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QT n. 14, 10 luglio 2004 Servizi

Folgaria: un progetto sciagurato

In attesa della PiRuBi, si potenzia il carosello sciistico che collega Folgaria e la Valdastico. Con relative conseguenze.

Arrivano al pettine, ed in tempi insolitamente rapidi, le sciagurate previsioni di potenziamento dei caroselli sciistici contenute nella variante al Piano Urbanistico Provinciale approvate dalla precedente Giunta provinciale. Dopo la solenne cerimonia tenutasi in modo offensivo e provocatorio nella nuova sede del parco naturale Adamello-Brenta che ha portato sindaci della Val Rendena e governo provinciale ad approvare i tracciati del futuro collegamento Pinzolo-Campiglio, è all’ordine del giorno anche un progetto che interessa l’altopiano di Folgaria, la zona dei Fiorentini e i comuni delle province di Vicenza e Trento.

Si tratta del tentativo di integrare i comprensori sciistici delle "Fratte" (Arsiero) e del "Coston-Fiorentini" (Lastebasse) con lo "Skitour dei Forti" di Folgaria.

Lo studio di fattibilità spende una marea di parole sulla compatibilità ambientale dell’intervento, sulla necessità di evitare lo spopolamento della montagna veneta, su una opportunità economica che si sta aprendo di rilevanza strategica, anche in termini ambientali.

Nel concreto si legge che sarà necessario sviluppare altre infrastrutture (palacongressi, palaghiaccio, cinema, centri commerciali, parcheggi nel Comune di Tonezza), che occorrerà potenziare la viabilità presente per offrire dignità sia al turismo invernale che estivo, e che si dovranno potenziare le strutture ricettive, senza citare quali.

Ma soprattutto si prevedono investimenti stimati in oltre 60 milioni di euro per strutture di arroccamento sciistico e piste, altri 7,5 milioni per il potenziamento delle aree di sci nordico con la costruzione di un relativo stadio del fondo, di circonvallazioni, di altri parcheggi in quota, di servizi logistici per lo sci, l’attraversamento della Valle delle Lanze e dei baiti presenti.

Da un simile piano non poteva rimanere assente lo sviluppo delle seconde case, mai citato nello studio, ma, come l’esperienza ormai dimostra ovunque, specialmente nel Trentino ed in Veneto, vero obiettivo di ogni piano di rilancio dell’industria dello sci alpino.

Nel leggere la relazione si rimane sgomenti per la superficialità con la quale viene trattata la fauna selvatica ed i rischi che questa dovrebbe sopportare nel caso si realizzasse un simile progetto, e si trascura in modo quasi totale il danno che si infligge al sistema forestale, in una zona dove questo è già debilitato dalla presenza significativa delle piogge acide che si formano dai rilasci dei vapori delle industrie della Pianura Padana. In pratica, questo piano scellerato, condiviso dalla Provincia di Trento e dal comune di Folgaria in particolare, andrebbe a coprire con una rete di funi e piste l’intera area prealpina che da Passo Coe si indirizza verso la Bocca di Valle Orsara, da Fondo Piccolo e Fondo Grande verso Sommo Alto e Albergo Ortesino, fino ai Francolini. Una sapiente regia che in pochi anni impedirà a qualunque amante della montagna di frequentare aree che oggi riescono ancora ad ispirare emozioni e che permettono la lettura di una natura complessa, che raccoglie le contraddizioni provenienti dall’aria calda e umida del vicino mare Adriatico con i flussi dei venti continentali che scendono dalle Alpi.

Domenica 20 agosto le associazioni ambientaliste trentine e venete organizzeranno un trekking in quota per verificare l’impatto ambientale e paesaggistico che questi investimenti comporteranno. L’iniziativa è aperta a tutti ed è inserita nel progetto dell’associazionismo ambientalista di tutto l’arco alpino "Falò nelle Alpi". Per aggiornamenti vedere la stampa locale durante la settimana 15-20 agosto.