Fiemme e Fassa: voto con qualche sorpresa
In Fassa il sindaco di Val Jumela esce sconfitto, in Fiemme lo Scario della Comunità non raggiunge il quorum.
Nonostante una campagna elettorale quasi sussurrata, i risultati elettorali nelle valli di Fiemme e Fassa aprono qualche spiraglio di fiducia, pur rimanendo le ombre che abbiamo denunciato in servizi precedenti.
In Fiemme e in Fassa, i risultati sono clamorosi. Cominciamo da Fiemme, comune di Daiano, dove solo il 30% degli elettori è andato a votare, unico caso nel Trentino dei 56 piccoli comuni a lista unica. Candidato a sindaco, una figura pesante, nientemeno che lo Scario della Magnifica Comunità di Fiemme Elvio Partel. Con questo risultato svanisce ogni credibilità pubblica del personaggio, incapace di farsi da parte da Scario nonostante le dimissioni della maggioranza dei regolani (vedi I sopravvissuti sulle poltrone): la popolazione di Daiano ha ritenuto inopportuno eleggere sindaco chi ha portato la Comunità allo sfascio istituzionale e a risultati economici tanto negativi.
Conferma la sfiducia verso gli amministratori della Comunità anche il voto di Panchià: Aldo Zorzi, reggente delle sorti della segheria dell’ente fino allo scorso anno, il vero tuttofare dell’azienda, è stato sonoramente sconfitto da un giovane proveniente dal volontariato, Luca Braito.
L’altro risultato che fa rumore, veramente sorprendente, lo troviamo in Fassa, a Pozza. Il sindaco della distruzione di Val Jumela, il sindaco che ripetutamente ha offeso gli ambientalisti, Remo Florian, esce dalla competizione con le ossa rotte, raccogliendo meno del 40% di preferenze nonostante l’appoggio dei poteri forti; ha dovuto inchinarsi nientemeno che ad una donna, altro dato clamoroso per Fassa, Alessandra Choch, una candidata coraggiosa che ora intende investire nelle piccole cose, nel volontariato, nelle famiglie, nella scuola.
La valle di Fassa non ci porta altri raggi di sole. A Canazei viene riconfermato sindaco per la terza volta Fernando Riz, un personaggio che in dieci anni non ha offerto alcuno spunto programmatico, inchinandosi ai voleri dell’industria dello sci; i suoi avversari, pur agguerriti, non raccolgono nemmeno il 30% dei consensi.
Analogo il risultato a Moena, che conferma sindaco Riccardo Franceschetti e penalizza in modo pesante chi aveva proposto, forse in ritardo, un programma di rinnovamento e rilancio della democrazia partecipata. In questo caso il candidato sindaco andava indicato con largo anticipo: averlo scelto negli ultimi giorni utili non ha conferito credibilità alla lista. Così, nel paese non si sono scaldati i cuori, non si sono spiegati a fondo i motivi che dovevano portare a cambiare rotta e il programma era troppo simile a quello del sindaco uscente.
Nei comuni di Fiemme la situazione è più mossa. Troviamo una prima sorpresa a Ziano, dove vince nettamente la sfida contro due temibili avversari Fabio Vanzetta, un imprenditore che viene dalla cooperazione e intende dare una sterzata ad un paese che stava cadendo nell’immobilismo, schiacciato dai giganti Predazzo e Tesero. Fin dalle sue prime dichiarazioni troviamo conferme positive, con decise attenzioni rivolte alla qualità del lavoro, alla gestione corretta dell’ambiente e al recupero della storia più autentica del paese. Un successo che rafforza sintonie - e speriamo programmi - con il nuovo sindaco di Panchià, Luca Braito.
A Tesero si teneva forse l’unica sfida che aveva una lettura politica, anche se sfumata. Maurizio Zeni, di cultura socialista, sfidava il sindaco uscente Gianni Delladio, area Margherita, sostenuto dai poteri veri del paese, sia industriali che del turismo sciistico. Ha perso la sfida per soli 22 voti: un risultato amaro, anche se significativo. Una vittoria di Zeni poteva portare ad un cambio di rotta dell’intera politica comprensoriale. Con Delladio rimane invece solido il potere della Margherita, vista la riconferma a Castello-Molina di Fiemme di Bazzanella e i risultati negli altri piccoli comuni della valle, Varena e Carano.
A Capriana, Francesco Casal, il sindaco che è andato in aspettativa per poter governare il suo paese di 500 anime, riesce invece a convincere al voto il 65% della popolazione, confermando il sostegno ricevuto dal vecchio sindaco, protagonista dei feroci confronti degli anni ’90 sulla discarica ed oggi interessato a tessere il suo mosaico offrendo animazione ai corsi di catechesi per i ragazzi.
A Valfloriana la lista del sindaco uscente è stata sconfitta: su questo voto è pesata una totale assenza di iniziativa politica durante i cinque anni di governo e i cittadini hanno così voluto provare a cambiare capitano.
Non è proprio possibile una lettura uniforme del voto. Vanno raccolte in positivo le novità, specialmente quelle emerse da Fiemme, dove è emersa chiaramente la sfiducia dell’elettorato verso chiunque abbia avuto ruoli importanti nella gestione della Magnifica Comunità. Si è notata una volontà di cambiamento che è stata portata alla vittoria laddove non era possibile leggere appartenenze politiche. Per esprimere qualcosa di certo è necessario attendere i primi passi amministrativi, o almeno la lettura dei programmi dei nuovi sindaci. E’ necessario attendere altri passaggi politici ben più incisivi e vedere come si schiereranno questi nuovi sindaci nello scacchiere politico provinciale e nazionale.