Il trionfo del trasformismo
A proposito delle elezioni amministrative nelle valli dell’Avisio.
L’otto maggio si vota? A quindici giorni dal voto, nelle valli di Fiemme e Fassa non sembrerebbe, tanto sono assenti sollecitazioni e confronto. In ben quattro comuni di Fiemme si presenta una lista e quindi un solo candidato a sindaco: guarda caso, ciò accade nei comuni più piccoli e privi di una indentità. Ma anche negli altri non ci si accorge che sia aperto un confronto fra opzioni diverse.
Troviamo ben presenti invece scontri personali, rancori maturati su probabili favoritismi, o su presunte ingiustizie subite, situazioni che si incancreniscono in conflitti insanabili.
Ma tutto questo cosa c’entra con la politica? Nulla, e così è in valle di Fassa, ovunque si sia in presenza di liste civiche. Nello stesso Comune appartenenze riconosciute di destra e sinistra sono trasversali, c’è la rincorsa a diluire l’appartenenza se non addirittura a nasconderla. Laddove si è provato ad avere una presenza leggibile della sinistra - pensiamo a Ziano - il progetto di mediazione è fallito. Solo a Soraga troviamo una caratterizzazione che lascia aperte delle speranze. Le due liste che si confrontano presentano candidati giovanissimi, in ambedue l’età media è sotto i trent’anni: almeno qui si è trovato il coraggio dell’innovazione, il coraggio di apprendere l’arte dell’amministrare rimanendo lontani dalle sirene dei poteri forti: impiantisti, albergatori, imprenditoria edile.
Eppure le due valli stanno soffrendo le scelte del passato. Il turismo estivo sempre più fragile preoccupa, ovunque i servizi sociali sul territorio sono carenti, i giovani sono impossibilitati a costruirsi o a comprare un appartamento, i trasporti pubblici sono inadeguati, la cultura è solo un fastidio nelle amministrazioni. Ma non solo: i Comuni, da Cavalese, a Moena fino a Canazei, hanno sempre più difficoltà nel gestire le pesanti strutture sportive e congressuali costruite negli anni Ottanta e Novanta, e Moena non riesce nemmeno a trovare le risorse per finire la pazzia "Navalge", il pesante teatro-monumento che ha sconvolto l’assetto urbanistico e paesaggistico del paese. Solo a Tesero, certo diluita in un mare d’acqua, troviamo presente nella candidatura a sindaco di Maurizio Zeni una traccia di cultura politica di sinistra.
Una linea comune è leggibile, la linea tracciata dalla politica d’assalto al territorio del ventennio trascorso. A Tesero, Ziano, Moena e Canazei i poteri forti hanno ben chiaro il loro referente istituzionale. Invocano ulteriori piste da sci e collegamenti, aree urbanizzabili, zone artigianali, circonvallazioni e nuove strade, deroghe sempre più pesanti per gli ampliamenti degli alberghi, campi di golf.
Delude l’impossibilità di leggere altro. In valle anche i programmi dei candidati a sindaco alternativi non si esprimono con chiarezza. Certo, dicono di opporsi ai soliti dominatori del paese, di voler ridare voce ai cittadini, ma non si esprimono sugli effetti delle politiche edilizie con le metastasi delle seconde case che si stanno moltiplicando in ogni spazio verde libero. Non si capisce quali politiche verranno seguite per potenziare la formazione scolastica, o la qualità del lavoro, non si parla di sanità sul territorio.
E’ evidente che una lista che oggi si caratterizzi a sinistra o come ambientalista nel panorama delle valli dell’Avisio è destinata alla sconfitta. Ma il fatto di nascondere ogni idealità, di emarginare contenuti forti, di cancellare appartenenze, è drammatico e toglie al confronto politico la possibilità di costruire cultura, di avere confronto sui temi. E’ anche per questo che stiamo assistendo solo a scontri personali, a volte anche aspri.
Con questa legge elettorale, con l’umiliazione delle minoranze consigliari, la politica è diventata solo una sommatoria di interessi personali o di gruppo da soddisfare. Laddove non si è accettato un gioco tanto misero, come a Capriana, la storica lista guidata da Renata Tavernar ha scelto di non presentarsi.