Chi troppo chi niente
Lamentele ai giornali: fra problemi reali e piccole, buffe vanità.
Leggiamo sull’Adige dell’8 marzo di un ragazzo diciottenne arrestato a Trento perché "trovato in possesso di 35 grammi di hashish in pezzi di vario taglio, già pronti per la consegna. Il giovane ha tentato di giustificare la detenzione per uso personale, ma la tesi non ha convinto i carabinieri che lo hanno arrestato". Notizia, come si vede, di scarso rilievo, peraltro confinata in uno spazio piuttosto ridotto; peccato che il cronista riporti, di così giovane e modesto (presunto) criminale, nome, cognome e fotografia, con l’ulteriore precisazione che "è nativo del Brasile".
Qualche giorno dopo, sullo stesso quotidiano, compare la lettera di uno dei genitori adottivi del ragazzo arrestato, il quale constata amareggiato come "in molte altre occasioni il giornale, pur fornendo la notizia al pubblico, si limitava a fornire le sole iniziali anagrafiche anche per reati ben più gravi; almeno non si rovinava la reputazione ad un giovane appena diciottenne che si apre ora alla vita. (.....) L’adozione e l’inserimento di un minore abbandonato non è una cosa semplice, ed il successo non è scontato né garantito. Certamente se al primo errore lo si addita alla pubblica gogna, non è sicuramente il modo di aiutare queste persone tanto fragili e facili prede". Parole pacate e sacrosante, alle quali il giornale non ritiene di dover rispondere con una piccola, doverosa autocritica, anche se, essendo l’arrestato maggiorenne, non crediamo che il giornale abbia violato alcuna regola deontologica.
La vicenda la troviamo tale e quale (con foto, nome e cognome) anche sul Trentino, con la sola differenza che qui alla notizia viene dato qualche rilievo in più. Eppure su questo quotidiano non abbiamo trovato alcuna lettera di protesta. Vogliamo sperare che ciò dipenda da una (peraltro incomprensibile) omissione dei familiari, e non da una censura del Trentino, che in un caso del genere sarebbe davvero oscena.
Sempre l’8 marzo, il Trentino pubblica i risultati finali relativi al concorso del Personaggio dell’anno, con la vittoria della stilista Marta Sala. Un concorso e una classifica che sempre più, col passare degli anni, appaiono non tanto un obiettivo riconoscimento di popolarità e gradimento, quanto piuttosto il risultato di più o meno scherzose "cordate" intraprese da amici, famigliari, o dal diretto interessato. Basti dire che dopo Marta Sala, personaggio effettivamente di qualche notorietà, troviamo al secondo posto il commerciante Franco Pezzin, al terzo il fabbro Stefano De Luca, al quarto il frate Ermete Rauzi, e avanti così. Il politico più amato dai trentini (lo troviamo al 7° posto) risulta essere l’assessore provinciale Sergio Muraro, delle Genziane, che batte di quasi mille voti padre Alex Zanotelli , e tanto basti.
Ma non soddisfatto di tale exploit, l’ex leghista Muraro scrive il 15 marzo al Trentino lagnandosi perché "nelle due pagine di cronaca riservate all’evento il giorno successivo, non viene citata la mia presenza alla manifestazione". Intendiamoci: Muraro non è dispiaciuto per fatue ragioni di vanità personale, o per la scarsa considerazione che il giornale ha dimostrato per il suo (presumibile) sforzo organizzativo; e la sua stessa partecipazione alla cerimonia di premiazione non era dettata da banale presenzialismo, ma era "espressione del rispetto verso la testata e verso l’impegno di quei lettori che hanno dimostrato affetto e stima nei miei confronti". Di conseguenza, "omettendo la mia presenza, il giornale non ha avuto il dovuto rispetto verso un gran numero dei suoi lettori che hanno partecipato all’iniziativa".
Il Trentino, oltre tutto, è recidivo in questo atteggiamento persecutorio nei confronti di Muraro: "Trattamento similare - ricorda l’assessore - mi era stato riservato anche nella cronaca della scorsa edizione, nonostante ricoprissi il secondo posto della classifica finale". Pover’uomo, cosa si pretende che faccia perché si parli di lui?