I pregi di “Musica 900”
Un festival dove il “nemo propheta in patria” non vale.
Il festival Musica 900 ha rilasciato il cartellone delle sue manifestazioni, previste nell’arco del mese di novembre. Nel concerto del 24 sono coinvolto pure io in un progetto etno-elettronico con la cantante degli Agricantus (Rosy Wiederkehr) e Maurizio Dini Ciacci. Stop ai consigli per gli acquisti.
In realtà penso che convenga puntare lo sguardo sui pregi di una manifestazione che negli anni si è contraddistinta per un uso equilibrato e intelligente di risorse locali e apporti esterni. Potrebbe sembrare un aspetto marginale, ma non lo è affatto. La qualità basilare di una rassegna artistica consiste in un suo profondo radicamento nel territorio e, nel contempo, nell’attenzione che sa rivolgere a ciò che succede nel resto del mondo. Nell’integrazione dei due livelli sta il contributo culturale decisivo di un vero festival: offrire al pubblico un ventaglio di opzioni cosmopolite e aggiornate ma senza perdere di vista la promozione, lo sviluppo delle potenzialità dei cervelli locali.
Un gioco di intelligenza ed equilibrio che non tutti sanno condurre senza scivoloni dall’una o dall’altra parte: Pergine Spettacolo Aperto, per esempio, si è sempre bilanciato bene, compensando l’import di personalità artistiche internazionali con un saggio coinvolgimento di realtà locali.
C’è invece chi si è mantenuto timido nel dialogo con il territorio, come Itinerari Jazz, che forse per inseguire un’etichetta di "prestigio" (boh) ha snobbato i profeti in patria. Tra i risultati dell’esterofilia: alcuni concerti raffazzonati di ex baroni del jazz, oggi tristemente ossi da brodo; oppure l’accorgersi solo oggi che a Trento esiste una jazz-band di tutto rispetto e di caratura nazionale, la New Project Orchestra, bellamente ignorata per oltre 10 anni da organizzatori troppo propensi a schizzinoserie tipo principessa sul pisello.
Il Festival Musica 900 offre la sua sintesi dei livelli accennati. Artisti di calibro internazionale si alterneranno, o integreranno, con forze fresche e vitali del background musicale trentino (ma anche artistico e culturale: vedi la collaborazione col Cineforum per il commento sonoro "live" di film, o col Museo di Arte Civica per il progetto Artsound).
La dedica della manifestazione è rivolta allo scomparso Luciano Berio e non solo con finalità puramente celebrative: in tutti i concerti sarà eseguito un brano del grande compositore. Notevole la presenza di Bacalov, il 3 novembre alla Filarmonica, in una serata dedicata al folclore argentino e alle sue rivisitazioni colte (Piazzolla, Bacalov, Weill, Galliano…). Suscita curiosità lo spettacolo dada-surreale per le scuole La Giraffa (musiche di Mancuso e Satie), prodotto dal teatrino La Groggia di Venezia che sarà rappresentato il 13 al Mart di Rovereto.
Cori e percussioni per musiche orientate all’America del Nord (Copland e Bernstein) nel concerto del17 alla Filarmonica. Ancora i cori (assortiti tra colti e di montagna) il 20 novembre in un repertorio estremamente vario tra cui segnalo, e sottolineo, la prima assoluta del brano Skerzo di Eddi Serafini, un giovane compositore trentino dotato dell’inventiva brillante e dell’apertura mentale necessarie a un musicista per far parlare di sé.