La nostalgia dell’ammucchiata al centro
Il rinnovo dei consigli comunali di Cavalese e Predazzo, con un occhio rivolto al futuro della Provincia.
Nei comuni lungo l’Avisio che sono chiamati ad eleggere il nuovo sindaco e relativo consiglio comunale si preparano i giochi per scalzare definitivamente la sinistra dal governo del Trentino.
Succede a Lavis, dove comunque è difficile che questo accada, vista la credibilità acquisita dalla sinistra sotto la guida del sindaco uscente Graziano Tomasin; e succede a Cavalese e a Predazzo, i due comuni capoluogo della valle di Fiemme. In questi paesi la sinistra è da sempre debole (alle ultime elezioni per motivi che non ripetiamo è uscita quasi devastata), ma le due situazioni poggiano su basi diverse.
A Cavalese l’avvenuta elezione a consigliere regionale nella Margherita del sindaco uscente Mauro Gilmozzi porta non poca incertezza. Gilmozzi sta ora riproponendo le sue liste civiche, ma con la novità di portare anche a Cavalese la presenza ufficiale della Margherita. Si ripete la formula dei suoi successi, la proposta di liste civiche che convergono su un unico candidato sindaco, con programmi identici che offrono una attenzione peculiare agli investimenti nel settore turistico, mentre i temi sociali costruiscono solo una immancabile cornice, come pure quelli della riqualificazione ambientale del territorio.
Oggi sarà difficile per Gilmozzi trovare un suo successore credibile. Il vicesindaco attuale, certo ambizioso, non trova in paese credibilità. Altri personaggi sono tutti da inventare e costruire in quanto, sotto la guida Gilmozzi, era praticamente impossibile la nascita di individualità forti e capaci di affrontare in modo autonomo responsabilità importanti. I suoi consiglieri o assessori nemmeno intervenivano in Consiglio Comunale. La sua amministrazione era un insieme di ex transfughi dalla vecchia DC immobiliarista, o di delusi da Forza Italia. La sua maggioranza è così arrivata all’appuntamento elettorale regionale dell’autunno debole e spaccata. Da tempo nel paese non si riescono nemmeno a fornire ai cittadini i servizi essenziali quali la pulizia del paese (si trovano ancora i botti di capodanno in pieno centro) o lo sgombero della neve. E’ dentro quest’area confusa, priva di riferimenti ideali e di prospettive, un’area che governa Cavalese da ormai dieci anni, che Gilmozzi proverà a ricostruire un suo regno e a mantenere al potere persone a lui strettamente legate e specialmente fedeli.
La destra prova a riorganizzarsi, investe i suoi destini nel candidato di Forza Italia geometra Mario Rizzoli e la sinistra è chiamata ad un dovere alto, di recupero delle diversità e di rappresentanza unitaria. Il paese è ricco di personaggi credibili e autorevoli, ai quali spetterà il compito di ricostruire quanto la politica del sindaco uscente è riuscita a cancellare dalla cultura del paese: la risposta al sociale, alle famiglie, ai giovani ed il recupero dell’attenzione verso l’ambiente e la trasparenza amministrativa.
A Predazzo la crisi è maturata su percorsi diversi. L’attuale sindaco, Renato Tonet, candidato nella lista del PATT alle regionali, dal voto è uscito ridicolizzato, ed ha reagito con la massima scompostezza, togliendo le deleghe all’urbanistica all’assessore della sinistra unita: in maggioranza gli sono rimasti solo cinque consiglieri. Sta ora provando ogni iniziativa possibile per evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale ed il ricorso alle urne, arrivando a chiedere i voti (come avvenuto a Cavalese) ai suoi più fieri avversari del centro destra, gli uomini della vecchia Democrazia Cristiana, legati negli anni ’80 alla speculazione edilizia. Ma anche questo disegno vive solo sulla volontà di sopravvivenza: si vuole nascondere un più organico e definitivo fallimento amministrativo del sindaco uscente, la sua incapacità a mantenere un confronto reale con la sinistra.
Anche a Predazzo sono in corso le manovre di un recupero dei personaggi della la normalizzazione della valle di Fiemme per riportarla nello scenario politico degli anni ’80, riproponendo il protagonismo di personaggi deboli, legati ai poteri forti della valle, distanti da ogni progettualità rivolta al sociale, all’istruzione o alla tutela dell’ambiente.
Il clima nel suo insieme favorisce questi disegni di appiattimento verso il centro: molte delle situazioni di iniziativa politica attive negli anni ’80 e ’90 sono ferme, e nella sinistra si vive una delusione marcata. Quanto alla destra, i suoi obiettivi sono ormai superati dall’invasione di campo degli uomini della Margherita.
Questa descrizione pessimistica non cancella comunque nella valle la presenza di tante persone che stanno attendendo svolte decise, chiaramente leggibili. Sia a Predazzo che a Cavalese si tratta di ritrovare le energie per rilanciare la necessaria determinazione che coinvolga nel lavoro e nella proposta tanti soggetti che oggi soffrono delle delusioni del passato e di quelle recenti.