Pur sempre con troppo poco Oriente, la XXIII edizione della rassegna roveretana presenta un bilancio positivo, con un interessante excursus nell'utilizzo della multimedialità nella danza.
Riproposizione del Centro Coreografico di Biarritz dei Balletti Russi di Nijinsky. Una rivisitazione in chiave contemporanea, tutta tesa a cercare l'essenza della ricerca coreutica dei primi del '900.
Proposto al Teatro Sociale il collaudato trittico "Strange Attractors" di Petronio: dalla teoria sulle forze magnetiche all'indagine sulle interrelazioni personali.
La compagnia di Ana Maria Stekelman fonde la tecnica tradizionale del tango popolare con la danza contemporanea: una sperimentazione convincente, una fusione fluida e naturale.
La coreografia di Angelin Preljocaj, attraverso invenzioni scenografiche, l'utilizzo di costumi ed oggetti fantasiosi, rivisita in chiave vitalistica la partitura di Vivaldi, comunicando eccitazione e/o leggerezza.
Impeccabile esecuzione al Mart di Rovereto di "Untitled" di Lucinda Childs, presente a un apposito incontro. Però, se non si pubblicizza il tutto, si creano solo eventi flop.
Alla 26ª edizione della rassegna roveretana, centralità dell'Africa: attraverso una danza che contamina ritmi e riti tribali con la coreografia e la musica occidentale; e attraverso le mostre e incontri collaterali.
La compagnia di Michele Abbondanza, con la drammaticità di "Polis", ultimo atto della trilogia classica sul sacrificio, e l'apertura alla speranza di "Try", chiude un ciclo e ne apre un altro, entrambi all'insegna dell'intensità emotiva.
A Trento il Balletto Nazionale della Georgia e la Honvéd Dance Company di Budapest, portano la ricchezza e il fascino delle danze popolari, momento di riappropriazione di cultura e tradizioni. Attraverso i due filoni: la ricerca filologica, e l'evoluzione stilistica.
Oriente-Occidente 2007: un'edizione poco "danzata", caratterizzata soprattutto dalle presenze africane, sempre più consapevoli della propria vitalità culturale.
Grande spettacolo del Ballet Flamenco di Cristina Hoyos: accompagnando testi di Garcia Lorca, una danza che ripercorre, sul registro lirico come (più spesso) su quello drammatico, la vita dei gitani in terra di Spagna.
Abbandonate le atmosfere cupe e i significati tragici e profondi del suo recente teatro-danza, la compagnia Abbondanza-Bertoni ritorna alla danza ilare, sfiziosa, tutta giocata sull'astratto movimento dei corpi e un serrato dialogo con la musica.
Nelle intenzioni una contaminazione tra la leggerezza mozartiana e quella dell'elemento acquatico; nei fatti questo del Balletto dell'Esperia risulta uno spettacolo accademico, dalle ondivaghe scelte di fondo.
Nella piazza del Mart 300 alunni nella performance finale del corso di danza educativa: un piccolo ma emozionante evento, sulla soggettività del proprio tempo e sulla sua riconquista.