Raccolta differenziata: bravi e meno bravi
In un incontro fra Provincia e Comuni la situazione della raccolta dei rifiuti. Le certezze di Dellai, le ambiguità di tanti amministratori, la spinta dei cittadini.
"Sul problema dei rifiuti c’è ancora molto da fare dal punto di vista culturale, per quanto riguarda il nostro stile di vita e c’è bisogno anche di formazione e d’informazione". Il concetto espresso dal vicesindaco di Trento, Andreatta, davanti a un centinaio di amministratori comunali, presidenti dei comprensori e tecnici, riuniti nell’aula magna dell’Istituto di S. Michele per l’incontro sui rifiuti organizzato da Provincia e consorzio dei comuni, rende bene lo stato dell’arte.
Infatti, in materia di raccolta e trattamento dei rifiuti, da noi siamo certamente in ritardo sulle scadenze di legge (perfino su quelle che ci siamo dati noi stessi), anche se qua e là si registrano iniziative e risultati pregevoli. Trento città, alla fine del 2002 ha raccolto in forma differenziata e avviato al recupero il 23% dei propri rifiuti: entro l’anno dovrebbe raggiungere il 35% così come previsto dalle leggi nazionali (il cosiddetto decreto Ronchi dal nome del ministro che recepì finalmente le direttive europee in materia).
In Val di Fiemme, Valle dell’Adige, Alto Garda, Val di Fassa, Val di Sole e Giudicarie, alla fine dell’anno scorso, la percentuale di raccolta differenziata non ha superato, o ha superato di poco il 20% del totale dei rifiuti prodotti nelle singole zone. E’ evidente quindi il ritardo di gran parte del Trentino rispetto agli obiettivi di legge (appunto 35% entro il 2003), anche rispetto a realtà extraprovinciali come il Veneto e in Sudtirolo, dove invece la raccolta differenziata ha fatto progressi raggiungendo e superando il 50% del totale.
Però, accanto ai dati negativi, dalla conferenza di S. Michele sono arrivati anche numeri che fanno sperare, come il 48% di rifiuti raccolti in forma differenziata in Val di Non o il buon risultato della Bassa Valsugana.
Se uno degli obiettivi dell’incontro era quello di confrontare le varie realtà, ancora una volta, invece, si è assistito ad atteggiamenti di autodifesa da parte di alcuni responsabili tecnici e politici che, come abbiamo appena visto, in quanto a risultati non hanno certo brillato.
Certo, il Trentino presenta forti disomogeneità: forte urbanizzazione, zone industriali e commerciali nel fondovalle, zone turistiche con estensioni di seconde case, zone svantaggiate scarsamente abitate, ecc. In alcune aree si misura una produzione pro capite di rifiuti pari o superiore a 500 kg. all’anno, in altre la raccolta intercetta solo (si fa per dire) 350 kg/anno. E’ evidente che le diversità influiscono anche sulle modalità organizzative della raccolta ma, come dimostra il caso della Val di Non, molti problemi si possono superare.
Nonostante ciò, anziché congratularsi con quelle (poche) realtà che hanno raggiunto e superato gli obiettivi, tali esperienze vengono (ma a bassa voce, a livello di pettegolezzo e con pochi fatti alla mano) criticate. Ecco quindi i sorrisini, le battute, le accuse sul cosiddetto turismo dei rifiuti che sarebbe indotto, secondo i critici, dall’introduzione di sistemi non tradizionali di raccolta dei rifiuti come quelli della Valle di Non e della Bassa Valsugana. Il responsabile di un comprensorio i cui risultati non sono in linea, per ora, con gli obiettivi di legge, ha perfino chiesto esplicitamente che non vengano applicate sanzioni ai ritardatari: al massimo si prevedano premi ed incentivi per i virtuosi. Per fortuna le due realtà che in quanto a raccolta differenziata hanno dimostrato di saperci fare sono state valorizzate col loro inserimento nella cosiddetta cabina di regia sui rifiuti, un gruppo di lavoro nel quale operano tecnici provinciali, comunali e comprensoriali.
Su tutto questo grava il dibattito sull’inceneritore (modalità "truculenta", a detta del presidente Dellai, di definire il termovalorizzatore, a lui così caro). A tale proposito, la Provincia ha ricordato che è in corso la valutazione di impatto ambientale e all’interno di questa procedura saranno ricercate le dimensioni ottimali dell’impianto la cui realizzazione, ha confermato Dellai, è fuori discussione.
L’assessora all’ambiente Iva Berasi ha ricordato come in questi ultimi tempi si stia cercando di recuperare il tempo perso nel passato: qualche anno fa la raccolta differenziata era al 6%, mentre ora siamo oltre al 20%. Che si possa accelerare ulteriormente lo dimostra anche la piccola sperimentazione portata avanti dal comprensorio dell’Alto Garda, dove a Nago Torbole e nella frazione di Varone di Riva un diverso sistema di raccolta ha permesso di raggiungere in pochissimo tempo rispettivamente il 30% e il 50% di raccolta differenziata.
Alla riunione di S. Michele circolavano due volantini distribuiti all’ingresso dal Coordinamento per la gestione corretta dei rifiuti (che raccoglie molte associazioni ambientaliste e comitati) e da Costruire Comunità. Il primo annuncia per il prossimo 5 aprile una "marcia contro il mega inceneritore"; il secondo avanza ai sindaci dieci stringenti domande-proposte sulla gestione dei rifiuti.
La spinta dei cittadini si fa sentire sulle sedi politiche. Ce n’è un gran bisogno.