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Questioni di salute

E inoltre: il costo delle case, della benzina e dell’elettricità.

Farmaci. C. A. di Trento ci dice che la pubblicità di Federfarma, apparsa negli ultimi giorni di marzo sul Corriere della Sera è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In effetti, dopo settimane di bombardamenti pubblicitari sul signor Rossi che non troverebbe di notte una farmacia aperta, se i farmaci da banco dovessero finire nei supermercati come avviene nel resto del mondo (tra l’altro la farmacia la notte fa pagare un sovrapprezzo assurdo!), e altre amenità del genere, sul prestigioso quotidiano e su altre testate nei giorni scorsi è comparso un messaggio stupefacente, che recita: "Non tutti sanno che prendere una pastiglia non è una cosa così innocua come può sembrare, anche quando si tratta di un normale analgesico. In particolari condizioni gli effetti collaterali ed indesiderati di un farmaco possono causare una nuova patologia detta: malattia iatrogena".

Orbene, che un’aspirina possa ammazzare in un caso su un milione è anche vero, ma che per non perdere i miliardi di euro che con i loro privilegi assurdi 16.000 farmacisti incassano - tramandandosi l’esercizio di padre in figlio - essi facciano da menagrami ai cittadini, è inaccettabile. Così ci siamo rivolti all’Autorità Antitrust, chiedendo di bloccare i messaggi pubblicitari di Federfarma e di accertare eventuali profili di ingannevolezza, poiché le pubblicità comparse in questi giorni potrebbero ingenerare nel consumatore la falsa convinzione che vi sia qualcuno che vuole ottenere la chiusuranotturna delle farmacie e non invece la moltiplicazione dei distributori e l’abbattimento dei costi.

Come pure non è da prendere in considerazione l’idea che il farmacista che opera all’interno della farmacia consigli, a chi si presenta per comprare l’aspirina, di farsi le analisi del sangue e mille altre indagini prima di assumerla, mentre il farmacista del supermercato abbia tanta sfortuna da farsi capitare il famoso "caso su un milione" del quale si diceva.

Secondo noi Federfarma e Confcooperative, che hanno ribadito il no alla vendita dei farmaci nei supermercati, sbagliano, in quanto non si rendono conto che l’ingresso dei medicinali nella grande distribuzione, venduti sotto la supervisione dei farmacisti, non è certo un incentivo a consumi irrazionali.

Infine, Federfarma, che è già stata denunciata dalle associazioni dei consumatori all’Antitrust, farebbe bene ad investire i soldi che spende nelle pubblicità sui giornali per l’applicazione degli sconti nelle farmacie, come prevede il decreto del Ministero della Salute.

A proposito poi delle persone denunciate ultimamente dalla Guardia di Finanza per il commercio di pastiglie che promettono "virtù di incremento della potenza sessuale", mettiamo in guardia: non acquistate farmaci via Internet e non credete a promesse mirabolanti. Basta con le fasce elastiche che sciolgono il grasso, le pomate che allungano il pene, i farmaci che aumentano la memoria o combattono l’invecchiamento! Insomma, no ai farmacisti fai da te, alla vendita dei farmaci da banco nei supermercati. Mettere in guardia chi, senza alcuna prescrizione medica, prende falsi medicinali o sostanze pericolose, non ha nulla a che fare con la richiesta di vendere veri farmaci da banco anche nei supermercati. D’altronde, nelle nostre farmacie vengono sponsorizzati, pubblicizzati, messi in evidenza, spinti e venduti dei farmaci che promettono di rafforzare la memoria o di combattere l’invecchiamento. Niente di più falso, ma intanto i farmacisti incassano milioni. Perché questi prodotti, nella migliore delle ipotesi inutili, vengono autorizzati dal Ministero e regolarmente venduti? Le associazioni dei consumatori sono per la vendita dei farmaci da banco nei supermercati, cosa che consentirebbe una riduzione dei prezzi del 30%.

Sostanze nocive nei cartoni della pizza. Non c’è pace per i consumatori. Dopo il latte con l’Itx (Itx, perché ci fanno mangiare l’inchiostro), le uova con i vermi, la passata di pomodoro e il grano contaminati, ora è la pizza a destare preoccupazione. Un’indagine condotta da Il Salvagente attraverso due studi specialistici ha rilevato la presenza di sostanze potenzialmente pericolose per la salute all’interno dei cartoni per la pizza da asporto.

Si tratta di benzene, naftaline, ftalati, fenoli, Dibp, sostanze che passerebbero dal cartone alla pizza attraverso il calore di quest’ultima. Molecole vietate dalla legge italiana e che deriverebbero da collanti e sbiancanti usati per far assomigliare la carta riciclata a quella vergine.

In questi casi il principio di precauzione impone interventi drastici per tutelare la salute; per questo motivo è stato chiesto al Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, di aprire delle indagini urgenti per verificare la tossicità di tali sostanze e i rischi per la salute e disporre, se necessario, anche il sequestro immediato dei cartoni per la pizza, ordinandone il ritiro in tutta Italia.

