L’albero della cuccagna via e-mail
E inoltre: i dati della crisi/evoluzione del commercio, le cure all’estero e come difendersi dalle “ganasce fiscali”.
Una vera e propria pioggia di e-mail sta arrivando in questi giorni sui computer dei trentini. Messaggi che offrono guadagni da capogiro in cambio di qualche ora di lavoro alla settimana: fino a 4.500 euro per diventare un operatore finanziario internazionale. Una proposta che ovviamente nasconde qualche insidia.
Le mail, che arrivano dalla Spagna, offrono un lavoro semplice e ben remunerato. Rispondere alla richiesta, però, può significare cadere vittima di un raggiro, visto che il mittente è una imprecisata società iberica che si occupa di retribuire alcune aziende con vaglia bancari. Da qui l’offerta.
"Siamo una società – si legge , a quanto ci dice G. E. di Villalagarina, C. C. di Isera e altri – che gestisce il sistema dei pagamenti d’affari on line. Alcuni fra di loro preferiscono pagare usando vaglia bancari, ma per noi è svantaggioso, a causa delle tasse molto alte. Le commissioni per un vaglia effettuato da una persona fisica sono invece più basse ed è per questo che abbiamo bisogno di responsabili internazionali". Si chiede dunque una collaborazione bancaria: si dovrebbe cioè mettere a disposizione il proprio conto corrente per farvi girare alcuni stipendi tra Italia e Spagna. E il tutto farebbe guadagnare dai 2.000 ai 4.500 euro al mese.
Nel messaggio, che arriva da un certo Bobbi Botz, si danno anche ampie rassicurazioni: "Per noi è un modo legale di evitare il pagamento di tassi alti e per lei è un modo altrettanto legale di guadagnare dei soldi. Si tratta di lavorare da casa per due, massimo quattro ore alla settimana". Un gioco di soldi, che dovrebbero girare tra conti correnti e carte di credito.
Ma a parere dei nostri esperti non c’è da fidarsi. Si tratta infatti di un fenomeno ben noto ormai da qualche anno che consiste nel carpire in vari modi alcuni dati sensibili, come i codici del nostro conto corrente. Informazioni riservate che, una volta in rete, potrebbero finire nelle mani di qualche malintenzionato, pronto a spillarci denaro per via telematica.
In effetti la proposta – pure convincente e ben formulata – sembra troppo bella per essere vera. "I responsabili internazionali – recita ancora la mail – sono incaricati di lavorare un paio di ore alla settimana, ricevendo e rimandando i vaglia fatti dai nostri clienti. Servono 9 posti in Italia per i quali non è richiesta nessuna formazione specifica e la nostra società può anche dare aiuto e assistenza". Una proposta allettante ma decisamente pericolosa, visto che alla fine del messaggio si chiede se si è disposti a ricevere bonifici sul proprio conto corrente o attraverso la propria carta di credito.
Inutile dire che occorre diffidare di simili proposte; le truffe telematiche sono in vertiginoso aumento: attraverso varie offerte, come questa delle transazioni internazionali, si cerca di ottenere i nostri codici bancari per poi utilizzarli in rete. Bisogna diffidare di chi offre soldi in cambio di un lavoro non ben precisato e non bisogna mai rispondere a simili messaggi, cancellandoli subito dalla nostra casella di posta elettronica.
C ommercio: il boom delle bancarelle. C. A. di Trento ci racconta che da un anno a questa parte va alla ricerca degli sconti e, passando da un esercizio all’altro, acquista le offerte che trova nei diversi negozi non solo per gli alimentari, ma anche per l’abbigliamento e per ogni altro prodotto commerciale del quale necessita, non escluse vacanze e viaggi di piacere.
In effetti, il 2005 è stato un anno pieno di ombre per il commercio italiano: fatturato, vendite e occupazione in calo, più negozi chiusi o falliti di quanti se ne siano aperti, i gruppi stranieri sempre più competitivi e grande sviluppo di bancarelle ambulanti dei mercati, hard discount e outlet.
Se poi passiamo ai dati concreti si può constatare che sono state oltre 57.000 le chiusure per gli esercizi al dettaglio, tra cui molti fallimenti, e 54.000 le nuove aperture, per un saldo negativo di 3.336 unità.
Gli occupati sono diminuiti di 17.000 unità in media, come sintesi di una crescita dei dipendenti (+ 92.000 unità ) e di un decremento degli indipendenti (- 109.000). Le vendite nell’alimentare hanno dato segno di tenuta (+ 0,8%), ma quelle extra alimentari sono scese (-1,7%).
