Ex Anmil di Rovereto: perché demolirlo?
Un complesso di tutto rispetto situato nel fitto bosco della città, costruito alla fine degli anni 60 e poi abbandonato. Perché non ha avuto ancora un utilizzo?
La progettazione e la costruzione del complesso ExAnmil si prolungarono dal 1965 al 1970, quando, ad edifici quasi ultimati, venne abbandonato dall’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro. Scopo della struttura era quello di offrire agli invalidi e mutilati del lavoro un ambiente salubre e rilassante per riacquistare la salute, di provvedere alla loro rieducazione professionale con l’assistenza di medici, fisioterapisti specializzati e di attrezzature specifiche, di controllare e/o realizzare le protesi e gli apparecchi ortopedici necessari.
Il complesso è situato nel fitto Bosco della Città, in località Vallunga, ad est del centro storico di Rovereto ed è raggiungibile agevolmente imboccando da Piazza Rosmini la strada per la Val di Terragnolo. Il terreno di spettanza è di ben 35.000 mq., in posizione panoramica, disposto a cavallo ad un piccolo dosso. È costituito da due edifici separati, entrambi strutturati su tre livelli e distanti tra loro circa 50 metri. Il Padiglione Soggiorno, situato ad ovest, sul versante verso la città e la valle dell’Adige, è in zona alberata tranquilla e salubre. La sua superficie è di mq. 4.040, il volume di mc. 17.630. In questo edificio erano previste le attività collettive ed amministrative (auditorium, bar, biblioteca, locali di ritrovo, cappella, uffici amministrativi), nonché le stanze di residenza degli invalidi e dei loro famigliari ed accompagnatori.
Il Padiglione Ricreazione, situato nel terreno ad est, oltre il crinale, rivolto a monte, è in posizione ancora più tranquilla ed appartata, adatta alle cure ed allo svolgimento delle lezioni, destinato al recupero funzionale ed ai trattamenti medici e fisioterapeutici con ambulatori, piscina, palestra, aule, laboratori per creazione ed adattamento degli apparati ortopedici e di protesi. La sua superficie è di mq. 4.866, il volume di mc.18.330. Il complesso ha quindi una superficie totale di tutto rispetto di mq. 8.906 ed un volume di mc. 35.960.
I due edifici, pur di notevole superficie e cubatura, sono stati sapientemente inseriti nel terreno, evitando grossi movimenti di terra e pesanti corpi in elevazione, con conseguente buon inserimento paesaggistico. Dopo cinquant’anni di abbandono, la vegetazione ha circondato e parzialmente sommerso gli edifici, cosicché questa schermatura verde, assieme all’attenta progettazione, li rende praticamente invisibili dall’esterno.
Questi edifici, nonostante si trovino da circa cinquant’anni in abbandono, soggetti a incuria e vandalismi, presentano uno stato di conservazione delle strutture notevole, addirittura sorprendente per quanto riguarda il padiglione “Soggiorno”.
Chiunque abbia la ventura di penetrare nel Bosco della Città ed abbia la fortuna di scoprire l’Ex-Anmil ne verrà colpito per la forza strutturale e la bellezza architettonica ancora vive, nonostante il lungo abbandono.
Ci si domanda allora perché un’opera così importante e valida non abbia ancora avuto un utilizzo, ma che anzi il Comune di Rovereto ne abbia decretato la demolizione, nonostante tante voci e forze culturali e politiche ne chiedano il recupero. Nonostante in tempi recenti si debba attendere la conclusione delle trattative per l’insediamento dell’Accademia della Musica. Sicuramente l’ambiente silenzioso e stimolante sarebbe ideale per insegnare ed esercitare la musica, nei suoi vari aspetti di apprendimento, di studio, di prova e di esibizione.
Sicuramente altrettanto consono sarebbe, in questo luogo ed in questi edifici, raggiungibili agevolmente dalla città e di grande valore naturalistico, collegati ad una estesa rete di percorsi pedonali, ciclistici e di equitazione, organizzare un centro sportivo munito di tutte le attrezzature interne ed esterne, a servizio della popolazione di Rovereto, centro logistico salutistico e didattico, ricco dei rapporti colla natura circostante. Interessante infine sarebbe l’insediamento nel complesso ex-ANMIL di una facoltà universitaria specifica nel campo ambientale.
Poiché il valore intrinseco c’è ed è in attesa del possibile riutilizzo, è, a nostro parere, necessario estendere sulla zona e sugli edifici con urgenza un concreto regime di salvaguardia.