Il dovere di reagire
La società trentina, e chi si costituirà parte civile.
Alla mafia si può reagire, si deve. Per questo sarà importante che, al processo che seguirà all’Operazione Perfido, ci sia una partecipazione ampia, della società. Questotrentino si sta facendo promotore della costituzione del maggior numero di parti civili.
Il nostro giornale intende seguire il processo dall’interno. Anzitutto perché è stato torteggiato. A partire da anni fa (reati ormai prescritti) quando i nostri corrispondenti da Cembra venivano pesantemente minacciati e costretti al silenzio, attraverso lettere anonime e frasi in faccia, e i Carabinieri allargavano le braccia. O più recentemente, quando le locandine che pubblicizzavano le nostre inchieste, o incontri pubblici su di esse, venivano regolarmente strappate. E in edicola il nostro giornale scompariva, e comunque in pochissimi si azzardavano a comprarlo; mentre oggi la distribuzione militante casa per casa, che garantisce riservatezza all’acquirente, ci fa vendere 50-60 copie a numero. Ma soprattutto vogliamo seguire il processo dall’interno per poter meglio comprendere i meccanismi, riferire ai lettori.
Come parte civile ci sarà anche il Comitato Lavoratori Porfido, che per anni ha praticato un’opposizione strenua, marginale, disperata. Con decine di esposti alla magistratura, regolarmente cestinati. Una battaglia di civiltà condotta contro uno strapotere che sembrava inattaccabile. E che ora si inizia a capire quanto sia stata preziosa: per la valle di Cembra e per tutto il Trentino.
Ci sarà anche Hu-Xu-Pai, che i tribunali hanno riconosciuto vittima di un brutale pestaggio e di un esproprio forzoso di 36.000 euro di compensi mai pagati. E che non si è visto mai versare nemmeno un euro; ma che ora, coi beni sequestrati ai suoi picchiatori per un valore di svariati milioni, può aspirare a un risarcimento anche monetario.
Ci saranno, auspichiamo, anche altri lavoratori sfruttati ed angariati. Ci sarà il sindacato, la Cgil-Fillea, come ci è stato ufficialmente comunicato.
La benemerita associazione antimafia Libera, operante dal 1995 e radicata in una sua filiale a Trento, attiva soprattutto all’Università, sta pianificando, attorno al prossimo processo, una serie di azioni, tra le quali la presenza alle udienze, l’attivazione di seminari e una raccolta firme tra studenti e docenti in vista di una partecipazione di Libera come parte civile, possibilmente con un coinvolgimento dello stesso Ateneo.
Infine il resto della società: a iniziare da Inail e Inps, che sono state scientificamente depredate dagli “imprenditori” ‘ndranghetisti che, oltre a violare tutta la legislazione sul lavoro, non pagavano tasse e contributi. I due istituti quindi, sono stati derubati. Noi siamo stati derubati. Hanno intenzione di rivalersi, di recuperare parte di quei soldi, ora che i soldi ci sono, la Guardia di finanza ha sequestrato beni per quasi 10 milioni? Insomma, hanno intenzione di costituirsi parte civile? Aggiorneremo nei prossimi numeri.
Infine il resto della società. La Provincia ha intenzione di costituirsi parte civile? Alcuni suoi esponenti hanno flirtato con la “zona grigia” della locale. C’è intenzione di mostrarsi del tutto esterni, radicalmente nemici rispetto a questo pericolo? Oppure lo si sottovaluta ancora? Magari aspettandosi qualche voto?
Infine gli industriali. Secondo noi dovrebbero essere i primi a voler scacciare la moneta cattiva. L’industriale onesto, che rispetta il lavoro e paga i contributi, difficilmente regge la concorrenza con chi fa il contrario. Figuriamoci poi con chi elimina i concorrenti con minacce e attentati.
Di questo abbiamo parlato col presidente della Confindustria Trentina, Fausto Manzana: “Io vedo la criminalità organizzata come l’antistato. Però sulla possibilità di costituirci parte civile, lo confesso, non abbiamo fatto grandi riflessioni. C’è un associato coinvolto...”.
Battaglia?
“No, Macheda”.
Il capo della locale...
“Appunto. Ma non faceva vita associativa, da tempo era moroso delle quote sociali...”.
Anche con voi! È molto coerente!
“Così sembra. Comunque, pur condividendo tutta una serie di ragionamenti (sul tema avevamo anche incontrato il questore), segni come la parte civile forse non sono così utili”.
Il punto è se la società civile reagisce, oppure se delega tutto alla magistratura.
“Rifletteremo; certo che la cosa più importante, sono i comportamenti, la coerenza. Credo che noi non dovremmo fare spallucce, come se non fosse successo niente. E non si deve nemmeno confondere errori nella tenuta dei libri contabili con evasioni e fallimenti programmati”.
Per non parlare della concorrenza sleale di chi può utilizzare montagne di denaro sporco.
“Assolutamente. Rifletteremo; non c’eravamo posti in questo ordine di idee, vedremo, soprattutto se altre parti della società lo faranno. Però, insisto, è soprattutto una questione di comportamenti, a partire dall’evasione”.