Il grande successo della Margherita, come e perchè. E il bivio che si trova ora di fronte Lorenzo Dellai: gestire il potere alla dorotea o cercare di passare alla storia? Qui sia la sinistra che la destra potrebbero giocare un ruolo. Invece...
I Ds allo sbando, tra perdita di identità, voglia di rivincite, ipotesi di politica propositiva. La Margherita senza capacità egemoniche: né sugli alleati, né sulla pubblica opinione. Il varo della nuova Giunta dimostra che Dellai, se vorrà solo essere l’ennesimo doroteo, non avrà vita facile.
Il rafforzamento delle capacità di governo, doveroso ma senza contrappesi; il prevalere delle fedeltà al leader rispetto ai programmi; le eccessive risorse in mano al pubblico. Le dinamiche per cui il Trentino viene governato da un nuovo notabilato.
L'incredibile candidatura di Mario Cossali, dal disastro di Rovereto alla poltrona provinciale: quando la politica non conta più, contano solo gli organigrammi.
Nei Ds è venuto a galla il problema a lungo taciuto, il rapporto con la Margherita. Cerchiamo di vedere con quali idee, al di là dei (prevalenti) personalismi.
La triplice sconfitta del centro-sinistra nei tre Comuni andati al ballottaggio: l'invincibile Margherita che si fa male da sola; la sinistra sempre più velleitaria e perdente; il (brutto) sogno del grande centro che ritorna attuale.
I due candidati alla segreteria dei Ds: ottime persone, ma la cui candidatura in un'organizzazione sana sarebbe impensabile. Il fatto è che i Ds sono ormai irrilevanti; e servono solo alla promozione sociale di un gruppetto di persone.
Fallita nel ruolo di interdizione, incapace di proporre, la sinistra trentina è allo sbando; e i singoli si aggrappano alla poltrona. Forse i trentenni...
Il risultato delle elezioni comunali: la sconfitta degli apparati, la performance del buonismo di Pacher e, sottotraccia, una nuova inquietudine sociale.
Il centrosinistra trentino scosso dalla sconfitta roveretana: forse urge ridisegnare un’alleanza poco produttiva. La Margherita inizia a pensarci, i Ds invece...
La passione civica, i diktat, le giravolte, il giudizio dei cittadini. Le vicende delle elezioni roveretane: cosa ci insegnano, e da cosa si può ripartire.
L'insistere di Dellai su progetti impopolari inizia a creare un'opposizione sociale; che fa il centro-destra (inciucista)? Intanto i Ds riscoprono la questione morale...
Verso il Partito Democratico? Se a livello nazionale manca ancora una base valoriale condivisa, a livello locale il nuovo partito sembra essere solo l'uscita di sicurezza dalla crisi della Margherita:
Finita nel grottesco la ricerca dei diesse dei candidati al Parlamento: ridicolizzate le (pseudo) primarie, silurato l'onorevole uscente (e meritevole) Kessler, violentata la logica e le stesse convenienze di partito. E tutto perché il segretario...
Con la crisi del modello "grisentista" (asfalto + clientela), per i Ds trentini si aprono spazi. E cercano di parlare di programmi. Ma l'ormai lunga scelta di non avere idee...
L'Associazione per il Partito Democratico: non solo per unire sinistra e cattolici, ma anche per rigenerare i partiti. Un tentativo generoso: anche realistico?
La spinta per la fusione delle culture cattoliche e di sinistra; e il superamento della partitocrazia. Mentre a Roma si cercano strade nuove, a Trento intanto...
Andreolli e Dellai non possono dirlo, ma non vogliono il Partito Democratico. Il primo per ragioni personali, il secondo strategiche. Quando invece sarebbero da cambiare presone e strategia.
La Festa dell'Unità sulla Neve: tanto popolo, tanta passione politica, poche certezze e pochissimi giovani. Eppure questa gente è un patrimonio per tutti: a rischio di estinzione?
Congresso DS: un partito con le spalle al muro,conscio di essere ormai irrilevante. E perchè, proprio per questo, può - forse - costruire qualcosa di nuovo.
Dalla Federazione comunista di Trento alla “gloriosa Spagna” e ai lager di Stalin: storia dolente, amarissima e tragica, di due comunisti trentini della prima ora.
Referendum in Val Rendena sulle Comunità di valle: l'assemblea dei sindaci e la Giutna Provinciale decidono che non conta niente. Il pasticciaccio sul decentramento finisce con la democrazia sotto i tacchi.
Il Partito Democratico in Trentino non si farà (forse, nel 2009...). Tutte le motivazioni (quelle vere) e le implicazioni (gravi) di una scelta arretrata: il prevalere nella Margherita dei feudatari di valle, una “casta” privilegiata, foraggiata e contraria ad ogni innovazione. Così il Trentino diventa, da supposto laboratorio, ultimo vagone: e l’Autonomia stessa perde le proprie ragioni d’essere.
Le liste di Bindi, Letta, Veltroni: in tutto 63 nomi, divisi sui quattro collegi, da cui dovranno essere eletti i 21 delegati trentini all’assemblea costituente del nuovo partito.
L’inaspettato numero dei votanti e la qualità del voto, aprono nuovi problemi. Soprattutto alla Margherita, i cui elettori, in barba alle indicazioni dei leader, si sono ripartiti sulle tre liste. Dimostrando di credere loro, più dei capi, al nuovo partito. Da un’analisi del voto, l’insperata risposta dei cittadini e delle valli. E adesso?
L'uso e l'abuso del localismo, da parte della Margherita e della politica trentina: ormai ha portato alla frammentazione della rappresentanza e alla legittimazione di ogni interesse settoriale. Una deriva a cui non si vedono, oggi, alternative.