La casa nel 2006. L’abitazione continua ad essere un problema gigantesco per le famiglie italiane sia relativamente all’acquisto, sia all’affitto. Si prevede che per l’acquisto di un appartamento di 90 mq. serviranno quest’anno 20 anni di stipendio, mentre nel 2001 ne bastavano 15.

Acquisto Casa
AnnoRedditoIndicePrezzo M.Q.Indice
200118.431100,03.126100,0
200218.902102,63.502112,0
200319.512105,94.004128,1
200420.039108,74.191134,1
200520.444110,94.347140,1
2006 (previsione)20.852112,94.564144,1
Fonte: elaborazione Federconsumatori su dati Istat e Cresme

Negli ultimi 6 anni le annualità di reddito necessarie per l’acquisto di un appartamento in una zona semicentrale di grande area urbana sono passate da 15,3 a 19,6, portando la variazione dal 2001 a + 46%. Questa emergenza, che deriva da una bolla speculativa, è causata dai mancati controlli del Governo, il quale ha permesso lo spostamento di 70 miliardi dai percettori di reddito fisso (lavoratori e pensionati) a chi determina aumenti dei prezzi e delle tariffe con un semplice tratto di penna (commercianti, professionisti) per riversarli in larga parte sul mercato immobiliare stesso.

Affitto Casa
Anno2001200420052006 (previsione)
Affitto6109401.0101.060

Il costo dell’affitto di un appartamento in una zona semicentrale di grande area urbana, invece, è passato da 610 euro nel 2001 a 1.060 nel 2006, con un aumento del 73,8%.

Benzina e gasolio: sempre più su. Non si arresta la corsa dei prezzi dei carburanti in Italia. In questi giorni sono stati annunciati nuovi aumenti dall’Agip, che portano la benzina verde a 1,329 euro al litro e il diesel a 1,193 euro. Prezzi in forte ascesa rispetto allo stesso periodo del 2001 (+22.8% per la benzina, +37.6% per il gasolio) e anche rispetto allo scorso anno. In base alle elaborazioni delle associazioni dei consumatori si registrano le seguenti variazioni:

Prezzi €/litro11 aprile 200111 aprile 200511 aprile 2006VAR.% 2001VAR.% 2005
Benzina verde1,0821,2491,32922,8%6,4%
Gasolio0,8671,1381,19337,6%4,9%

Questi dati, da un punto di vista pratico, si traducono in un maggior esborso per automobilista pari a quasi 10 euro a pieno (auto a benzina di media/grande cilindrata ) rispetto al 2001, ossia circa 300 euro in più a famiglia in un anno, senza contare poi gli effetti sui prezzi dei beni trasportati e sulle bollette energetiche.

E lettricità: gli aumenti riducono i consumi. Dopo gli ultimi aumenti delle bollette di luce e gas, in vigore dal 1° aprile, che si aggiungono ai precedenti del 1° gennaio 2006, le famiglie riducono i consumi energetici. Lo rivela una ricerca condotta dalle associazioni dei consumatori, realizzata per vedere come i cittadini fanno fronte all’impennata di prezzi e tariffe. Si scopre così che gli utenti stanno sempre più attenti alle spese quotidiane e ai consumi, utilizzando luce e gas solo quando serve ed eliminando ogni possibile spreco.

In base all’indagine condotta a campione su circa 500 famiglie in tutta Italia (cui è stato chiesto se e come avrebbero cambiato nei prossimi mesi i propri consumi ), emerge che i cittadini ridurranno i consumi nelle seguenti misure: luce: - 18%; gas : - 10 %; benzina: -10 %; alimentari: - 8 %; abbigliamento: - 20 %; divertimento e svago: - 25 %.

Per far riprendere i consumi non resta che ridurre i prezzi ed aumentare la concorrenza in tutti i settori. Risulta infatti preoccupante l’ingente ricorso al credito al consumo: a settembre 2005 il ricorso a tale credito è cresciuto arrivando a toccare quota 68,7 miliardi di euro. Ciò significa che ogni cittadino ha virtualmente contratto debiti per 1.175 euro; cifra destinata certamente a salire entro fine anno. Un dato che dimostra il grave impoverimento delle famiglie. Chi oggi ricorre a prestiti e finanziamenti non acquista più solo automobili, grandi elettrodomestici o beni costosi, ma si indebita anche per viaggi, per libri scolastici, per spese mediche e persino per acquistare generi alimentari.

E’ una situazione pericolosa contro la quale sarebbe bene intervenire, realizzando una campagna informativa diretta ai cittadini per spiegare i rischi e i pericoli che si celano dietro al credito al consumo e alle allettanti pubblicità di prestiti e finanziamenti, debiti che prima o poi hanno una scadenza contro la quale si scontreranno migliaia di famiglie.