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I desaparecidos dell’Uruguay

Dopo 20 anni inizia la ricerca dei corpi nelle fosse comuni.

Antonio Graziano

Dopo oltre vent’anni dalla fine della dittatura, il neoeletto presidente Tabaré Vazquez promette di dare una svolta decisiva alla questione dei desaparecidos in Uruguay.

Il Presidente uruguaiano Tabaré Vazquez.

La dittatura militare, iniziata col colpo di stato del 1973 e conclusasi definitivamente nel 1984 con l’elezione di Sanguinetti, portò al controllo della maggior parte delle istituzioni da parte delle forze armate, alla privazione dei diritti politici di tutte le persone politicamente attive negli anni precedenti e ad una repressione che produsse alcune centinaia di desaparecidos. Cittadini uruguaiani furono perseguitati anche in Argentina, Cile, Bolivia, Paraguay e Colombia, in concomitanza con il piano Condor che, di fatto, si manifestò come un progetto repressivo che accomunava tutte le dittature militari del Cono Sud.

Finita la dittatura, nel 1986 fu proclamata una legge conosciuta come Ley de la Caducidad che, come recita l’articolo 1 "solleva l’esercito dalla pretesa azione punitiva dello Stato rispetto ai delitti commessi fino alla data del 1° marzo 1985 da parte di funzionari dell’esercito e della polizia…". La stessa legge, all’articolo 4, abilita il governo a compiere le ricerche necessarie, utili a chiarire i fatti avvenuti durante quel periodo.

Trovata la soluzione politica agli anni della repressione, nulla è stato fatto per seguire le disposizioni dell’articolo 4. In compenso, nel 1989, il Servizio Per la Pace e la Giustizia (SERPAJ) presenta alla società civile il rapporto "Nunca Mas", in cui si parla di 140 desaparecidos, e nel 2003 la Commissione per la Pace, presenta un ulteriore rapporto con i nomi di 233 desaparecidos. Infine, nel 2004 viene pubblicato "A todos ellos" (a tutti loro), rapporto delle madri e dei familiari degli uruguaiani detenuti e scomparsi. Quest’ultimo raccoglie in dettaglio la storia dei desaparecidos e presenta, in aggiunta, i nomi di quelli che sono ritenuti gli ideatori e gli esecutori materiali delle torture e degli assassini. Il rapporto spiega che la lista degli scomparsi tende ad aumentare, in quanto vengono registrate di giorno in giorno nuove denunce da parte di chi in passato ha avuto paura di parlare a causa dell’atmosfera di tensione che per anni si è mantenuta dopo la dittatura.

Salito in carica il 1° marzo scorso, il nuovo governo, capeggiato dal Frente Amplio, ha avviato le procedure perché inizino i lavori di scavo all’interno delle caserme dei battaglioni 13 e 14 con lo scopo di rispettare l’articolo 4 della Ley de la Caducidad. I lavori cominceranno sulla base di un rapporto prodotto in precedenza grazie a testimonianze e rilievi aerei che mostrano zone in cui vi sono state rimozioni di terra ed in cui potrebbero esservi fosse comuni e resti di desaparecidos. Lo scopo degli scavi sarà principalmente quello di chiarire la condizione della morte delle persone scomparse durante la dittatura.

Bisogna tenere conto, in ogni caso, che la Ley de la Caducidad é stata dichiarata illegale dalla commissione Interamericana per i Diritti Umani che fa capo all’Organizzazione degli stati americani (OEA) e che rispettare questa legge potrebbe non essere sufficiente, dunque, a fare luce sui fatti accaduti.

Secondo le parole dei familiari dei desaparecidos, bisogna considerare "la ricerca della verità come modo di rivendicare la dignità personale dei nostri familiari, ma anche come valore morale. Nessuna società costruisce il proprio futuro in modo sano se lascia che il potere banalizzi e trasformi in maniera distorta gli aspetti traumatici della sua memoria storica. Crediamo e continueremo a credere che la ricostruzione onesta della memoria storica sia un apporto sostanziale alla rigenerazione completa della democrazia nel nostro paese".