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1.696.754 Tir

Austria e Unione Europea: fra libertà di traffico e difesa dall’inquinamento.

Il Protocollo n. 9 dell’Atto di adesione dell’Austria all’UE, che stabilisce un tetto sia per il numero dei Tir in transito che per le emissioni di ossidi di azoto (NOx), va riesaminato, almeno secondo la Commissione. Il Parlamento Europeo, per conto suo, ha sonoramente bocciato la proposta della signora De Palacio, commissaria per il trasporto e l’energia, e chiede che il Protocollo resti in vigore, immutato, fino al 2003, come stabilito nel 1993, e che la Commissione elabori nuove proposte serie per la riduzione del traffico pesante su gomma.

Nel 1993, i TIR in transito (escluso, ovviamente, il traffico in partenza dalla ed in arrivo all’Austria) erano 1.166.566. Nel 2000 siamo arrivati a 1.696.754, quasi 600.000 (il 52%) in più. Poiché la quasi la totalità dei camion contati al Brennero poi passa per la valle dell’Adige, questi numeri dovrebbero interessare anche il Sudtirolo e il Trentino.

Nonostante lo sviluppo tecnologico e la conseguente riduzione delle emissioni per unità, l’inquinamento è aumentato. Mentre il Protocollo prevedeva una riduzione dei Nox del 60%, in realtà esse sono aumentate del 16%. Il limite europeo di tolleranza, di 40 microgrammi di NO2 per mc. d’aria, alla stazione di rilevamento di Vomp (sull’A12 ad est di Innsbruck), viene superato in modo permanente. Lo ammette la Commissione stessa. E là siamo ancora nella vallata più ampia dell’Inn: figuriamoci cosa succede nell’angusta Wipptal, cioè lungo l’Autobrennero. E la Commissione stessa ammette che nella Wipptal il traffico pesante "europeo" produce due terzi delle emissioni di Nox. Con l’aumento del numero dei Tir, cresce ovviamente anche l’inquinamento acustico che è già a livelli allarmanti.

Il regolamento vigente stabilisce un tetto per le emissioni col sistema degli eco-punti. Un punto "vale" 1 g. di Nox per Kwh. In teoria, senza eco-punti (calcolati ora con un sistema telematico), un camion non può passare per l’Austria. I punti, cioé le "licenze per inquinare", vengono distribuiti fra i paesi membri in base all‘Ordinanza 3298/94.

In teoria, questo tetto avrebbe dovuto ridurre l’inquinamento del 60%. Senonché 1. i dati-base del ’93 erano fasulli; 2. le emissioni reali spesso superano quelle dichiarate, per un determinato tipo di camion, e 3. esiste un certo numero di viaggi illegali. (non lo dicono i tirolesi, sta scritto nella relazione votata dalla Commissione ambiente e sanità del Parlamento Europeo).

E poi il Protocollo mirava anche a ridurre, o almeno non far aumentare, il numero dei camion in transito. Se il numero dei viaggi permessi dal sistema degli eco-punti, in un determinato anno, arriva al 108% rispetto all’anno prima, la distribuzione va bloccata. Così è stato, nel 2000, e così sarà nel 2001, ma la Commissione non vuole bloccare la distribuzione degli eco-punti, in nome della libertà del commercio. Per questo, l’Austria si è rivolta alla Corte Europea, che le ha dato ragione con sentenza del 23 febbraio 2001.

Come unica conseguenza, la Commissione, bontà sua, ha proposto di eliminare la clausola del 108%, affermando che le "emissioni-norma", con il tetto degli eco-punti, avrebbero dovuto ridursi, con tanti saluti ai dati reali rilevati da tutte le stazioni di controllo.

Poiché la Commissione ambiente e sanità ed anche la Commissione territorio, trasporto e turismo del Parlamento Europeo hanno bocciato la proposta n. 2000/0361 della Commissione Europea, il complicato meccanismo decisionale dell’Unione fa sì che il Consiglio dei Ministri non possa decidere un bel niente almeno fino all’autunno.

Intanto, la valanga dei Tir procede ininterrotta. E cosa succederà dopo il 2003, quando il Protocollo decadrà? L’Austria, in base all’art. 6 del Trattato dell’Unione, secondo il quale tutte le politiche dell’Unione devono caratterizarsi anche secondo criteri ecologici, oltre che ispirati alla libera competizione e alla non-discriminazione, chiede un nuovo Protocollo.

E’ pur vero che anche l’Austria ha sempre frenato, nel Consiglio, come del resto quasi tutti gli altri governi, i tentativi della Commissione di arrivare ad un nuovo sistema dei prezzi del trasporto, secondo il libro bianco "Prezzi giusti ed efficienti nel trasporto". Se cioè tutti i costi "esterni" (danni ambientali, costi del congestionamento...) venissero "internalizzati" per mezzo del pedaggio, magari con prezzi aggiuntivi per regioni con speciali problemi ambientali come le regioni alpine, tutto si risolverebbe da sé, come da manuale di economia. Beni scarsi, come la capacità di un territorio di sopportare un certo livello di traffico, hanno un prezzo alto, il che riduce la domanda. Insomma, tanti viaggi in transito, che oggi hanno un prezzo irrealisticamente basso, diventerebbeo troppo cari e bisognerebbe riorientare il sistema produttivo. E’ comunque vero anche che il sistema vigente include un certo protezionismo per gli autotrasportatori austriaci.

Così, i negoziati sulla riduzione del traffico europeo su gomma, dureranno ancora a lungo. E intanto, i Tir passano, rumoreggiando ed inquinando.