Il Castello e 1.495.696,66 per spese notarili. Per comodità di conteggio, qui di seguito si arrotondano in 74.000.000 di euro il prezzo finale del Muse, in 8.082.000 euro l’incluso prezzo dell’area, in 1.500.000 euro il compenso notarile.
Parere 14 luglio 2014 del predetto Comitato Tecnico Amministrativo: è dichiarato congruo il prezzo di 44.700.000 euro, oltre oneri fiscali, per l’acquisto della futura Nuova Biblioteca Universitaria, da costruire nel nuovo quartiere delle Albere. Il prezzo comprende 4.518.100 euro per 5.658 mq di terreno, a 799 euro per mq (con un guadagno del 359%) e 916.998,12 euro per spese notarili. Acquirente sempre la spa Patrimonio del Trentino (leggi PAT), venditrice la società Il Castello. Il costo finale rendicontato è ammontato a 45.592.507,25 euro. Si arrotonda a 45.600.000 euro il prezzo finale, di cui 4.500.000 per il terreno e 917.000 per il notaio.
Relazione generale illustrativa 5 dicembre 2011 sulla Nuova Biblioteca Centrale, redatta dal gruppo di progettazione dell’arch. Botta per l’Università di Trento; il progetto è quello definitivo, modificato sulla base delle osservazioni emerse nell’ambito del Tavolo Tecnico Amministrazione Comunale-Università del 19 gennaio 2011. Sono previste l’altezza massima di 27,20 metri – un piano in meno rispetto al progetto iniziale – con una capienza di 552.090 volumi, 828 utenti, 206 posti auto e 135 per motocicli. Il costo previsto dell’opera, comunicato a QT il 20.10.14 dall’architetto Emilio Pizzi, collaboratore di Botta, era di 35 milioni di euro.
Ricapitoliamo: sono stati spesi 120,1 milioni di denaro pubblico, dei quali 74 per il Muse, 45,6 per la Nuova Biblioteca Universitaria, 512.717 euro pagati dall’Università per il progetto Botta non utilizzato. Cosa si sarebbe invece potuto fare? Magari meglio, e risparmiando? Vediamo.
Il progetto di Renzo Piano
Stando al suggestivo progetto originario di Renzo Piano, il Muse si sarebbe potuto costruire ad est ed attorno al Palazzo delle Albere su suolo pubblico; oppure, a modificazione di quel progetto, su qualche altro terreno lì vicino, anch’esso già appartenente all’ente pubblico (invece di quello della società Castello). In tal caso si sarebbe risparmiato il prezzo dell’area di 8.082.000 euro, e le spese notarili pari a 1.500.000 euro (gli atti occorrenti sarebbero stati rogati da un pubblico funzionario senza alcun costo). Il Museo sarebbe costato 64.418.000 euro invece di 74 milioni.
Supponendo invece che si volesse costruire proprio lì dove è ora, nell’area della Castello, si sarebbero potuti espropriare i 7.782 mq effettivamente occupati dal Muse dentro l’area ex Michelin, versando un’indennità corrispondente al prezzo di mercato di 222,17 euro per mq, pagato dalla Iniziative Urbane nel 1999. Il museo si sarebbe poi costruito sull’area espropriata. Sarebbero stati 1.728.927 euro, per un totale finale arrotondato di 66.147.000 euro (64.418 + 1.729). Non vi sarebbero state spese notarili, perché il museo, costruito su suolo di proprietà pubblica, sarebbe per legge appartenuto allo stesso proprietario pubblico del suolo, senza bisogno di ulteriori trasferimenti.
Ma la differenza maggiore si sarebbe ottenuta con l’acquisizione nel 1999 di tutta l’area ex Michelin, comperandola od espropriandola allo stesso prezzo pagato dalla spa Iniziative Urbane.
Con 10.717.000 euro in più, rispetto ai 120,1 milioni effettivamente spesi, il Pubblico avrebbe il Muse e la NBU, come e dove sono oggi, ed in più l’intera area ex Michelin rinnovata a parco pubblico, senza i nuovi edifici in gran parte invenduti dei privati.
