Il profumo dei soldi
500 euro in più al mese ai consiglieri diessini. Paga il partito. Ma perché?
L’Adige, già protagonista di una lunga campagna contro i privilegi dei consiglieri, anche stavolta ci va giù duro: "Come primo atto politico - o quasi - della sua segreteria, Remo Andreolli, da pochi mesi alla guida dei DS del Trentino, ha deciso (13 voti a favore, 6 contrari, 5 astenuti, n.d.r.) di proporre alla direzione del partito, che ha accolto la richiesta, un sostanzioso aumento dello stipendio suo e degli altri assessori e consiglieri provinciali diessini. Come? Riducendo la quota da versare al partito", che difatti scenderà dal 45% al 35%, il che vorrà dire 500 euro in più al mese per i consiglieri diessini, dimostratisi "sensibili al profumo dei soldi, che evidentemente è più intenso della dedizione al partito".
Il capogruppo Barbacovi tenta di smorzare l’eventuale indignazione: "Non sono soldi in più che prendiamo dalle tasche del contribuente". Certo, ma un problema comunque rimane, e non è possibile cavarsela, come cerca di fare Andreolli dicendo che "si è trattato di un allineamento alle percentuali delle altre federazioni regionali dei Ds, che sono quasi tutte intorno al 35%". Il che - attenzione! - giustificherebbe una corsa al ribasso tra le varie federazioni (nessuno vorrebbe essere il più fesso) che finirebbe col ridurre a secco le casse del partito.
"Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti - commenta il Trentino - dai tempi in cui un eletto del PCI teneva per sé il corrispondente di un quinto livello dei metalmeccanici". Una regola improponibile oggi, che l’antica "diversità" dei comunisti è quasi del tutto svanita, e anzi, talvolta, viene addirittura ripudiata con fastidio come un’ingombrante eredità. Ma i fautori di questi sedicenti elementi di modernità farebbero bene a ricordare quanta parte dell’attività del partito dipende ancor oggi dall’impegno volontario di tanti iscritti, che da notizie come questa non trarranno certo stimoli a continuare.
Ma ipotizziamo pure che la decisione presa sia pienamente giustificata, o magari perfino timida rispetto ai tempi che corrono; andava comunque spiegata e discussa all’interno del partito, e non solo fra i pochi, diretti interessati al provvedimento, il quale invece richiama così alla memoria - per quanto impropriamente - quella serie di privilegi riservati ai consiglieri di cui anche recentemente si è tanto parlato, e che hanno prodotto una forte indignazione nell’opinione pubblica.
Di questo rischio, d’altronde, i "riformatori" si rendono conto: a dar retta ai giornali, difatti, l’ex segretario Mauro Bondi, che "nauseato, non ha voluto nemmeno partecipare alla discussione", "è finito nel mirino dei colleghi con l’accusa di essere stato lui a spifferare la notizia", che evidentemente doveva restare riservata. E lo stesso Bondi nota sarcastico l’inconsistenza delle motivazioni con cui i consiglieri diessini si sono autoconcessi quella robusta detrazione: "Mi aspettavo che coloro che hanno votato a favore della riduzione portassero avanti le loro ragioni".
Molto duro anche il roveretano Cossali: "Non lamentiamoci che poi la gente si distacchi dalla politica. Stiamo perdendo la bussola etica", mentre Alberto Rella, già presidente del partito, ricorda che prima dell’elezione, i candidati DS si erano impegnati a versare una certa percentuale al partito e che quando si firma un documento, lo si rispetta. E poi: "Non posso giustificare una decisione così in un partito che vede tante persone impegnate a livello di volontariato".
Quanto a Roberto Pinter, assicura che per la componente che fa riferimento a Solidarietà non cambierà niente.
Curioso, per finire, il caso del consigliere Giuseppe Parolari, che nel giugno scorso, a quanto riportò la stampa, "venne segnalato ai probiviri perché si rifiutava di versare quanto dovuto, ritenendo congruo fermarsi al 38% dei compensi percepiti". Malgrado ciò, "continuò a versare meno di quanto richiesto, senza però rischiare l’espulsione dal partito, avendo deciso di non rinnovare la tessera".
Ebbene, adesso Parolari non solo si proclama estraneo alla decisione presa, ma si dice "nauseato dalla strumentalizzazione che è stata fatta sulle quote versate ai Ds… Nel settembre 2003 ho sottoscritto l’impegno a versare il 45% dell’indennità di consigliere… Ho sempre rispettato quel patto versando il 100% di quanto mi sono impegnato a versare e continuerò a farlo anche in futuro".
Boh?