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QT n. 6, giugno 2020 Monitor: Danza

Arteviva: “Danza in_camera”

Foto di Clara Coser

Il cambiamento di abitudini imposto dal lockdown ha inevitabilmente interferito con le attività sportive e performative, ma in questo periodo non sono di certo mancate iniziative per tenersi in movimento anche da casa... anzi, una miriade di attività online, dallo stretching all’aerobica, passando per pilates, zumba, yoga e svariate altre discipline dai nomi e dalle forme più disparate, hanno permesso di tenere in forma corpo e mente in attesa del riavvio dei corsi.

Le palestre si sono di fatto riconvertite in app e piattaforme virtuali dove seguire gli allenamenti, in streaming o in differita, contribuendo a mantenere una parvenza di continuità con la vita e le abitudini di prima.

Mentre le persone sudavano o, a seconda dei casi, oziavano chiuse tra le mura domestiche, il cambiamento forzato ha innescato processi virtuosi anche fuori dalle case: la ritirata dell’uomo ha permesso alla natura di ringiovanire e riconquistare nuove dimensioni, esprimendosi indisturbata e tornando a invadere con forza gli spazi urbani che a lungo le erano stati preclusi.

Proprio da questa riflessione e dalla volontà di dare un nuovo significato alla bellezza che è rifiorita vigorosamente fuori dalle nostre finestre ha preso le mosse il progetto “danza in_camera”, ideato dalla danzatrice e coreografa Fanny Oliva, di origine torinese ma da anni residente in Trentino, in collaborazione con l’associazione Arteviva, compagnia locale ma di respiro internazionale (dalla data della sua fondazione, nel 2012, organizza infatti spettacoli con attori e ragazzi di stati e culture diverse), promotrice di un teatro che sperimenti linguaggi non solamente legati alla parola ma all’azione in scena e che riesca ad emozionare le platee attraverso la ricerca di momenti simbolici in grado di superare i confini linguistici.

Per continuare a muoversi - in questo caso in maniera creativa - da casa, l’associazione ha lanciato una sfida collettiva per ripensare gli spazi domestici abitandoli con modalità e movimenti nuovi. L’invito, aperto a tutti, era quello di creare piccole sequenze coreografiche in spazi limitati e della durata massima di un minuto: “In una stanza della tua casa, mentre esci per fare la spesa, nel tuo giardino, sul tuo balcone, ovunque senti di poter danzare. Mettiamoci in-natura, spostiamo l’aria con un segno del nostro corpo. Contribuiamo al rifiorire di tanta bellezza”. Ed ecco allora salotti, scale, armadi, soggiorni, bagni, camere da letto, cortili e giardini animarsi di azioni impreviste, estranee alla routine ripetitiva della quotidianità. La sfida di “danza in_camera”, nella doppia accezione di danza in spazi casalinghi e di danza di fronte a una telecamera, ha stimolato la creazione artistica di piccole coreografie fatte di gesti semplici e spontanei, più o meno danzati, a tratti ironici (come, ad esempio, Mare Piuma, tuffo simbolico in un morbido mare-piumone, Singing in the rain In the days of COVID19, adattamento per doccia della celeberrima canzone, o, per restare in tema musicale Spider man, corsa giocosa di dita su tastiera elettrica) e a tratti più drammatici, nel tentativo forse di sintetizzare in forma di movimento le sensazioni e gli stati d’animo generati dalla forzata condizione di ‘cattività’ (come in Insonnia, tentativo di sfuggire dallo stato di stasi sul divano a passo di danza, Legami, lotta contro una rete che imprigiona e costringe l’azione, Rifugio, spazio inedito di libertà creativa e d’isolamento dalle incombenze familiari).

L’invito di Arteviva è stato raccolto da diverse persone con esiti e interpretazioni del tutto libere - al di là della durata, non c’erano infatti altre regole da seguire -, coinvolgendo adulti e bambini in una reinterpretazione creativa e originale della propria vita domestica. Tutti i video finora pubblicati sono visibili sul sito della compagnia (https://www.artevivateatro.it/danza-in_camera/), dove è possibile guardarli e anche implementarli inviando nuovi contributi. Un estratto del progetto farà invece parte del documentario dal titolo provvisorio “Instant Corona”, nato dall’idea di un gruppo di registi di Milano (fra cui Michele Ciardulli, uno dei fondatori di Arteviva insieme a Paolo Vicentini, Sabrina Simonetto e Mattia Bonanome) per raccontare la vita al tempo del confinamento.

L’intento è quello di raccontare in forma artistica, e non giornalistica, come gli artisti siano comunque riusciti a sviluppare la loro arte e le loro idee nonostante i limiti imposti dal Coronavirus.