Folgaria: speculazione in agguato
Un dissennato progetto da 50 milioni di euro che il sindaco Olivi si ostina a smentire.
Stiamo forse arrivando alla conclusione della decennale vertenza che vede contrapposti il comune trentino di Folgaria a quello vicentino di Lastebasse. Una vicenda di confini, già da tempo risolta, che l’astuzia degli impiantisti dell’altopiano di Folgaria ha rispolverato inventando una causa parallela: il comune di Lastebasse pretenderebbe il pagamento del mancato diritto di uso civico da Folgaria.
In accordo con la società funiviaria, cosa inventa l’amministrazione comunale di Folgaria, ben sostenuta dalla precedente giunta provinciale (assessore all’urbanistica Roberto Pinter) e dalla Regione Veneto? Un progetto del valore di oltre 50 milioni di euro: il potenziamento dell’area sciistica dell’altopiano verso la provincia di Vicenza con due terzi delle nuove infrastrutture regalate a Lastebasse, 43.000 metri cubi di nuova edilizia destinata a seconde case, palazzi dello sport e congressi (tutto nel vicentino) e - argomento sul quale si mantiene il silenzio -un collegamento diretto con la futura Valdastico che dovrebbe innestarsi all’Autobrennero nei pressi di Besenello.
Quindici milioni di euro sarebbero versati dalla Provincia di Trento (mentre si tagliano i fondi sulla cultura, l’istruzione e si aumentano tutte le tariffe nei comuni), altrettanti dalla Regione Veneto. Chiamato a dirimere la questione è il Tribunale degli usi civici della Regione Veneto (ma è proprio il soggetto giuridico competente in materia?), ma i giudici già due volte, a settembre e poi a dicembre 2004, hanno preferito glissare, non pronunciarsi.
Il sindaco di Folgaria Alessandro Olivi si smarca e lamenta la mancanza di chiarezza della Giunta Provinciale di Trento. Non esiste infatti un atto amministrativo certo del sostegno economico della dirompente iniziativa, e ad appesantire la situazione e la credibilità del sindaco, dalla giunta provinciale non esce un solo commento.
Le perplessità sull’iniziativa e sul progetto sono molte. Non solo non si comprende un patteggiamento tanto oneroso e privo di analisi economica, ma si fanno sempre più decise le ombre su un progetto di sviluppo che al Trentino non porterebbe alcun vantaggio, se non alle sempre più esangui casse della società impiantistica di Folgaria. Non si comprende quale ricaduta sociale potrebbe avere un simile progetto se non rendere sempre più marginali le economie turistiche di Lavarone e Luserna.
Ma specialmente non si comprendono le astuzie del sindaco di Folgaria; una sola cosa è certa, che egli sta vivendo un passaggio politico delicato, visto che siamo a soli quattro mesi di distanza dal rinnovo del Consiglio Comunale. Ma perché il sindaco Olivi si ostina a smentire le proposte di collegamenti sciistici contenute nel patto fra veneti e trentini?
Le associazioni ambientalistiche trentine, unite in un compatto fronte, hanno demolito la sostenibilità sia sociale che economica del progetto. Ma hanno anche fatto un passo propositivo, presentato a tutti i consiglieri provinciali che il sindaco si è guardato bene dall’accogliere: la richiesta dell’apertura di un tavolo dove riprogettare tutto lo sviluppo dell’altopiano, attraverso una analisi delle reali esigenze presenti, offrendo attenzioni più aperte alla qualità del vivere, senza dover penalizzare altri comuni e investendo in progetti ambientalmente compatibili.
Un progetto che doveva avere come base di partenza la cancellazione del patto scellerato e l’avvio di un percorso di trasparenza.
Ci stiamo ormai avvicinando al terzo appuntamento presso il tribunale di Venezia, la situazione è ferma all’8 settembre 2004, data della prima udienza. C’era tempo a disposizione, vi erano in campo energie ed intelligenze disposte ad un confronto aperto, ma sull’altopiano di Folgaria si è preferita tenere chiusa ogni finestra e mantenere viva l’aria stagnante, carica di dubbi e di perplessità.