W il discount
E inoltre: cellulari e salute, prezzo della benzina, assicurazione moto, stazioni sicure.
Anche in Italia, negli ultimi anni, gli hard discount hanno avuto un vero e proprio boom, arrivando a quota 7,5 punti vendita ogni 100.000 abitanti e raccogliendo in maniera massiccia la fiducia dei consumatori, grazie a prezzi di gran lunga inferiori rispetto alle catene di vendita abituali (ipermercati, supermercati e negozi alimentari).
Il motivo dell’escalation dei discount nel nostro paese è da ricercarsi principalmente nell’impennata dei prezzi avvenuta nei negozi tradizionali dall’introduzione dell’euro in poi. Sotto il profilo della qualità, i prodotti in vendita nei discount vengono definiti buoni dai consumatori italiani, che non riscontrano grandi differenze rispetto a quelli di marca.
PRODOTTO | RISPARMIO |
Prodotti banco frigo | 23% |
Cibo per neonati | 24% |
Surgelati | 25% |
Cosmetici | 27% |
Prodotti per la casa | 28% |
Dolci e biscotti | 30% |
Prodotti da scaffale | 33% |
Pannolini | 35% |
Bevande alcoliche e analcoliche | 37% |
Cibo per animali | 38% |
Sanitari e farmaci | 45% |
Igiene personale | 50% |
Ma quanto si può risparmiare acquistando negli hard discount?
Fino a 50 euro sulla spesa settimanale di una famiglia media, in base alle stime delle associazioni dei consumatori. Nella tabella a lato, riportiamo una classifica del risparmio in Italia per ogni tipologia di prodotto rispetto ai prezzi dei prodotti di marca.
Come si evince da questi dati, fare la spesa al discount consente risparmi non indifferenti e ci si può fidare della qualità dei prodotti in vendita. Il consiglio comunque è sempre quello di provare ogni singolo prodotto prima di acquistarne grandi quantitativi, ricordandosi che le differenze di prezzo sono conseguenza dell’assenza di pubblicità, dell’assortimento limitato e dell’ambientazione spartana dei punti vendita.
Spesso il prodotto acquistato al discount è realizzato dalla stessa casa produttrice dei prodotti di marca, seppur confezionato in modo diverso.
Telefonino e salute. M. S. di Pergine ci chiede se la diffusione dei telefonini ha reso tali oggetti più sicuri, visto che non si parla più del danno che essi possono provocare alla nostra salute.
A tale proposito, ci preme evidenziare come in Svezia il telefonino risulti dannoso, mentre nel nostro Paese non esistono in proposito misure di tutela della salute. Detto ciò, ci sentiamo di sostenere che lo sviluppo di campo elettromagnetico e di calore eccessivo sull’apparato uditivo e sul cervello certo un gran bene non fa, visto che è stato verificato qualche danno anche grave. Negare questa evidente verità non può che generare il sospetto che si voglia proteggere un mercato molto florido ed una industria matura ed in grande espansione.
Come associazione dei consumatori abbiamo chiesto anzitutto alle strutture pubbliche, a partire dal ministero della Salute fino alle Asl locali, di espletare accertamenti seri, prendendo anche, se necessario, dei provvedimenti a tutela della salute dei cittadini. In secondo luogo vogliamo che le aziende non si nascondano nelle pieghe delle ambiguità: ciò è nell’interesse sia di quelle produttrici, sia di quelle di servizio.
Per quanto ci riguarda, invitiamo tutti i consumatori a fare attenzione:
- usando il cellulare per lo stretto indispensabile;
- utilizzando l’auricolare;
- segnalando ogni malessere sospetto alle autorità sanitarie.
La nostra federazione di consumatori e utenti è a disposizione non solo per dare consigli, ma anche per tutelare la salute dei cittadini.
Benzina: aumento dei prezzi e accise. S. S. di Gardolo vuole conoscere quale rapporto esiste tra aumento dei prezzi e tasse (le cosiddette accise) sulla benzina.
Partiamo dal fatto che ancora non si arresta la corsa della benzina, che in questi giorni, sta toccando cifre record superando la soglia di 1,200 euro al litro.
I prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono aumentati a febbraio dello 0,3% su base mensile e del 4,7% su base annua. Ancora una volta ad incidere sull’aumento dei prezzi sono il caro petrolio e l’aumento delle accise sulla benzina. E’ proprio l’Istituto di statistica che afferma che i prodotti petroliferi raffinati sono aumentati su base annua del 17,4%. Dati alla mano - fanno sapere le associazioni dei consumatori - lo scorso anno in questo periodo la benzina costava 1,094 euro al litro, mentre il gasolio 0,901 euro al litro. Oggi invece la benzina costa il 9,7% in più rispetto al 2004, e il gasolio addirittura il 20,7% in più. Questo aumento avrà ricadute pari a 20 euro al mese sui bilanci delle famiglie, sia per i maggior costi alla pompa, sia per gli effetti inflattivi (primo fra tutti l’incidenza sui prezzi dei beni trasportati). Occorrono quindi, da parte del Governo, interventi urgenti per far scendere il prezzo della benzina: occorre anzitutto che le catene commerciali aprano alla vendita le pompe di benzina e limitino imposte e balzelli vari che fanno lievitare il prezzo alla pompa.
Le associazioni dei consumatori hanno più volte denunciato il fatto che il Governo, rispetto alla questione del prezzo della benzina, non ha operato mai concretamente; dietro l’apparente inefficienza governativa si nasconde però l’esigenza di fare cassa sulla pelle dei cittadini, strumentalizzando gli aumenti del prezzo del petrolio che avvengono a livello internazionale e le ricadute sul prezzo della benzina, dipendenti sia da fatti oggettivi, sia da speculazioni e comportamenti anomali, che riguardano proprio la tassazione di questi prodotti.
Infatti, dal 2001 al marzo 2005, l’accisa, che viene definita da decreti ministeriali, smentendo ogni dichiarazione riguardo al divieto di aumentarla per i veti europei, è passata da circa 52 centesimi al litro, ad oltre 56. La stessa cosa vale anche per l’Iva, che, essendo in percentuale, ha fatto ottenere alle casse dello Stato, e sempre per lo stesso periodo, un aumento di circa 2 centesimi al litro, passando cioè da 17 centesimi agli oltre 19 attuali. Tutto ciò significa che, utilizzando gli aumenti di prezzo del carburante dovuti alle variazioni internazionali, il governo può disporre di maggiori introiti: ogni centesimo di aumento sul carburante comporta infatti un maggiore introito di circa 20 milioni di euro al mese. L’incremento quindi di 6 centesimi dovuti ai 4 dell’accisa e ai 2 dell’Iva produce introiti per circa 120 milioni di euro mensili, pari a 1 miliardo 440 euro annui (in lire, oltre 2.700 miliardi).
Vogliamo anche aggiungere la considerazione che su ogni 3 centesimi di aumento del carburante si ha una ricaduta negativa sulla determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo, influendo sul dato dell’inflazione dello 0,1%. Quindi questi 6 centesimi comportano per le famiglie italiane uno 0,2% di aumento dei prezzi, pari ad un esborso solo su questo versante di 55 euro, oltre a 60 euro annui solo di maggiori tasse.
Le associazioni dei consumatori hanno chiesto con grande determinazione il rientro alle famiglie di questi 6 centesimi indebitamente sottratti ai cittadini.
Assicurazione obbligatoria: anche per le moto il trasferimento della classe di merito. C. G. di Lavarone ci chiede se risponde al vero la notizia in base alla quale anche per moto e motocicli esiste la possibilità di trasferire la polizza da una compagnia d’assicurazione ad un’altra, conservando la classe di merito.
Ebbene, è lo stesso Isvap che ha previsto anche per moto e motocicli la possibilità di tale trasferimento, naturalmente con grande soddisfazione da parte degli utenti.
Stazioni più sicure. S.M. di Rovereto ci chiede cosa si sta facendo per rendere tutto il sistema ferroviario più sicuro dopo i recenti tragici episodi nei quali sono rimasti coinvolti diversi cittadini. Passato l’ effetto deragliamento le FS hanno diffuso una indagine di Rfi sulla sicurezza delle stazioni italiane secondo la quale tutto sarebbe a posto e il livello di sicurezza delle stazioni sarebbe elevato.
Ma ciò che i consumatori chiedono più di ogni altra cosa sono però soprattutto treni sicuri, veloci e puntuali, aspetti sui quali in Italia si registra un pesante ritardo rispetto al resto d’Europa.
Le associazioni dei consumatori offrono la loro disponibilità alle Ferrovie di Stato per effettuare un monitoraggio su tutta la rete, relativo alla sicurezza non solo delle stazioni, ma anche dei treni e sulla puntualità dei convogli.