Ancora troppa enfasi; ma contentiamoci…
Il rapporto fra i quotidiani e i soggetti deboli. Il IV incontro di “Redattore Sociale”.
Camminare piano, scrivere piano, fermarsi a riflettere, rispettare i soggetti deboli. Queste coordinate ci potrebbero aiutare a raggiungere l’utopia di un giornalismo meno urlato e più pensante, meno affrettato e più attento alle fonti, specie per quanto riguarda l’informazione sociale. Si è così svolto, presso Villa S. Ignazio, l’8 gennaio il quarto seminario di "Redattore sociale" (per un resoconto degli inerventi, vedi la scheda a pag. 21) nel tentativo di riflettere sulla possibilità per il giornalismo di oggi, veloce e condizionato dal mercato, di trattare in modo più adeguato le informazioni inerenti a soggetti deboli o ad argomenti particolarmente delicati.
Queste occasioni vedono quasi sempre la partecipazione di un esiguo numero di giornalisti, anche se molto qualificati (erano presenti direttori di testata come Enrico Franco e Paolo Ghezzi ed il presidente dell’Ordine dei giornalisti Fabrizio Franchi ), fatto che testimonia come la concreta possibilità di fermarsi per una mattinata è sovente preclusa ai giornalisti che in tutta fretta devono inseguire le notizie. E non è un caso che nei giorni seguenti pochissimi articoli sull’incontro si siano potuti leggere proprio sui quotidiani interessati, mentre un’intera pagina è stata dedicata da Vita Trentina (che però è settimanale) ed ampi servizi dalle televisioni locali.
Il momento clou dell’incontro è stata la presentazione dei risultati del monitoraggio sulla qualità di 733 articoli inerenti ai soggetti deboli presenti sui due quotidiani locali L’Adige ed il Trentino nel corso del 2002. A questo progetto hanno collaborato diverse associazioni e cooperative di solidarietà sociale (APAS, Progetto ’92, LILA, Villa S. Ignazio, ATAS, Punto d’incontro), coordinate da chi scrive e da Fulvio Gardumi. Le scarse risorse economiche e l’impegno volontaristico non hanno permesso di compiere una ricerca più capillare, anche se i risultati emersi rispecchiano a grandi linee la realtà dei nostri quotidiani locali, dove troppo spesso la cronaca nera e giudiziaria risulta predominante. Parlando di qualità però l’esito della ricerca dà un giudizio univoco e incontestabile: tutto sommato i due quotidiani presi in esame sono relativamente di buona qualità. Esistono ovviamente elementi critici: sensazionalismo, imprecisioni, articoli riempitivi per non dire nulla, titoli urlati. Ripercorriamo allora i dati della ricerca con le tabelle esplicative da noi rielaborate.
La griglia predisposta per l’indagine prevedeva 5 possibili settori di collocazione degli articoli: cronaca nera, cronaca giudiziaria, cronaca bianca, politiche sociali (questi due ambiti non differivano sostanzialmente), informazione generale.
Settore di collocazione | N. articoli | Percentuale | Somme parziali |
Cronaca nera | 156 | 22,20% | 58% |
Cronaca giudiziaria | 252 | 35,80% | |
Cronaca bianca | 7 | 1,00% | 42% |
Politiche sociali | 50 | 7,10% | |
Informazione generale | 239 | 33,90% |
"Si è così cercato –così viene detto nella relazione conclusiva – di dare un quadro esaustivo degli articoli sui soggetti deboli in quanto portatori di problemi specifici (alcolisti, tossicodipendenti, prostituzione, emarginazione, handicap) e in quanto protagonisti di situazioni difficili (incidentati, vittime di violenze, ma anche arrestati o denunciati per vari reati)."
Come emerge dalla tabella 1 gli articoli di cronaca nera e giudiziaria occupano più del 60% del totale degli articoli di informazione sociale o in cui sono coinvolti soggetti deboli. Ciò significa che l’immagine dei soggetti deboli è vista in una luce negativa (nei casi che finiscono nella cronaca giudiziaria) o per lo meno problematica
Il fatto più significativo, come si deduce dalla tabella 2, è che queste percentuali variano a seconda delle categorie di soggetti deboli presenti negli articoli esaminati.
Categoria dei soggetti deboli | Settore di collocazione | |||
Nera | Giudiziaria | Pol. sociali e bianca | Inf. generale | |
Minori e adolescenti | 46,30% | 30,00% | 12,30% | 11,40% |
Giovani in difficoltà | 12,20% | 40,20% | 12,20% | 35,40% |
Alcolisti | 31,40% | 25,70% | 34,30% | 8,60% |
Tossicodipendenti | 13,30% | 62,70% | 8,40% | 15,70% |
Stranieri | 22,30% | 44,60% | 3,60% | 3,60% |
Per esempio, quando si parla di minori e adolescenti, la maggior parte degli articoli appartiene alla cronaca nera e giudiziaria (oltre il 75%), mentre relativamente ai giovani in difficoltà la percentuale si ferma al 52%.
Un altro dato interessante è la collocazione degli articoli riguardanti gli stranieri.
Ben due terzi degli articoli finiscono nella cronaca nera e giudiziaria: è il problema dell’invisibilità di quegli stranieri che fanno una vita "normale", ma le cui storie non compaiono quasi mai sui giornali.
Un dato sorprendente (ma non troppo), è il diverso trattamento riservato agli articoli su tossicodipendenti e alcolisti. Per i tossicodipendenti il settore con la maggiore percentuale è la cronaca giudiziaria con il 62,7% (che con la nera giunge al 76%), mentre le politiche sociali e l’informazione generale arrivano al 24,1%. Per gli alcolisti è diverso: la percentuale di politiche sociali sale al 42% mentre la giudiziaria e la nera scende al 58%.