In crescita i gruppi esteri, in particolare quelli francesi: sul totale delle imprese residenti in Italia, quelle straniere che operano nel commercio, pur costituendo solo lo 0,2%, realizzano un fatturato pari al 16% del totale, mentre in rapporto al totale delle sole imprese straniere quelle operanti nel sistema commerciale sono pari al 27% e realizzano il 30% dell’intero fatturato della componente estera.
Altra tendenza, infine, che spiega in un certo senso gli orientamenti della domanda nel nostro Paese, è la diffusione degli hard discount e la crescita ininterrotta delle medie e grandi strutture food e non food: dal 1999, infatti, i supermercati sono aumentati di 1.615 unità, i grandi magazzini di 142 unità e gli ipermercati di 112. A questo fenomeno si unisce lo sviluppo delle grandi superfici specializzate e quello dei factory outlet, la cui tendenza espansiva nel nostro Paese non ha conosciuto soste negli ultimi anni, mostrando ancora ampi margini di crescita nel medio periodo. Inoltre c’è stato uno sviluppo dei mercati: oltre 160.000 imprese di commercio ambulante, con un +26% dal 2002.
E’ questa la fotografia che emerge dal rapporto sul commercio in Italia nel 2005 realizzato dal centro studi Confcommercio.
Quanto alle previsioni per il 2006, il rapporto prevede "un contenuto miglioramento dal lato della domanda per consumi delle famiglie, nonostante siano presenti ancora alcuni elementi di incertezza accentuati dalla necessità di spostare quote di spesa verso beni e servizi energetici, i cui prezzi sono aumentati in misura sensibile nell’ultimo anno". Per la distribuzione commerciale si prospetta "un anno di transizione caratterizzato da processi competitivi sempre più accentuati", con le imprese che saranno impegnate soprattutto a non perdere quote di mercato, a mantenere gli attuali livelli di fatturato, a mettere in campo tutte quelle iniziative (come tagli di prezzo e promozioni) in grado di svegliare l’interesse dei consumatori, anche attraverso una riduzione dei margini.
Secondo le associazioni dei consumatori l’unica salvezza per i negozianti è quella, lo abbiamo ribadito pubblicamente a più riprese anche in occasione degli incontri presieduti dall’assessore provinciale Mellarini in ordine all’iniziativa "Stop ai prezzi", di ribassare i prezzi di almeno il 20% in tutti i settori e creare opportunità di acquisto allettanti per i consumatori, come i saldi liberi tutto l’anno e la vetrina delle occasioni, nelle quali vendere prodotti a prezzi scontatissimi .
Salute: quando ti curi all’estero. Z. G. di Tione ci chiede se esiste la possibilità di curarsi all’estero e di essere rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale nel caso in cui la cura non risulti disponibile in Italia. Ebbene, proprio in questi ultimi tempi è stata emessa una importante sentenza da parte del Consiglio di Stato, che ha stabilito in fatto di cure mediche e relativi pagamenti che se una cura in Italia non è ancora disponibile, è possibile seguirla all’estero, a spese del Servizio Sanitario Nazionale, anche se questa non garantisce la piena guarigione.
I giudici dell’Alta Corte hanno infatti deciso che "non può essere posta in dubbio la legittimità del diritto del paziente a vedersi riconosciuto il trattamento medico a lui consigliato dal medico curante quando questo trattamento non è assicurato da strutture mediche nazionali, e non è in discussione la specialità della cura prescritta".
Come difendersi dalle ganasce fiscali. Fra i tanti debitori alle prese con i fermi amministrativi per il mancato pagamento di multe, tasse e contributi, R. N. di Cles vuole sapere come comportarsi, poiché deve pagare una sanzione di appena 50 euro e la sua preoccupazione è data dal fatto che dalla Società recupero crediti gli è stato minacciato il fermo dell’auto, che ha un valore di mercato di 15.000 euro.
Secondo noi, chi è alle prese con la pratica delle ganasce fiscali deve inviare una raccomandata al concessionario di riscossione chiedendo di sospendere il provvedimento in attesa di un chiarimento, specie se si tratta di multe mai arrivate al destinatario. Questo di fatto consente di aprire un dialogo col concessionario di riscossione. Una copia della lettera va inviata anche alla associazione dei consumatori a cui si aderisce, che in questo modo ha titolo per dialogare con il concessionario di riscossione.
Per il fermo amministrativo bisogna stare attenti, in quanto chi pensa di poter utilizzare comunque l’auto bloccata dalle "ganasce fiscali", rischia il pignoramento del mezzo. A volte si rischia grosso anche per una multa di poche decine di euro, che, con il passare del tempo, è lievitata a dismisura. Anche in questo caso riteniamo possibile intervenire: non sull’entità della sanzione, ma se gli aumenti, dovuti ai costi di esazione, sono eccessivi, questi sono contestabili.