Area | 25.300.000 |
Muse | 64.418.000 |
NBU | 41.099.000 |
Totale | 130.817.000 |
Si dovrebbero aggiungere i costi per attrezzare il parco, ragionevolmente prevedibili attorno ad un paio di milioni desunti dalla somma di 4.117.262,94 conteggiata a questo riguardo nella convenzione del 21 dicembre 2005 tra Comune e spa Iniziative Urbane, considerando anche che buona parte del parco avrebbe potuto essere realizzata direttamente dagli appositi servizi del Comune di Trento.
Si può però immaginare qualcosa di ancor più logico nelle premesse e curioso nei risultati. La NBU s’è rivelata insufficiente appena aperta: mancano metà dei posti occorrenti per chi la frequenta e molta parte dello spazio per i libri. La biblioteca di Botta, invece, sarebbe risultata molto più capiente (numero quasi doppio di postazioni-utente e 100.000 volumi in più), con questi conseguenti conteggi tra le varie possibili ipotesi (vedi tabella 2).
Ipotesi 1 - Se il Pubblico avesse comperato il Muse come ha fatto e avesse realizzato la Biblioteca Botta anziché comperare quella alle Albere, come non ha fatto, avrebbe speso 109.500.000 euro, progetto Botta incluso; 10 milioni e 600mila euro meno di quelli sborsati. La sorte del parco si sarebbe dovuta prevedere dal Comune a mezzo del PRG.
Muse realizzato e venduto da spa Il Castello | 74.000.000 |
Biblioteca Botta | 35.000.000 |
Totale | 109.000.000 |
Ipotesi 2 - Se il Pubblico avesse realizzato il Muse espropriando l’area di sedime al prezzo di vendita 1999, come e dove è ora, e la Biblioteca Botta, come e dove non sarà mai pur essendo la soluzione di gran lunga più logica (piazzale Sanseverino), avrebbe speso 101.659.000 euro, progetto Botta incluso; 18 milioni e 441mila euro meno di quelli davvero sborsati.
Muse con esproprio | 66.147.000 |
Biblioteca Botta | 35.000.000 |
Totale | 101.147.000 |
Ipotesi 3 - Se il Pubblico avesse realizzato il Muse, come e dove è ora, la Biblioteca Botta in piazzale Sanseverino, come e dove non sarà mai, ed avesse acquistato nel 1999 l’intera area Michelin attrezzandola a parco, avrebbe speso 127.230.00 euro, progetto Botta incluso; 7 milioni e 130 euro più di quelli davvero sborsati. Però avrebbe l’intero parco sull’Adige attorno all’unico edificio del Muse, ed una biblioteca all’altezza delle necessità vicino alle sedi universitarie ed al centro cittadino.
Muse senza esproprio | 64.418.000 |
Biblioteca Botta | 35.000.000 |
Intera area ex Michelin a parco | 25.300.000 |
Attrezzatura parco | 2.000.000 |
Totale | 126.718.000 |
Sottolineiamo come nella seconda e terza ipotesi, non dovendo acquistare dalla società Castello, non si sarebbe dovuto ricorrere all’espediente dell’acquisto di cosa futura, escogitato proprio per comperare il Muse e la NBU dalla cordata dei privati. Ed allora - se non altro perché su tali convinzioni sono basate la legge provinciale, quella nazionale e quella comunitaria, e qualcosa vorrà pur dire - è ragionevole supporre che concorsi pubblici per la progettazione e pubblici appalti per le costruzioni avrebbero ridotto la spesa, senza peggiorare il risultato. Mario Botta, per inciso, col suo progetto aveva vinto il concorso pubblico indetto dall’Università.
E i tempi? Quello dei tempi è sempre l’argomento addotto per scavalcare gli appalti. Ma in questo caso è assolutamente ragionevole pensare che regolari concorsi ed appalti non avrebbero preso più tempo di quello effettivamente impiegato: dall’inizio dell’affare ex Michelin nella primavera del 1998 trascorsero 14 anni sino all’inaugurazione del Muse nel 2012, 19 anni sino all’inaugurazione della NBU nel 2017.
Sono sbagliati questi conti? Chiunque se ne intende può correggerli o suggerirne di migliori.
Per parte nostra riteniamo che tutta la vicenda attorno all’ex-Michelin, più viene approfondita più si dimostra improvvida, specchio di un ceto politico impreparato e subalterno.