"Il fenomeno della tossicodipendenza - si dice ancora nella relazione finale - è sentito lontano e appare sui giornali praticamente solo nella cronaca di arresti, retate e morti, mentre pochissime volte è trattato in maniera più utile e costruttiva".
Parlare di qualità degli articoli è molto difficile ed è stato uno dei maggiori scogli nella preparazione della griglia. Si è scelto di suddividere titoli e contenuti dei pezzi che presentano aspetti critici in 4 categorie: titoli e contenuti emotivi o enfatici, giudicanti, stereotipati, inesatti.
Nella maggior parte dei casi gli articoli presentano la cronaca in maniera corretta, i titoli sono spesso coerenti col contenuto e quasi sempre non si indugia su particolari solamente spettacolari o drammatici.
Categoria di titoli e articoli | Num. | % |
Titolo emotivo | 128 | 17,7 |
Articolo emotivo | 84 | 11,6 |
Titolo giudicante | 75 | 10,4 |
Articolo giudicante | 67 | 9,2 |
Titolo stereotipato | 45 | 6,2 |
Articolo stereotipato | 74 | 10,2 |
Titolo inesatto | 17 | 2,3 |
Dall’analisi fatta, come si può vedere dalla tabella 3, una percentuale fra l’80 e il 90% degli articoli rilevati appare corretto; tuttavia va tenuto conto che questo dato assomma articoli di cronaca nera e giudiziaria insieme a quelli di informazione generale che, come qualità e come tutela della privacy, hanno caratteristiche diverse. Infatti negli articoli di cronaca nera e giudiziaria si sale fin quasi al 25% di articoli che possono essere stimati emotivi, giudicanti, stereotipati. Gli articoli palesemente errati sono comunque una minima parte.
Per capire meglio, si possono fare alcuni esempi particolarmente significativi ma che, è bene ricordarlo ancora, rappresentano la parte minoritaria degli articoli. Tra gli articoli considerati giudicanti, molti riguardano il mondo della droga, come in questo caso: "Da tempo in cura al Sert, tossicomane riconosciuto, P. M. questa volta in qualche maniera l’ha fatta franca. Arraffata la bottiglietta di medicinale, forse con uno stratagemma del mestiere (anche il tossicodipendente ha le sue astuzie)… ma gli è andata malissimo. Incontrata una pattuglia di Carabinieri… P.M., sentitosi scoperto e con una coda di paglia lunga mezzo miglio, ha subito consegnato ai militari la boccetta proibita".
Oppure come nel caso dell’ex manager roveretano divenuto rapinatore per un giorno: "Da manager era diventato una specie di homeless, un uomo senza casa e senza futuro". E ancora in un altro articolo: "Per lui il ritiro dal lavoro è coinciso con l’inizio del periodo buio… ha iniziato a girare per il nord Italia senza una meta, senza un perché. Depressione dovuta alla pensione" e nell’articolo sovrastante si sentenzia: "Chi bada soltanto al potere, se lo perde non si controlla".
Per quanto riguarda i titoli e gli articoli stereotipati potremmo rimandare ai corsivi della rubrica di QT "Sfogliando s’impara". Qui ci limitiamo a citare un paio di esempi di particolari inutili e ben poco attenti alla privacy riportati sui nostri quotidiani: "Incensurato, senza lavoro, residente ad Ala e figlio di un imprenditore di Chizzola, nonché marito della figlia della titolare di una gelateria a Mori..."
"La vittima da qualche tempo risultava disoccupato. Come faceva a sbarcare il lunario?… Qualche anno fa era finito in galera per piccoli furti. Da molti anni era alle prese con il maledetto vizio dell’eroina. Anche la moglie ha qualche problema con la droga. I due hanno un figlio, ma ultimamente avevano deciso di separarsi" (a proposito di un morto per overdose).
Quali sono stati i giudizi sull’indagine espressi dai giornalisti presenti? Il direttore della nuova testata il Corriere del Trentino prende le difese dei giornalisti della carta stampata. Franco afferma che bisogna tenere in conto che il giornale viene fatto con molta fretta, anche se poi gli articoli restano fissati "per sempre"; di conseguenza sarebbero fuorvianti una lettura e un’analisi dei giornali fatta per pezzi: guardando all’insieme, nessun giornale locale ha una linea editoriale incentrata sullo scandalismo a tutti i costi. Il vero problema è la ricerca delle fonti: per esempio, nei riguardi dei tossicodipendenti spesso le uniche fonti di informazioni sono la polizia o i carabinieri perché è impossibile o per lo meno difficile sentire una campana diversa. Comunque anche Franco non nasconde gli elementi di criticità e invita a porre maggiore attenzione verso le notizie brevi (che non sono state considerate nell’indagine), che assumono talvolta una grande importanza.
Il presidente dell’ordine Fabrizio Franchi sottolinea invece che solo la qualità dell’informazione salva i giornali che hanno un pubblico di lettori sostanzialmente diverso da quello degli utenti della tv; i lettori fedeli cercano la serietà e non il sentimentalismo.
Un commento finale: forse sui quotidiani non si può pretendere di trovare approfondimenti, analisi e ricerca delle fonti, probabilmente questo compito spetterebbe di più ad altri organismi di stampa. Quello che si chiede a un giornalista di cronaca è di scrivere non per riempire lo spazio a disposizione, ma per dare la notizia sapendo che dietro quel nome o quelle iniziali si cela una persona in carne ed ossa.
Obiettivo minimalista? Sarebbe già una conquista.